No. Il titolo non parla delle cose che vorrei fare ma che per molteplici ragioni non riesco più a portare a termine.
Non è neanche un rimprovero verso quelle cose che non sono ancora in grado di fare bene ma, delle quali, l'esperienza sicuramente affinerà la tecnica.
Il titolo di oggi è una semplice considerazione sul confronto età anagrafica - dolori corporali.
Perchè, a neanche trent'anni, trovo un pò strano soffrire di mal di schiena in maniera così lancinante.
Le persone alla mia età sono nel pieno della loro forma fisica, vanno in palestra, etc, etc.
Da parecchi giorni io faccio fatica a fare le cose più semplici. Qualche esempio pratico in ordine di difficoltà?
Terzo posto
Allungarsi verso gli oggetti che si trovano al di sopra della mia testa: ogni volta che ci provo una piccola fitta alla schiena mi ricorda che sarebbe meglio usare una sedia, solo che salire sulla sedia, risulta doloroso al momento.
Se il problema si protrae ancora a lungo mi fornirò di uno di quei "gratta schiena" a forma di mano: hanno una specie di molla a pressione sul manico che permette alle dita della mano di chiudersi leggermente.
Sì, servirebbe per grattarsi e non avrà una presa saldissima, però mi evita un pò di patimenti.
Secondo posto
Abbassarsi per prendere qualcosa da terra. Ultimamente quel "qualcosa" pesa undici chili se non di più.
Non vi dico che sinfonia di imprecazioni a denti stretti lancio ogni volta.
Primo posto
Alzarsi o sedersi dalle o sulle sedie. Fa malissimo!!
Ho deciso che piuttosto vivrò in piedi finchè il mal di schiena non passa.
Finalmente imparerò a dormire in piedi come i cavalli, cosa che potrebbe tornarmi utile in altre situazioni future!
Il lato positivo di tutto questo?
Ho scoperto di avere muscoli in posti che prima neanche sospettavo!!
sabato 29 dicembre 2012
lunedì 24 dicembre 2012
Il Grinch
Prima di immergermi nel tuor de force dei pranzi natalizi, approfitto di cinque minuti liberi per fare gli auguri di Natale a tutti voi pochi ma buonissimi lettori di questo piccolo blog.
Lo sò, ci avevano fatto credere che per quest'anno l'avremmo passata liscia grazie alla profezia di un popolo vissuto migliaia di anni fa, e invece niente: anche quest'anno arriverà il 25 Dicembre con tutti i suoi pro e i suoi contro.
Personalmente sono molto stanca, merito dell'ultimo mese lavorativo e non mi sento molto in spirito natalizio.
Non sopporto le persone che pascolano per città con aria persa guardando le vetrine, in cerca di qualcosa che sia bello, utile e possibilmente costi poco. Vi avviso che tale articolo non esiste.
Non sopporto la calca nei supermercati stile "assalto alla diligenza" alla ricerca del pandoro perduto.
E provo una certa compassione per tutti i commessi/commercianti che lavorano fino alle 20 della Vigilia per offrire un servizio ai ritardatari dell'ultima ora. D'accordo, li pagano (si spera), ma vi assicuro per esperienza personale che non è sempre piacevole.
Sono negata per i regali di Natale. Non li sò fare.
Anzi, trovo dannoso sentirsi costretti a regalare qualcosa a qualcuno solo perchè è Natale. Tradizione che poi si trasforma puntualmente nella sagra delle inutilità, salvo rare eccezioni.
Ma forse è solo colpa di questa giornata passata in giro per negozi a comprare le cose che mi servivano ad organizzare i vari pranzi parentali. Ad un certo punto, più che la lista della spesa, sembrava l'elenco delle stazioni della via Crucis.
Ma a Voi miei cari, preziosissimi e affezionati lettori, auguro veramente un buonissimo Natale di cuore!
Lo sò, ci avevano fatto credere che per quest'anno l'avremmo passata liscia grazie alla profezia di un popolo vissuto migliaia di anni fa, e invece niente: anche quest'anno arriverà il 25 Dicembre con tutti i suoi pro e i suoi contro.
Personalmente sono molto stanca, merito dell'ultimo mese lavorativo e non mi sento molto in spirito natalizio.
Non sopporto le persone che pascolano per città con aria persa guardando le vetrine, in cerca di qualcosa che sia bello, utile e possibilmente costi poco. Vi avviso che tale articolo non esiste.
Non sopporto la calca nei supermercati stile "assalto alla diligenza" alla ricerca del pandoro perduto.
E provo una certa compassione per tutti i commessi/commercianti che lavorano fino alle 20 della Vigilia per offrire un servizio ai ritardatari dell'ultima ora. D'accordo, li pagano (si spera), ma vi assicuro per esperienza personale che non è sempre piacevole.
Sono negata per i regali di Natale. Non li sò fare.
Anzi, trovo dannoso sentirsi costretti a regalare qualcosa a qualcuno solo perchè è Natale. Tradizione che poi si trasforma puntualmente nella sagra delle inutilità, salvo rare eccezioni.
Ma forse è solo colpa di questa giornata passata in giro per negozi a comprare le cose che mi servivano ad organizzare i vari pranzi parentali. Ad un certo punto, più che la lista della spesa, sembrava l'elenco delle stazioni della via Crucis.
Ma a Voi miei cari, preziosissimi e affezionati lettori, auguro veramente un buonissimo Natale di cuore!
domenica 16 dicembre 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XVIII puntata
PSICOSI
In questo periodo succedono un sacco di cose strane.
Sarà che i Maya avevano ragione? Non lo so. Ma qua sono tutti impazziti.
Per primo è impazzito il tempo: la scorsa settimana ha cominciato a cadere giù dal cielo una strana roba bianca che ha ricoperto tutto ma proprio tutto tutto!!
Non erano le solite lacrime come quando il cielo è triste e piange, era una poltiglia acquosa che ha fatto diventare qualsiasi cosa di un solo, unico colore: BIANCO.
Questo freddo intruglio viene chiamato neve ed è caduto
per una notte intera. Il giorno dopo però non riuscivo a capire se questa fosse una cosa buona o meno.
Ho visto bambini entusiasti che se la tivano dietro sotto forma di palla e adulti a dir poco adirati che tentavano inutilmente di scendere le scale di casa aggrappandosi ai passamani.
Poi è tornato il bel tempo e la neve se ne è andata, forse stufa di essere insultata o modellata nelle forme più strane.
Qualche giorno dopo sono impazzite le persone, tutti sono diventati matti per un signore: il Sig. Natale.
Tutti ne parlano, tutti lo aspettano ma io non sò chi sia. Per certo ho capito che quest'individuo è un grandissimo narcisista.
Questo qui non si fa mai vedere, non si fa mai sentire, ma è riuscito a convincere praticamente tutti ad addobbare alberi e case in suo nome. Ma vi pare possibile??
Vabbè devo dire che il risultato non mi dispiace, è tutto illuminato in giro la sera e l'albero che abbiamo a casa è veramente molto bello ma, caro Sig. Natale, quand'è che faremo la sua conoscenza????
In attesa di scoprire se queste sono le avvisaglie della premonizione Maya o normale ruotine alla quale dovrò abituarmi, vado a cercare di staccare dall'albero l'ennesima palla colorata!
In questo periodo succedono un sacco di cose strane.
Sarà che i Maya avevano ragione? Non lo so. Ma qua sono tutti impazziti.
Per primo è impazzito il tempo: la scorsa settimana ha cominciato a cadere giù dal cielo una strana roba bianca che ha ricoperto tutto ma proprio tutto tutto!!
Non erano le solite lacrime come quando il cielo è triste e piange, era una poltiglia acquosa che ha fatto diventare qualsiasi cosa di un solo, unico colore: BIANCO.
Questo freddo intruglio viene chiamato neve ed è caduto
per una notte intera. Il giorno dopo però non riuscivo a capire se questa fosse una cosa buona o meno.
Ho visto bambini entusiasti che se la tivano dietro sotto forma di palla e adulti a dir poco adirati che tentavano inutilmente di scendere le scale di casa aggrappandosi ai passamani.
Poi è tornato il bel tempo e la neve se ne è andata, forse stufa di essere insultata o modellata nelle forme più strane.
Qualche giorno dopo sono impazzite le persone, tutti sono diventati matti per un signore: il Sig. Natale.
Tutti ne parlano, tutti lo aspettano ma io non sò chi sia. Per certo ho capito che quest'individuo è un grandissimo narcisista.
Questo qui non si fa mai vedere, non si fa mai sentire, ma è riuscito a convincere praticamente tutti ad addobbare alberi e case in suo nome. Ma vi pare possibile??
Vabbè devo dire che il risultato non mi dispiace, è tutto illuminato in giro la sera e l'albero che abbiamo a casa è veramente molto bello ma, caro Sig. Natale, quand'è che faremo la sua conoscenza????
In attesa di scoprire se queste sono le avvisaglie della premonizione Maya o normale ruotine alla quale dovrò abituarmi, vado a cercare di staccare dall'albero l'ennesima palla colorata!
venerdì 14 dicembre 2012
Da 0 a 100 in....quindici giorni!!
Due settimane fa ero senza uno straccio di lavoro serio e con il bonifico della cassa integrazione che arriva a singhiozzo. Poi una luce si è accesa lontano lontano.
Io l'ho seguita e, come per magia, mi sono ritrovata nel giro di quindici giorni non con un lavoro....ma con DUE lavori.
Sì perchè oltre che in ufficio al pomeriggio, da qualche giorno mi hanno richiamata al mio vecchio posto, dove lavoro la mattina.
Per ora la situazione è provvisoria ma non posso proprio lamentarmi.
Certo la fatica è parecchia, il tempo poco, i biglietti del bus timbrati una montagna. Ma i conti a fine mese forse saranno un pò meno miseri a questo punto.
Spero che la ripresa dell'attività lavorativa così intensamente, mi farà dimenticare il passo del giaguaro con cui rientro a casa la sera, il punto di domanda al posto della faccia di Ilaria che non capisce perchè non ho tanta voglia di giocare con lei prima andare a dormire...e tante altre cose.
Io l'ho seguita e, come per magia, mi sono ritrovata nel giro di quindici giorni non con un lavoro....ma con DUE lavori.
Sì perchè oltre che in ufficio al pomeriggio, da qualche giorno mi hanno richiamata al mio vecchio posto, dove lavoro la mattina.
Per ora la situazione è provvisoria ma non posso proprio lamentarmi.
Certo la fatica è parecchia, il tempo poco, i biglietti del bus timbrati una montagna. Ma i conti a fine mese forse saranno un pò meno miseri a questo punto.
Spero che la ripresa dell'attività lavorativa così intensamente, mi farà dimenticare il passo del giaguaro con cui rientro a casa la sera, il punto di domanda al posto della faccia di Ilaria che non capisce perchè non ho tanta voglia di giocare con lei prima andare a dormire...e tante altre cose.
giovedì 6 dicembre 2012
Come ti chiami?
X: Accidenti!! La stampante non funziona! E adesso come faccio?! Cosa scrive qua?
Ti pareva è finito il toner!!
Y: E adesso? chissà quale colore è finito.....
X: Qui dice NERO. Abbiamo il nero?? Tu. Sai dove è il toner nero della stampante?
Io: No. Mi spiace. Sono arrivata OGGI!
Y: Se non ricordo male dovrebbero essere qua sotto.Tu. prova a controllare.
Io: Sì. Sono qua sotto.
X: Passami il nero. ok. Adesso come si apre quest'affare?? Forse qui....
Apre un sportello che non c'entra nulla.
Snocciola una serie di improperi non ripetibili
Parte una manata verso la povera macchina.
Y osserva distaccato la scena
Io: Aspetti forse non funziona proprio così. Posso provare?
X si sposta e mi lascia spazio osservandomi, sottolineando ogni mia mossa con un "Sì brava esattamente là."
Apro il cassetto giusto, cambio il toner e faccio ripartire la stampante.
X: Brava! Anche io l'ho fatto migliaia di volte non credere, solo che adesso non ricordavo esattamente la procedura. Come ti chiami?? Chiara giusto??
Io: No. Sara.
X: Ah...Sara.....
Si volta e se ne và continuando a boffonchiare il mio nome.
Y come premio mi porta a vedere dove tengono la macchinetta del caffè con relativi pasticcini.
Se non si fosse capito, lavoro per un studio di professionisti. Sò già che a volte non sarà esattamente una passeggiata, ma è solo mezza giornata e mi pagano ben più di quanto mi sarei aspettata.
Quindi, anche se mi facessero arare campi con i denti, credo proprio che non mi lamenterò....
Ti pareva è finito il toner!!
Y: E adesso? chissà quale colore è finito.....
X: Qui dice NERO. Abbiamo il nero?? Tu. Sai dove è il toner nero della stampante?
Io: No. Mi spiace. Sono arrivata OGGI!
Y: Se non ricordo male dovrebbero essere qua sotto.Tu. prova a controllare.
Io: Sì. Sono qua sotto.
X: Passami il nero. ok. Adesso come si apre quest'affare?? Forse qui....
Apre un sportello che non c'entra nulla.
Snocciola una serie di improperi non ripetibili
Parte una manata verso la povera macchina.
Y osserva distaccato la scena
Io: Aspetti forse non funziona proprio così. Posso provare?
X si sposta e mi lascia spazio osservandomi, sottolineando ogni mia mossa con un "Sì brava esattamente là."
Apro il cassetto giusto, cambio il toner e faccio ripartire la stampante.
X: Brava! Anche io l'ho fatto migliaia di volte non credere, solo che adesso non ricordavo esattamente la procedura. Come ti chiami?? Chiara giusto??
Io: No. Sara.
X: Ah...Sara.....
Si volta e se ne và continuando a boffonchiare il mio nome.
Y come premio mi porta a vedere dove tengono la macchinetta del caffè con relativi pasticcini.
Se non si fosse capito, lavoro per un studio di professionisti. Sò già che a volte non sarà esattamente una passeggiata, ma è solo mezza giornata e mi pagano ben più di quanto mi sarei aspettata.
Quindi, anche se mi facessero arare campi con i denti, credo proprio che non mi lamenterò....
sabato 1 dicembre 2012
Una luce all'orizzonte
Si comincia ad intravedere una luce all'orizzonte. Una luce piccola piccola, che non basta ad illuminare tutto il percorso che ti ritrovi a fare, ma c'è, è là in fondo e tu ti affidi a lei perchè in verità non hai altra scelta.
Certo sarebbe molto più comodo avere una di quelle belle torce con i led, che ti sparano luce tutt'intorno. Ma questo hai e con questo ti devi arrangiare.
Tutto il preambolo solo per dire che FORSE ho trovato un lavoro part-time, che FORSE potrebbe durare abbastanza a lungo.
Ma non è detto.
Comincio lunedì. Vi terrò aggiornati.
Fatemi gli auguri.
Certo sarebbe molto più comodo avere una di quelle belle torce con i led, che ti sparano luce tutt'intorno. Ma questo hai e con questo ti devi arrangiare.
Tutto il preambolo solo per dire che FORSE ho trovato un lavoro part-time, che FORSE potrebbe durare abbastanza a lungo.
Ma non è detto.
Comincio lunedì. Vi terrò aggiornati.
Fatemi gli auguri.
lunedì 26 novembre 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XXVII puntata
DALL' ALBA AL TRAMONTO
Ieri giornata molto impegnativa per me.
Non che di solito me ne stia tutto il giorno con le mani in mano, ma ieri fra una cosa e l'altra, non ho avuto un attimo di tregua.
La mattina sveglia presto e inizio delle attività di routine: fare colazione cercando di sporcarsi e sporcare il più possibile tutt'intorno, svuotare l'armadietto del bagno e abbandonarne il contenuto in giro per il corridoio, partire all'inseguimento dello straccio per la polvere.
Portati a termine tutti questi doveri, scopro che dobbiamo uscire.
Come faccio a capirlo? La mmmammma comincia a rincorrermi con il mio cappotto in mano.
Non è che uscire non mi piaccia, anzi, solo infilarmi quell'affare addosso che mi fa assomigliare all' omino Michelin (che non sò neanche chi sia), mi dà parecchio fastidio.
Ad ogni modo vengo imbragata, arrivano i nonni a prenderci e ce ne andiamo. Sembra che si pranzerà fuori casa.
La supposizione si rivela esatta perchè mezz'ora dopo ci ritroviamo davanti ad un ristornate, lì ad aspettarci ci sono gli zii, gli altri nonni, e un paio di persone che ho già visto ma non ricordo dove. Con mio sommo dispiacere nessuno si è ricordato di portare le gatte. Poverette, chissà come soffrono a casa da sole.
Pazienza dovrò accontentarmi degli zii per giocare.
Non sò quanto tempo siamo rimasti nel locale. Sò solo che ho avuto tutto il tempo, oltre che per mangiare, per correre dietro a gli zii, ad altri bambini che navigavano per le sale (in particolare uno che continuava a rubarmi il ciuccio) e fare un paio di giri sulle altalene del piazzale esterno. Sono arrivata a casa veramente stanca.
Ma neanche il tempo di distendersi sul divano che suona il campanello. Chi cavolo è adesso?
La mmmammma vuole a tutti i costi che mi alzi da dove sono per andare alla porta a salutare. Non ne ho molta voglia ma lei insiste, allora l'accontento e mi dirigo verso l'entrata, dove pare sia arrivato qualcuno di particolarmente gradito visti gli affettuosi saluti. Chi sarà mai??
Finalmente i grandi si tolgono dalla visuale e riesco a riconoscere i nostri ospiti. Raffaele e la sua mmmammma.
Raffaele è un bambino e, da quello che ho capito, abbiamo la stessa età. Ma Raffaele ha qualcosa di diverso rispetto ai bambini che incontro di solito.
No. Non ha tre gambe.
No. Non sà toccarsi il naso con la lingua
No....non si.....ehi! Mi fate spiegare per favore???!!!!!!
E' una cosa molto più semplice ma, per chi è abituato a frequentare parchi giochi, non è così scontata.
Al parco ci sono due categorie di bambini: quelli che il compagno di giochi se lo portano da casa (li chiamano fratelli o sorelle) e di solito passano la mattinata a litigarci o insultarlo/a, e quelli che invece devono scegliere fra la fauna presente, come la sottoscritta. Ogni volta ti ritrovi a giocare con qualcuno di diverso. Una volta è Matteo biondo, occhi azzurri, la volta dopo è Chiara che ha le bambole, la volta dopo ancora è Alessandro. Insomma, non è una cosa molto usuale trovarsi davanti un bambino per più volte di seguito, che sia abbastanza uguale a come te lo ricordavi, e di cui tu non debba sentire lo spelling del nome venti volte in una mattina. Che tanto il giorno dopo cambierà.
Raffaele invece ha sempre incredibilmente lo stesso nome e gli stessi occhi scuri. Un vantaggio no?
Con il mio ospite ho giocato per un paio d'ore, gli ho fatto fare in giro della casa (bagno compreso), abbiamo deciso che i biberon erano un'ottima merce di scambio per eventuali favori futuri, papà ha fatto le bolle di sapone e ci ha perfino fatto giocare a basket.
Alla fine del pomeriggio Raffaele era stanco, io distrutta.
Che dire, le giornate così sono molto belle, hanno solo una controindicazone....che io svengo dalla stanchezza ad un orario veramente infame. Ieri penso di essere crollata verso le nove di sera, neanche la nonna và a dormire così presto!
Ieri giornata molto impegnativa per me.
Non che di solito me ne stia tutto il giorno con le mani in mano, ma ieri fra una cosa e l'altra, non ho avuto un attimo di tregua.
La mattina sveglia presto e inizio delle attività di routine: fare colazione cercando di sporcarsi e sporcare il più possibile tutt'intorno, svuotare l'armadietto del bagno e abbandonarne il contenuto in giro per il corridoio, partire all'inseguimento dello straccio per la polvere.
Portati a termine tutti questi doveri, scopro che dobbiamo uscire.
Come faccio a capirlo? La mmmammma comincia a rincorrermi con il mio cappotto in mano.
Non è che uscire non mi piaccia, anzi, solo infilarmi quell'affare addosso che mi fa assomigliare all' omino Michelin (che non sò neanche chi sia), mi dà parecchio fastidio.
Ad ogni modo vengo imbragata, arrivano i nonni a prenderci e ce ne andiamo. Sembra che si pranzerà fuori casa.
La supposizione si rivela esatta perchè mezz'ora dopo ci ritroviamo davanti ad un ristornate, lì ad aspettarci ci sono gli zii, gli altri nonni, e un paio di persone che ho già visto ma non ricordo dove. Con mio sommo dispiacere nessuno si è ricordato di portare le gatte. Poverette, chissà come soffrono a casa da sole.
Pazienza dovrò accontentarmi degli zii per giocare.
Non sò quanto tempo siamo rimasti nel locale. Sò solo che ho avuto tutto il tempo, oltre che per mangiare, per correre dietro a gli zii, ad altri bambini che navigavano per le sale (in particolare uno che continuava a rubarmi il ciuccio) e fare un paio di giri sulle altalene del piazzale esterno. Sono arrivata a casa veramente stanca.
Ma neanche il tempo di distendersi sul divano che suona il campanello. Chi cavolo è adesso?
La mmmammma vuole a tutti i costi che mi alzi da dove sono per andare alla porta a salutare. Non ne ho molta voglia ma lei insiste, allora l'accontento e mi dirigo verso l'entrata, dove pare sia arrivato qualcuno di particolarmente gradito visti gli affettuosi saluti. Chi sarà mai??
Finalmente i grandi si tolgono dalla visuale e riesco a riconoscere i nostri ospiti. Raffaele e la sua mmmammma.
Raffaele è un bambino e, da quello che ho capito, abbiamo la stessa età. Ma Raffaele ha qualcosa di diverso rispetto ai bambini che incontro di solito.
No. Non ha tre gambe.
No. Non sà toccarsi il naso con la lingua
No....non si.....ehi! Mi fate spiegare per favore???!!!!!!
E' una cosa molto più semplice ma, per chi è abituato a frequentare parchi giochi, non è così scontata.
Al parco ci sono due categorie di bambini: quelli che il compagno di giochi se lo portano da casa (li chiamano fratelli o sorelle) e di solito passano la mattinata a litigarci o insultarlo/a, e quelli che invece devono scegliere fra la fauna presente, come la sottoscritta. Ogni volta ti ritrovi a giocare con qualcuno di diverso. Una volta è Matteo biondo, occhi azzurri, la volta dopo è Chiara che ha le bambole, la volta dopo ancora è Alessandro. Insomma, non è una cosa molto usuale trovarsi davanti un bambino per più volte di seguito, che sia abbastanza uguale a come te lo ricordavi, e di cui tu non debba sentire lo spelling del nome venti volte in una mattina. Che tanto il giorno dopo cambierà.
Raffaele invece ha sempre incredibilmente lo stesso nome e gli stessi occhi scuri. Un vantaggio no?
Con il mio ospite ho giocato per un paio d'ore, gli ho fatto fare in giro della casa (bagno compreso), abbiamo deciso che i biberon erano un'ottima merce di scambio per eventuali favori futuri, papà ha fatto le bolle di sapone e ci ha perfino fatto giocare a basket.
Alla fine del pomeriggio Raffaele era stanco, io distrutta.
Che dire, le giornate così sono molto belle, hanno solo una controindicazone....che io svengo dalla stanchezza ad un orario veramente infame. Ieri penso di essere crollata verso le nove di sera, neanche la nonna và a dormire così presto!
giovedì 22 novembre 2012
Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani.
Ultimamente solo brutte notizie e, siccome io sono io, riesco a star male anche per le disavventure di persone che in verità non conosco benissimo.
Lo sò, non farò mai il dottore.
Le brutte notizie mi rattristano e mi fanno sempre, e dico SEMPRE, riflettere.
Riflettere su quella cosa chiamata religione che serve, dicono, a superare anche momenti come questi. Solo che alla mia "veneranda" età, non ho ancora capito chi sono i buoni e chi sono i cattivi.
Dicono che il buono da queste parti si chiami Dio, da altre parti lo chiamano in altri modi, ma in sostanza lui è il BUONO della situazione. O almeno così ti fanno capire.
Quando hai l'età giusta per apprendere certe cose ti insegnano anche chi è il cattivo: qui si chiama Lucifero, Diavolo e in altri ottocento modi.
Ti dicono che per causa sua succedono un sacco di cose brutte e che, se non ti comporti bene, quelle cose potrebbero accadere anche a te.
Allora tu, da bravo bambino, fai in modo di comportarti bene (nel limite del possibile) così Lucifero non si accorgerà di te e Dio sarà orgoglioso del suo bimbo.
Tutto questo viene riassunto in un'unica parola: Fede.
Poi cresci e ti accorgi che queste verità assolute fanno acqua da tutte le parti: persone che si comportano bene devono combattere con problemi più grandi di loro, perdite di persone care, malattie etc. Persone dal comportamento quanto meno discutibile se la cavano egregiamente.
Forse la religione è la più grande balla inventata dall'uomo, solo per avere qualcuno da incolpare quando le cose fanno male o avere qualcuno a cui affidasi per sentirsi meno solo.
O forse no. Forse Dio esiste veramente. Forse le disgrazie accadono a chiunque anche se fai volontariato e preghi tutte le sere. Forse bisogna imparare a convivere con tutto questo e buoni e cattivi non esistono o, per o meno, si confondono.
Siamo solo di passaggio, dicono. Ma se il passaggio avvenisse su comode auto di lusso invece che su vecchie diligenze, dalle quali devi essere pronto a difenderti dagli attacchi degli indiani, sarebbe meglio.
Lo sò, non farò mai il dottore.
Le brutte notizie mi rattristano e mi fanno sempre, e dico SEMPRE, riflettere.
Riflettere su quella cosa chiamata religione che serve, dicono, a superare anche momenti come questi. Solo che alla mia "veneranda" età, non ho ancora capito chi sono i buoni e chi sono i cattivi.
Dicono che il buono da queste parti si chiami Dio, da altre parti lo chiamano in altri modi, ma in sostanza lui è il BUONO della situazione. O almeno così ti fanno capire.
Quando hai l'età giusta per apprendere certe cose ti insegnano anche chi è il cattivo: qui si chiama Lucifero, Diavolo e in altri ottocento modi.
Ti dicono che per causa sua succedono un sacco di cose brutte e che, se non ti comporti bene, quelle cose potrebbero accadere anche a te.
Allora tu, da bravo bambino, fai in modo di comportarti bene (nel limite del possibile) così Lucifero non si accorgerà di te e Dio sarà orgoglioso del suo bimbo.
Tutto questo viene riassunto in un'unica parola: Fede.
Poi cresci e ti accorgi che queste verità assolute fanno acqua da tutte le parti: persone che si comportano bene devono combattere con problemi più grandi di loro, perdite di persone care, malattie etc. Persone dal comportamento quanto meno discutibile se la cavano egregiamente.
Forse la religione è la più grande balla inventata dall'uomo, solo per avere qualcuno da incolpare quando le cose fanno male o avere qualcuno a cui affidasi per sentirsi meno solo.
O forse no. Forse Dio esiste veramente. Forse le disgrazie accadono a chiunque anche se fai volontariato e preghi tutte le sere. Forse bisogna imparare a convivere con tutto questo e buoni e cattivi non esistono o, per o meno, si confondono.
Siamo solo di passaggio, dicono. Ma se il passaggio avvenisse su comode auto di lusso invece che su vecchie diligenze, dalle quali devi essere pronto a difenderti dagli attacchi degli indiani, sarebbe meglio.
martedì 13 novembre 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XXVI puntata
AMICI O NEMICI?
Dopo aver raggiunto e superato la soglia dei sedici mesi, dopo aver sperimentato, visto e fatto un sacco di cose, è tempo di porsi qualche domanda.
Domande all'apparenza insignificanti per voi umani ormai consumati dalla routine e dalla ripetitività delle vostre azioni.
Domande senza senso per chi non è costretto, come la sottoscritta, a guardare il mondo un'angolazione diversa dalla vostra. Per ora dal basso verso l'alto.
Ebbene, dopo varie discussioni con i diretti interessati che non hanno portato a nessun risultato concreto (c'è poco da fare i soggetti in questione non si sanno spiegare per chiarire i miei dubbi amletici), il mio dilemma lo pongo a voi:
Perchè i cassetti e le mensole sono oggetti così....così....come definirli....STRfkjafjaljfalfjalfjalfjI?
Lo sò a sedici mesi non dovrei neanche sospettare l'esistenza di certi vocaboli, ma frequento brutta gente. Ho due zii in piena fase adolescenziale e dicono che non sia un bel periodo, forse è per questo che passano le giornate a urlarsi di tutto.
Ma torniamo a noi.
I cassetti e le mensole sono come lo scrigno dei tesori, dentro ci puoi trovare di tutto: cose pesanti, cose leggere, colorate o in bianco nero, morbide o ruvide. A volte, se sai dove cercare, ci trovi pure cose da mangiare.
Come nelle favole però ci sono i buoni e i cattivi e, in questo caso, bisogna stare molto attenti perchè i cattivi non si riconoscono subito.
In apparenza sembrano tutti uguali, in base alla stanza in cui ti trovi, mensole e cassetti hanno tutti lo stesso colore, la stessa forma.
Ognuno di loro ti invita a scoprire cosa si cela dietro quel vetro o quell'insignificante pomello pronto ad essere tirato.
Le mensole e i cassetti buoni si lasciano aprire senza fare storie e sono sempre ben contenti di mettere a tua disposizione la loro merce megliore. Il problema arriva quando ne incontri uno cattivo.
Quelli cattivi non si aprono o, se lo fanno, poi ti giocano dei brutti scherzi: ti illudono di poter prendere gli oggetti al loro interno ma si chiudono all'improvviso. A volte fra te e loro resta un dito della tua mano incastrato in mezzo.
Una volta ho provato ad avvicinarmi con calma, le ho parlato prima di provare ad aprire quella maledetta mensola ma lei, incurante delle mie buone intenzioni, mi ha morso richiudendosi di botto sul mio povero dito.
E con i cassetti è anche peggio. Se decidono di morderti fanno anche più male delle mensole.
Mi spiegate come si fa ad andare d'accordo con questi controversi oggetti?!
C'è una parola magica da dire prima di tentare la sorte e sperare di non perdere nessuna falnge?!
Io ancora non l'ho scoperto. E voi??
Dopo aver raggiunto e superato la soglia dei sedici mesi, dopo aver sperimentato, visto e fatto un sacco di cose, è tempo di porsi qualche domanda.
Domande all'apparenza insignificanti per voi umani ormai consumati dalla routine e dalla ripetitività delle vostre azioni.
Domande senza senso per chi non è costretto, come la sottoscritta, a guardare il mondo un'angolazione diversa dalla vostra. Per ora dal basso verso l'alto.
Ebbene, dopo varie discussioni con i diretti interessati che non hanno portato a nessun risultato concreto (c'è poco da fare i soggetti in questione non si sanno spiegare per chiarire i miei dubbi amletici), il mio dilemma lo pongo a voi:
Perchè i cassetti e le mensole sono oggetti così....così....come definirli....STRfkjafjaljfalfjalfjalfjI?
Lo sò a sedici mesi non dovrei neanche sospettare l'esistenza di certi vocaboli, ma frequento brutta gente. Ho due zii in piena fase adolescenziale e dicono che non sia un bel periodo, forse è per questo che passano le giornate a urlarsi di tutto.
Ma torniamo a noi.
I cassetti e le mensole sono come lo scrigno dei tesori, dentro ci puoi trovare di tutto: cose pesanti, cose leggere, colorate o in bianco nero, morbide o ruvide. A volte, se sai dove cercare, ci trovi pure cose da mangiare.
Come nelle favole però ci sono i buoni e i cattivi e, in questo caso, bisogna stare molto attenti perchè i cattivi non si riconoscono subito.
In apparenza sembrano tutti uguali, in base alla stanza in cui ti trovi, mensole e cassetti hanno tutti lo stesso colore, la stessa forma.
Ognuno di loro ti invita a scoprire cosa si cela dietro quel vetro o quell'insignificante pomello pronto ad essere tirato.
Le mensole e i cassetti buoni si lasciano aprire senza fare storie e sono sempre ben contenti di mettere a tua disposizione la loro merce megliore. Il problema arriva quando ne incontri uno cattivo.
Quelli cattivi non si aprono o, se lo fanno, poi ti giocano dei brutti scherzi: ti illudono di poter prendere gli oggetti al loro interno ma si chiudono all'improvviso. A volte fra te e loro resta un dito della tua mano incastrato in mezzo.
Una volta ho provato ad avvicinarmi con calma, le ho parlato prima di provare ad aprire quella maledetta mensola ma lei, incurante delle mie buone intenzioni, mi ha morso richiudendosi di botto sul mio povero dito.
E con i cassetti è anche peggio. Se decidono di morderti fanno anche più male delle mensole.
Mi spiegate come si fa ad andare d'accordo con questi controversi oggetti?!
C'è una parola magica da dire prima di tentare la sorte e sperare di non perdere nessuna falnge?!
Io ancora non l'ho scoperto. E voi??
lunedì 12 novembre 2012
Revolutionary road
Mi pare di aver capito che, l'unico modo per sopravvivere a questa crisi che sembra interminabile, è reinventarsi.
Reinventarsi un lavoro, reinventarsi la propria vita, reinventarsi i propri hobbies.
La scorsa settimana ho avuto l'ennesimo incontro sul posto di lavoro con la dirigenza. Nessuna buona notizia, anzi, solo orizzonti dai contorni molto sfocati o addirittura tendenti al nero.
Trovare un altro lavoro è molto difficile al momento, almeno per me. Avere una bimba piccola da gestire ed essere sposata fa di te il candidato ideale per la comunissima prassi del "Va bene, le faremo sapere ".
Sarebbe meglio ribattezzarla in "Va bene. Grazie di essere venuta (ma anche no), non ci interessi minimamente. E togliti quel mezzo sorriso dalla faccia che tanto avevamo deciso che non eri adatta prima ancora di cominciare il colloquio".
Ecco io di momenti così ne ho passati più di uno ultimamente.
Quindi visto che il prossimo anno, lavorativamente parlando, rischia di essere esattamente come quello che si avvia al termine, ho deciso che mi iscriverò a due corsi su due cose che non pensavo potessero interessarmi o servirmi.
Il primo corso non dovrebbe essere a pagamento, ma sovvenzionato da qualche organo statale/regionale/provinciale e mi serve per ampliare le conoscenze riguardo una mansione del mio "precedente" (al momento ancora attuale) lavoro.
Mansione affibbiatami per caso ai bei tempi, che ho portato avanti abbastanza bene senza sapere esattamente come funzionassero le cose. Adesso ho deciso di imparare seriamente come si fa, e poi chissà che non salti fuori qualcosa di buono a riguardo, magari da qualche altra parte.
Il secondo corso invece è a pagamento. Non sò neanche se quello che andrò a fare mi piacerà veramente ma dicono che, al momento, ci sia parecchia richiesta.
Io ci provo, prometto che mi ci impegno pure e poi staremo a vedere.
E poi qualcuno diceva chi vivrà vedrà....
Reinventarsi un lavoro, reinventarsi la propria vita, reinventarsi i propri hobbies.
La scorsa settimana ho avuto l'ennesimo incontro sul posto di lavoro con la dirigenza. Nessuna buona notizia, anzi, solo orizzonti dai contorni molto sfocati o addirittura tendenti al nero.
Trovare un altro lavoro è molto difficile al momento, almeno per me. Avere una bimba piccola da gestire ed essere sposata fa di te il candidato ideale per la comunissima prassi del "Va bene, le faremo sapere ".
Sarebbe meglio ribattezzarla in "Va bene. Grazie di essere venuta (ma anche no), non ci interessi minimamente. E togliti quel mezzo sorriso dalla faccia che tanto avevamo deciso che non eri adatta prima ancora di cominciare il colloquio".
Ecco io di momenti così ne ho passati più di uno ultimamente.
Quindi visto che il prossimo anno, lavorativamente parlando, rischia di essere esattamente come quello che si avvia al termine, ho deciso che mi iscriverò a due corsi su due cose che non pensavo potessero interessarmi o servirmi.
Il primo corso non dovrebbe essere a pagamento, ma sovvenzionato da qualche organo statale/regionale/provinciale e mi serve per ampliare le conoscenze riguardo una mansione del mio "precedente" (al momento ancora attuale) lavoro.
Mansione affibbiatami per caso ai bei tempi, che ho portato avanti abbastanza bene senza sapere esattamente come funzionassero le cose. Adesso ho deciso di imparare seriamente come si fa, e poi chissà che non salti fuori qualcosa di buono a riguardo, magari da qualche altra parte.
Il secondo corso invece è a pagamento. Non sò neanche se quello che andrò a fare mi piacerà veramente ma dicono che, al momento, ci sia parecchia richiesta.
Io ci provo, prometto che mi ci impegno pure e poi staremo a vedere.
E poi qualcuno diceva chi vivrà vedrà....
lunedì 5 novembre 2012
Numbers
Non ho granchè da raccontare di quest'ultimo periodo.
O forse sono successe anche troppe cose ma nessuna per cui abbia veramente voglia di raccontare.
Faccio un rapido elenco degli eventi salienti
1 pomeriggio alla terme in Slovenia con la iena e gli amici
2 le narici intasate del mio naso risultato del rilassante pomeriggio alle terme. Hvala Lepa.
3 Novembre. Il sabato che io, la iena e la dolce metà siamo stati fregati per l'ennesima volta dal Sig. Ikea: entrati per comprare una semplice asta appendi abiti, siamo usciti con l'asta appendi abiti e...un porta borse in plastica rosa, lampadine di vario genere, una mensola e una vetrina da salotto in vetro da 50kg. Vetrina che poi abbiamo rischiato di rompere in fase di montaggio.
4 le uova usate per fare una torta al cocco e nutella. Lo confesso, fare dolci non è la mia specialità preferisco cimentarmi con il salato. Con le torte per ora riesco solo a CEMENTARMI.
Anche questa è risultata mangiabile ma troppo pesante. Mi si è pure fuso lo sbattitore.....
5 le ore di un pomeriggio della scorsa settimana, perse in ufficio dopo un richiamo volante che non sò neppure se mi pagheranno alla fine del mese.
6 i copri presa che devo rimettere al proprio posto quasi ogni giorno. Ilaria non ha capito a cosa serva una presa, ma come togliere quei piccoli affari bianchi che le impediscono di metterci le dita dentro, quello l'ha intuito al volo.
7 il numero medio di persone che ho avuto o con cui sono andata a cena ultimamente il sabato sera.
8 i minuti impiegati a scrivere questo post
9 e 10 aggiungeteli voi se volete.
O forse sono successe anche troppe cose ma nessuna per cui abbia veramente voglia di raccontare.
Faccio un rapido elenco degli eventi salienti
1 pomeriggio alla terme in Slovenia con la iena e gli amici
2 le narici intasate del mio naso risultato del rilassante pomeriggio alle terme. Hvala Lepa.
3 Novembre. Il sabato che io, la iena e la dolce metà siamo stati fregati per l'ennesima volta dal Sig. Ikea: entrati per comprare una semplice asta appendi abiti, siamo usciti con l'asta appendi abiti e...un porta borse in plastica rosa, lampadine di vario genere, una mensola e una vetrina da salotto in vetro da 50kg. Vetrina che poi abbiamo rischiato di rompere in fase di montaggio.
4 le uova usate per fare una torta al cocco e nutella. Lo confesso, fare dolci non è la mia specialità preferisco cimentarmi con il salato. Con le torte per ora riesco solo a CEMENTARMI.
Anche questa è risultata mangiabile ma troppo pesante. Mi si è pure fuso lo sbattitore.....
5 le ore di un pomeriggio della scorsa settimana, perse in ufficio dopo un richiamo volante che non sò neppure se mi pagheranno alla fine del mese.
6 i copri presa che devo rimettere al proprio posto quasi ogni giorno. Ilaria non ha capito a cosa serva una presa, ma come togliere quei piccoli affari bianchi che le impediscono di metterci le dita dentro, quello l'ha intuito al volo.
7 il numero medio di persone che ho avuto o con cui sono andata a cena ultimamente il sabato sera.
8 i minuti impiegati a scrivere questo post
9 e 10 aggiungeteli voi se volete.
giovedì 25 ottobre 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XXV puntata
L'AMICIZIA E' UNA COSA SERIA
Ci siamo conosciuti un giorno per caso.
Non ricordo se c'era il sole oppure pioveva, se faceva caldo oppure battevo i denti dal freddo. Ricordo solo che ci siamo piaciuti subito.
La nostra è stata un'amicizia che nel corso del tempo si è modificata, perchè tu inspiegabilmente sparivi e poi riapparivi radicalmente cambiato, oppure esattamente uguale a prima.
Ma io ti ho voluto bene lo stesso, nonstante i tuoi continui mutamenti.
Quando eri solo in disparte venivo a cercarti per giocare insieme, a volte eri tu a ronzarmi intorno, mentre io ero impegnata in tutto altro.
Quando giocavamo all'aperto ero io stare attenta che non finissi in posti pericolosi, o dai quali io non sarei riuscita più a farti uscire.
Ricordo un giorno di vento forte. Eravamo fuori a rincorrerci e tu hai cominciato a saltare.
Saltavi talmete in alto che non riuscivo a starti dietro, ci provavo, ma le mie gambe ancora troppo corte, non volevano saperne di sollevarsi da terra oltre un certo limite.
Ti ho pregato di smetterla perhè io non riuscivo a seguire quel ritmo. Hai fatto finta di non sentirmi.
Ho alzato la voce. Mi hai ignorato.
Anzi, peggio ancora, ti sei offeso e ad un certo punto te ne sei andato senza dare spiegazioni.
Io sono scoppiata a piangere.
Nonostante tutto però, io c'ero sempre quando decidevi di tornare.
Pensavo: "In fondo non è cattivo, ha solo un carattere difficile". Questo fino a qualche giorno fa.
Sì perchè, l'altra sera, mi hai proprio deluso. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da te e non è una giustificazione dire che non è colpa tua, che non è stata una tua scelta quella di comportarsi in quel modo.
Anche la mamma mi ha deluso. Dopo avermi vista in lacrime, disperata, spaventata, è scoppiata a ridere e ha perfino tentato di scaricare la colpa su di me.
Tu mi hai fatto morire di paura. Nessuno era arrivato a tanto.
D'accordo, usarti come puff non è stata un'idea brillante, ma potevi dirmi che non eri d'accordo. Avrei sicuramente desistito.
Invece no!
Sei rimasto in silenzio tutto il tempo assecondandomi, salvo poi lanciare un urlo fortissimo e disintegrarti in mille pezzi sotto il peso del mio corpo.
Nel giro di pochi istanti mi sono ritrovata a terra, con le orecchie che mi fischiavano per il forte botto e senza aver capito esattamente cosa fosse successo.
Ho cominciato a urlare per la paura. Sempre urlando, mi sono voltata e ho visto che tu non c'eri più.
Ho uralto più forte.
E' arrivata la mamma che, ridendo, mi ha presa in braccio e ha cercato di calmarmi.
Dall'alto, anche se la vista era appannata dalle lacrime, vedevo solo brandelli minuscoli e colorati dove fino qualche istante prima c'eri tu.
La mamma ha tentato di spiegarmi che se mi siedo su un palloncino e comincio a saltarci sopra, è normale che poi esploda. Ma perchè devo scoprire queste cose a danno fatto?
Viste tutte le ore passate assieme, non potevi essere così gentile da insegnarmelo tu invece di stare sempre zitto, o arrabbiarti e sparire quando le cose non ti andavano più bene?
E poi, ti sembra giusto spaventarmi in quel modo?
Se nei prossimi giorni pensi di tornare, prometto che starò attenta, ma tu cerca di essere più corretto nei miei confronti e soprattutto meno lunatico.
Grazie.
Ci siamo conosciuti un giorno per caso.
Non ricordo se c'era il sole oppure pioveva, se faceva caldo oppure battevo i denti dal freddo. Ricordo solo che ci siamo piaciuti subito.
La nostra è stata un'amicizia che nel corso del tempo si è modificata, perchè tu inspiegabilmente sparivi e poi riapparivi radicalmente cambiato, oppure esattamente uguale a prima.
Ma io ti ho voluto bene lo stesso, nonstante i tuoi continui mutamenti.
Quando eri solo in disparte venivo a cercarti per giocare insieme, a volte eri tu a ronzarmi intorno, mentre io ero impegnata in tutto altro.
Quando giocavamo all'aperto ero io stare attenta che non finissi in posti pericolosi, o dai quali io non sarei riuscita più a farti uscire.
Ricordo un giorno di vento forte. Eravamo fuori a rincorrerci e tu hai cominciato a saltare.
Saltavi talmete in alto che non riuscivo a starti dietro, ci provavo, ma le mie gambe ancora troppo corte, non volevano saperne di sollevarsi da terra oltre un certo limite.
Ti ho pregato di smetterla perhè io non riuscivo a seguire quel ritmo. Hai fatto finta di non sentirmi.
Ho alzato la voce. Mi hai ignorato.
Anzi, peggio ancora, ti sei offeso e ad un certo punto te ne sei andato senza dare spiegazioni.
Io sono scoppiata a piangere.
Nonostante tutto però, io c'ero sempre quando decidevi di tornare.
Pensavo: "In fondo non è cattivo, ha solo un carattere difficile". Questo fino a qualche giorno fa.
Sì perchè, l'altra sera, mi hai proprio deluso. Non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da te e non è una giustificazione dire che non è colpa tua, che non è stata una tua scelta quella di comportarsi in quel modo.
Anche la mamma mi ha deluso. Dopo avermi vista in lacrime, disperata, spaventata, è scoppiata a ridere e ha perfino tentato di scaricare la colpa su di me.
Tu mi hai fatto morire di paura. Nessuno era arrivato a tanto.
D'accordo, usarti come puff non è stata un'idea brillante, ma potevi dirmi che non eri d'accordo. Avrei sicuramente desistito.
Invece no!
Sei rimasto in silenzio tutto il tempo assecondandomi, salvo poi lanciare un urlo fortissimo e disintegrarti in mille pezzi sotto il peso del mio corpo.
Nel giro di pochi istanti mi sono ritrovata a terra, con le orecchie che mi fischiavano per il forte botto e senza aver capito esattamente cosa fosse successo.
Ho cominciato a urlare per la paura. Sempre urlando, mi sono voltata e ho visto che tu non c'eri più.
Ho uralto più forte.
E' arrivata la mamma che, ridendo, mi ha presa in braccio e ha cercato di calmarmi.
Dall'alto, anche se la vista era appannata dalle lacrime, vedevo solo brandelli minuscoli e colorati dove fino qualche istante prima c'eri tu.
La mamma ha tentato di spiegarmi che se mi siedo su un palloncino e comincio a saltarci sopra, è normale che poi esploda. Ma perchè devo scoprire queste cose a danno fatto?
Viste tutte le ore passate assieme, non potevi essere così gentile da insegnarmelo tu invece di stare sempre zitto, o arrabbiarti e sparire quando le cose non ti andavano più bene?
E poi, ti sembra giusto spaventarmi in quel modo?
Se nei prossimi giorni pensi di tornare, prometto che starò attenta, ma tu cerca di essere più corretto nei miei confronti e soprattutto meno lunatico.
Grazie.
venerdì 19 ottobre 2012
E' una vecchia storia...
Mercoledì sera ho finito di leggere il primo libro scaricato con l' e-book. L'ho comprato lunedì sera.
Vorrei chiedere a certi autori che scrivono veramente bellissime storie, di cambiare lavoro. Di fare altro, ad esempio darsi al sociale.
Non per mancanza di bravura, anzi. Non per un calo delle vendite improvviso (il libro che ho finito aveva migliaia di copie prenotate prima ancora di essere stampato).
No. Semplicemente perchè sennò manderanno all'aria la mia vita a lungo andare. E io finirò in compagnia di un'assistente sociale che mi ripete dolcemente "E' solo un momento, passerà. Stia tranquilla" con lo sguardo di chi mente sapendo di mentire.
Purtroppo quando comincio un libro che mi piace ne divento completamente dipendente.
Mi immergo talmente nella lettura che tutto il resto svanisce. Non ci sono più appuntamenti, orari, legami familiari che tengano. E questo è abbastanza grave per una che deve accudire una bambina.
Nei due giorni impiegati a leggere il romanzo sono riuscita ad arrivare in ritardo a due appuntamenti di fila, scaricando poi la colpa sul traffico, la nana che piange etc...
In verità avevo calcolato che, tra la fine della fase di vestizione e quella dell'uscita da casa, avevo un buco di dieci minuti.
Ho preso l'e-book e mi sono messa a leggere e, magicamente, le lancette del mio orologio in dieci minuti si sono spostate di mezz'ora!
E questo è niente.
Le mie permanenze in bagno sono diventate secolari. Ho chiamato i nonni perchè si tenessero la nana, perchè sì dovevo uscire e andare via senza di lei, ma soprattutto perchè al ritorno potevo starmene almeno un paio d'ore in santa pace a leggere.
Quindi, cari scrittori pieni di innegabile talento, perchè volete rovinare così la mia vita sociale?
Perchè volete ridurmi a topo di biblioteca, rinchiusa in casa tutto il giorno con la testa immersa nelle vostre opere??
Adesso dovrei andare a ricaricare la carta prepagata, quando l'ho aperta ci ho messo dentro il minimo sindacale, poi stasera che faccio??
Scarico un altro libro sapendo che per i prossimi tre giorni sarò "non reperibile" o aspetto??
Vorrei chiedere a certi autori che scrivono veramente bellissime storie, di cambiare lavoro. Di fare altro, ad esempio darsi al sociale.
Non per mancanza di bravura, anzi. Non per un calo delle vendite improvviso (il libro che ho finito aveva migliaia di copie prenotate prima ancora di essere stampato).
No. Semplicemente perchè sennò manderanno all'aria la mia vita a lungo andare. E io finirò in compagnia di un'assistente sociale che mi ripete dolcemente "E' solo un momento, passerà. Stia tranquilla" con lo sguardo di chi mente sapendo di mentire.
Purtroppo quando comincio un libro che mi piace ne divento completamente dipendente.
Mi immergo talmente nella lettura che tutto il resto svanisce. Non ci sono più appuntamenti, orari, legami familiari che tengano. E questo è abbastanza grave per una che deve accudire una bambina.
Nei due giorni impiegati a leggere il romanzo sono riuscita ad arrivare in ritardo a due appuntamenti di fila, scaricando poi la colpa sul traffico, la nana che piange etc...
In verità avevo calcolato che, tra la fine della fase di vestizione e quella dell'uscita da casa, avevo un buco di dieci minuti.
Ho preso l'e-book e mi sono messa a leggere e, magicamente, le lancette del mio orologio in dieci minuti si sono spostate di mezz'ora!
E questo è niente.
Le mie permanenze in bagno sono diventate secolari. Ho chiamato i nonni perchè si tenessero la nana, perchè sì dovevo uscire e andare via senza di lei, ma soprattutto perchè al ritorno potevo starmene almeno un paio d'ore in santa pace a leggere.
Quindi, cari scrittori pieni di innegabile talento, perchè volete rovinare così la mia vita sociale?
Perchè volete ridurmi a topo di biblioteca, rinchiusa in casa tutto il giorno con la testa immersa nelle vostre opere??
Adesso dovrei andare a ricaricare la carta prepagata, quando l'ho aperta ci ho messo dentro il minimo sindacale, poi stasera che faccio??
Scarico un altro libro sapendo che per i prossimi tre giorni sarò "non reperibile" o aspetto??
mercoledì 17 ottobre 2012
Fast and Furios
Metti in moto.
E' una vita che non lo fai. Hai paura che vedendoti il motore si rifuiti di partire, invece stranamente è clemete e risponde alla prima chiamata.
Senti uno strano formicolio sulle labbra, guardandoti attraverso lo specchietto, ti accorgi che le hai serrate in una strana smorfia che sottolinea il tuo stato di agitazione. Forse se provi a distendere un pò i muscoli la tua espressione risulterà meno orrenda.
Tenti di sorridere. Nonostante gli sforzi hai sempre l'aria di una che stà andando al patibolo. Pazienza.
Ok ci siamo.
Freccia.
Prima.
Seconda.
Terza.
Non sembra poi andare male, non sei così arrugginita allora. Magari te la cavi senza uccidere nessuno, almeno per oggi.
I tuoi muscoli facciali cominciano a rilassarsi, riesci a concentrarti sulle facce di chi ti affianca, quando ti accorgi che sei arrivata nel punto in cui ci si immette nel caotico traffico cittadino.
"Posso farcela!" pensi.
Il semaforo diventa verde.
Prima.
Secon...No. Di nuovo prima perchè il bus davanti a te si è fermato.
Prima.
Seconda.
Terza. Altro semaforo rosso.
Ti fermi e vedi i lampeggianti della municipale poco più avanti, ovviamente sulla corsia che dovresti occupare tu.
Un incidente. Merda!
Fai passare un paio di pedoni ritardatari e riparti, scrutando all'orizzonte l'ingorgo che si stà formando.
Scooter che passano a destra e a sinistra, auto ferme con la freccia lampeggiante, come un'estrema richiesta d'aiuto per uscire da quel casino.
Pian piano, facendo attenzione a non portare in trionfo specchietti e scooteristi impazziti, riesci a farti largo nell'intricato groviglio di lamiere.
Ricominci a respirare, funzione che avevi temporaneamente accantonato, per essere più concentrata sulle manovre da fare.
Abbassi il finestrino. Hai caldo.
La strada davanti a te è nuovamente libera.
Il tuo compagno di viaggio ti avvisa che fra qualche metro dovrai entrare in una strada sulla tua destra.
"Bene. Non c'è problema " pensi.
Metti la freccia e giri dentro questa piccola ed insignificante stradina. Anche qui c'è fila. Il camion della nettezza urbana davanti a te, si ferma davanti ad ogni bottino della spazzatura.
Ti rendi conto che ce ne sono veramente tanti e, per l'occasione, maledici il Comune che manda i camion a ritirare l'immondizia a quell'ora infame!
Dopo un lasso di tempo imprecisato riesci a trovare uno sbocco e toglierti dai piedi i netturbini automuniti.
La strada è sempre poco spaziosa, ma sai che da lì a poco ti ritroverai di nuovo su una carreggiata ben più larga e comoda.
All'improvviso da dietro un bidone della Caritas sbuca una vecchietta che, incurante delle strisce pedonali pochi metri più in là, si butta in mezzo alla strada.
Inchiodi. Ti si spegne il motore. Imprechi e parti in velocità prima che l'auto dietro di te abbia da ridire.
Ancora qualche metro e sarai sulla strada principale.
"Ce la posso fare" Ti rassicuri fra te e te.
Ma.....da una via laterale esce, con fare molto convinto, un'utilitaria. Disgraziatamente ha pure la precedenza.
Benchè si sia materializzata all'improvviso, riesci a fermarti appena in tempo senza far morire il motore.
L'utilitaria arriva circa a metà dell'incrocio con il muso e poi...caccia la retro. Doveva solo parcheggiare.
Digrigni i denti e questo, lo sai per certo, ti avrà dato un aspetto ancora più orribile.
In un modo e nell'altro sei alla fine di questo calvario di via. Arrivi al semaforo che è ovviamente rosso. Ti fermi e guardi il tuo compagno di viaggio che non frattempo non ha fatto una piega. Gli occhiali da sole non ti permettono di vedere la sua espressione, forse è morto per infarto o forse stà dormendo.
Ma non hai tempo di chiederglielo perchè scatta il verde.
Riparti girando finalmente su questa benedetta strada a più corsie.
"E' fatta!" pensi "Da qui alla meta tutto facile!"
Da dietro senti un rumore di sirene spiegate. Un'ambulanza.
"Ma non è possibile! Tutti oggi??!!!"
Accosti per farla passare e, nel frattempo, pensi che al prossimo semaforo ci saranno sicuramente i marziani, che hanno occupato la corsia per chiedere informazioni e vorranno avere anche la precedenza!!
E' una vita che non lo fai. Hai paura che vedendoti il motore si rifuiti di partire, invece stranamente è clemete e risponde alla prima chiamata.
Senti uno strano formicolio sulle labbra, guardandoti attraverso lo specchietto, ti accorgi che le hai serrate in una strana smorfia che sottolinea il tuo stato di agitazione. Forse se provi a distendere un pò i muscoli la tua espressione risulterà meno orrenda.
Tenti di sorridere. Nonostante gli sforzi hai sempre l'aria di una che stà andando al patibolo. Pazienza.
Ok ci siamo.
Freccia.
Prima.
Seconda.
Terza.
Non sembra poi andare male, non sei così arrugginita allora. Magari te la cavi senza uccidere nessuno, almeno per oggi.
I tuoi muscoli facciali cominciano a rilassarsi, riesci a concentrarti sulle facce di chi ti affianca, quando ti accorgi che sei arrivata nel punto in cui ci si immette nel caotico traffico cittadino.
"Posso farcela!" pensi.
Il semaforo diventa verde.
Prima.
Secon...No. Di nuovo prima perchè il bus davanti a te si è fermato.
Prima.
Seconda.
Terza. Altro semaforo rosso.
Ti fermi e vedi i lampeggianti della municipale poco più avanti, ovviamente sulla corsia che dovresti occupare tu.
Un incidente. Merda!
Fai passare un paio di pedoni ritardatari e riparti, scrutando all'orizzonte l'ingorgo che si stà formando.
Scooter che passano a destra e a sinistra, auto ferme con la freccia lampeggiante, come un'estrema richiesta d'aiuto per uscire da quel casino.
Pian piano, facendo attenzione a non portare in trionfo specchietti e scooteristi impazziti, riesci a farti largo nell'intricato groviglio di lamiere.
Ricominci a respirare, funzione che avevi temporaneamente accantonato, per essere più concentrata sulle manovre da fare.
Abbassi il finestrino. Hai caldo.
La strada davanti a te è nuovamente libera.
Il tuo compagno di viaggio ti avvisa che fra qualche metro dovrai entrare in una strada sulla tua destra.
"Bene. Non c'è problema " pensi.
Metti la freccia e giri dentro questa piccola ed insignificante stradina. Anche qui c'è fila. Il camion della nettezza urbana davanti a te, si ferma davanti ad ogni bottino della spazzatura.
Ti rendi conto che ce ne sono veramente tanti e, per l'occasione, maledici il Comune che manda i camion a ritirare l'immondizia a quell'ora infame!
Dopo un lasso di tempo imprecisato riesci a trovare uno sbocco e toglierti dai piedi i netturbini automuniti.
La strada è sempre poco spaziosa, ma sai che da lì a poco ti ritroverai di nuovo su una carreggiata ben più larga e comoda.
All'improvviso da dietro un bidone della Caritas sbuca una vecchietta che, incurante delle strisce pedonali pochi metri più in là, si butta in mezzo alla strada.
Inchiodi. Ti si spegne il motore. Imprechi e parti in velocità prima che l'auto dietro di te abbia da ridire.
Ancora qualche metro e sarai sulla strada principale.
"Ce la posso fare" Ti rassicuri fra te e te.
Ma.....da una via laterale esce, con fare molto convinto, un'utilitaria. Disgraziatamente ha pure la precedenza.
Benchè si sia materializzata all'improvviso, riesci a fermarti appena in tempo senza far morire il motore.
L'utilitaria arriva circa a metà dell'incrocio con il muso e poi...caccia la retro. Doveva solo parcheggiare.
Digrigni i denti e questo, lo sai per certo, ti avrà dato un aspetto ancora più orribile.
In un modo e nell'altro sei alla fine di questo calvario di via. Arrivi al semaforo che è ovviamente rosso. Ti fermi e guardi il tuo compagno di viaggio che non frattempo non ha fatto una piega. Gli occhiali da sole non ti permettono di vedere la sua espressione, forse è morto per infarto o forse stà dormendo.
Ma non hai tempo di chiederglielo perchè scatta il verde.
Riparti girando finalmente su questa benedetta strada a più corsie.
"E' fatta!" pensi "Da qui alla meta tutto facile!"
Da dietro senti un rumore di sirene spiegate. Un'ambulanza.
"Ma non è possibile! Tutti oggi??!!!"
Accosti per farla passare e, nel frattempo, pensi che al prossimo semaforo ci saranno sicuramente i marziani, che hanno occupato la corsia per chiedere informazioni e vorranno avere anche la precedenza!!
sabato 13 ottobre 2012
Diventeranno Poveri
Le mie finanze nel prossimi mesi subiranno un improvviso ribasso.
Sò già che spenderò più di quel che posso permettermi al momento, cioè non proprio tutto quello che vorrei.
Ma chissenefrega!!
Qualche giorno fa era il compleanno della dolce metà e ieri, gli amici che erano a cena, hanno pensato di portare un regalo per entrambi: un kindle touch.
La dolce metà non era nemmero a conoscenza dell'esistenza di una cosa simile. Io invece, come ho aperto il pacchetto, ho avuto un aumento della salivazione.
La dolce metà continua a sostenere che lui preferisce i libri stamapati su carta, concordo con lui, ma visto che ci hanno omaggiato di questo tecnologissimo oggetto, perchè non utilizzarlo al meglio?
Quindi, appena riuscirò a passare in posta a fare una pidocchiosissima carta prepagata, comincerò a dilapidare il mio patrimonio acquistando libri su amazon.
Il kindle touch è improvvisamente diventato il MIO regalo per il mio NON COMPLEANNO!
Sò già che spenderò più di quel che posso permettermi al momento, cioè non proprio tutto quello che vorrei.
Ma chissenefrega!!
Qualche giorno fa era il compleanno della dolce metà e ieri, gli amici che erano a cena, hanno pensato di portare un regalo per entrambi: un kindle touch.
La dolce metà non era nemmero a conoscenza dell'esistenza di una cosa simile. Io invece, come ho aperto il pacchetto, ho avuto un aumento della salivazione.
La dolce metà continua a sostenere che lui preferisce i libri stamapati su carta, concordo con lui, ma visto che ci hanno omaggiato di questo tecnologissimo oggetto, perchè non utilizzarlo al meglio?
Quindi, appena riuscirò a passare in posta a fare una pidocchiosissima carta prepagata, comincerò a dilapidare il mio patrimonio acquistando libri su amazon.
Il kindle touch è improvvisamente diventato il MIO regalo per il mio NON COMPLEANNO!
mercoledì 10 ottobre 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XXIV puntata
CAMALEONTE
La giornata di una piccola massacratrice di timpani, come a volte vengo chiamata, è costituita da tutta una serie di azioni molto ripetitive, alcune non sono molto piacevoli.
Si comincia subito di prima mattina. Ti alzi, fai colazione e poi c'è.... la metamorfosi.
E' una cosa un pò fastidiosa ma, a seconda del tempo e della stagione, se ne allunga o se ne accorcia la durata. Quella della mattina è sicuramente la più scocciante in certe occasioni.
Hai appena finito di fare colazione sul tuo seggiolone, ti stai godendo tutto il beneficio di mettersi le dita nel naso/orecchi/bocca in santa pace, quando arriva qualcuno a romperti le scatole.
Non è che ti porta in un posto fighissimo e allora puoi dire "Vabbè, non mi lascia scaccolare in pace ma almeno siamo in un posto nuovo"
No. Ti riporta in camera tua. Stanza che conosci a memoria, sede di lunghi pianti e numerosi tentativi di fuga dal lettino.
Vieni "delicatamente" poggiata sul fasciatoio.
Il grado di delicatezza varia a seconda del tuo stato in quel momento: se sei ancora semi addormentata e quindi in stato catatonico, verrai adagiata come una reliquia sacra. Se invece sei già sveglia, non te ne frega niente di stare là e vorresti andare a fare altro, ecco, in quell' occasione, verrai praticamente lanciata con tentativi di ammortizzazione dell'impatto solo a fine corsa.
Una volta sul fasciatoio ti cambiano pannolino, ti tolgono il pigiama e poi comincia la laboriosa operazione.
Di solito la mamma o il papà ti abbandona lì sopra initimandoti di non muoverti, mentre si mettono a cercare dentro ai cassetti.
Resti là sopra mezza nuda, hai freddo, hai sonno e hai un sacco di cose da fare, invece ti tocca star distesa ad aspettare.
Dopo aver scavato minimo cinque minuti dentro i cassetti, scartato tre o quattro cose con giustificazioni del tipo: "Questo non mi piace", "Questo non ti stà più", "Questo è ancora troppo grande", tornano da te tutti soddisfatti di cosa hanno scelto.
Magari a te non piace l'accostamento dei vari indumenti, ma loro sembrano così contenti che è un peccato contraddirli.
Cominciano sempre dai piedi. Te li infilano dentro a degli strani sacchetti di stoffa fin troppo facili da sfilare.
Poi si passa alle gambe. La metamorfosi cambia spesso, possono coprirle con pantaloni lunghi, pantaloni corti o gonne.
Quelli che amo di più sono i pantaloni, quelle che mi piaccioni meno sono le gonne: d'estate se sei in gonna e cadi ti fai male, d'inverno ti tocca metterci sotto delle strane calze lunghe lunghe.
Finito con le gambe di solito sono già stufa di stare ferma e tento di andarmene. Vani tentativi, come provi a muoverti, ti sono tutti addosso.
Si passa alla parte superiore . Qui i cambiamenti di giorno in giorno sono molteplici: cambiano i modelli, i colori, la quantità di indumenti.
L'inverno è sicuramente la stagione peggiore, ben che vada devono infilarti almeno due, tre cose.
Di solito l'operazione risulta essere molto impegnativa perchè io sono stufa di stare ferma e non collaboro molto, e certe maglie sono veramente improponibili da indossare: lacci, laccetti, bottoni, zip, e chi più ne ha più ne metta. Invece di vestire una bambina sembra stiano chiudendo una cassaforte.
E poi sembra di fare ginnastica: tirati su, infila il braccio qui, alza la mano e così via.
Il tocco finale, quando proprio non ne puoi più, sono le scarpe. Un incubo.
Quando fa caldo te la cavi con poco e velocemente, a volte ti graziano decidendo di non metterti proprio niente. D'inverno la scelta è difficile, la messa in opera ancora più complicata.
O il guardiano di turno confonde la scarpa destra con la sinistra, o sono strette e i tuoi piedi fanno fatica ad entrarci, o i lacci si slacciano con troppa facilità, insomma c'è sempre un motivo per far durare questa cosa più del dovuto.
Quando finalmente sei vestita dalla testa ai piedi ti senti già stanca e nervosa. Guardi i tuoi genitori e noti che loro sono nel medesimo stato... e loro non hanno dovuto neanche fare ginnastica.
La giornata di una piccola massacratrice di timpani, come a volte vengo chiamata, è costituita da tutta una serie di azioni molto ripetitive, alcune non sono molto piacevoli.
Si comincia subito di prima mattina. Ti alzi, fai colazione e poi c'è.... la metamorfosi.
E' una cosa un pò fastidiosa ma, a seconda del tempo e della stagione, se ne allunga o se ne accorcia la durata. Quella della mattina è sicuramente la più scocciante in certe occasioni.
Hai appena finito di fare colazione sul tuo seggiolone, ti stai godendo tutto il beneficio di mettersi le dita nel naso/orecchi/bocca in santa pace, quando arriva qualcuno a romperti le scatole.
Non è che ti porta in un posto fighissimo e allora puoi dire "Vabbè, non mi lascia scaccolare in pace ma almeno siamo in un posto nuovo"
No. Ti riporta in camera tua. Stanza che conosci a memoria, sede di lunghi pianti e numerosi tentativi di fuga dal lettino.
Vieni "delicatamente" poggiata sul fasciatoio.
Il grado di delicatezza varia a seconda del tuo stato in quel momento: se sei ancora semi addormentata e quindi in stato catatonico, verrai adagiata come una reliquia sacra. Se invece sei già sveglia, non te ne frega niente di stare là e vorresti andare a fare altro, ecco, in quell' occasione, verrai praticamente lanciata con tentativi di ammortizzazione dell'impatto solo a fine corsa.
Una volta sul fasciatoio ti cambiano pannolino, ti tolgono il pigiama e poi comincia la laboriosa operazione.
Di solito la mamma o il papà ti abbandona lì sopra initimandoti di non muoverti, mentre si mettono a cercare dentro ai cassetti.
Resti là sopra mezza nuda, hai freddo, hai sonno e hai un sacco di cose da fare, invece ti tocca star distesa ad aspettare.
Dopo aver scavato minimo cinque minuti dentro i cassetti, scartato tre o quattro cose con giustificazioni del tipo: "Questo non mi piace", "Questo non ti stà più", "Questo è ancora troppo grande", tornano da te tutti soddisfatti di cosa hanno scelto.
Magari a te non piace l'accostamento dei vari indumenti, ma loro sembrano così contenti che è un peccato contraddirli.
Cominciano sempre dai piedi. Te li infilano dentro a degli strani sacchetti di stoffa fin troppo facili da sfilare.
Poi si passa alle gambe. La metamorfosi cambia spesso, possono coprirle con pantaloni lunghi, pantaloni corti o gonne.
Quelli che amo di più sono i pantaloni, quelle che mi piaccioni meno sono le gonne: d'estate se sei in gonna e cadi ti fai male, d'inverno ti tocca metterci sotto delle strane calze lunghe lunghe.
Finito con le gambe di solito sono già stufa di stare ferma e tento di andarmene. Vani tentativi, come provi a muoverti, ti sono tutti addosso.
Si passa alla parte superiore . Qui i cambiamenti di giorno in giorno sono molteplici: cambiano i modelli, i colori, la quantità di indumenti.
L'inverno è sicuramente la stagione peggiore, ben che vada devono infilarti almeno due, tre cose.
Di solito l'operazione risulta essere molto impegnativa perchè io sono stufa di stare ferma e non collaboro molto, e certe maglie sono veramente improponibili da indossare: lacci, laccetti, bottoni, zip, e chi più ne ha più ne metta. Invece di vestire una bambina sembra stiano chiudendo una cassaforte.
E poi sembra di fare ginnastica: tirati su, infila il braccio qui, alza la mano e così via.
Il tocco finale, quando proprio non ne puoi più, sono le scarpe. Un incubo.
Quando fa caldo te la cavi con poco e velocemente, a volte ti graziano decidendo di non metterti proprio niente. D'inverno la scelta è difficile, la messa in opera ancora più complicata.
O il guardiano di turno confonde la scarpa destra con la sinistra, o sono strette e i tuoi piedi fanno fatica ad entrarci, o i lacci si slacciano con troppa facilità, insomma c'è sempre un motivo per far durare questa cosa più del dovuto.
Quando finalmente sei vestita dalla testa ai piedi ti senti già stanca e nervosa. Guardi i tuoi genitori e noti che loro sono nel medesimo stato... e loro non hanno dovuto neanche fare ginnastica.
lunedì 8 ottobre 2012
Growing up
Quando ero piccola i miei genitori mi ripetevano di continuo:
"Non fare questo"
"Non fare quello"
"Non toccare questo"
"Non andare là"
il tutto finiva sempre con una frase
"Non è un gioco/posto per bambini. E' roba per grandi".
Io ricordo ancora molto bene il senso di fastidio che provavo puntualmente. Trovavo la cosa veramente ingiusta, tenermi lontana dalle cose che mi interessavano solo perchè ero bambina.
Di solito protestavo, venivo brontolata e, dopo un pò, mi mettevo il cuore in pace. Mi rassegnavo: per poter fare quella determinata cosa bisognava aspettare di essere grandi.
Diventare grandi la vedevo come una cosa molto lontana nel tempo e io avevo fretta di crescere. Non capivo mai perchè mia nonna ogni tanto mi chiedesse "Perchè hai tanta voglia di diventar grande?", come se dietro ci si nascondesse chissà quale tranello.
Oggi ho passato tutto il pomeriggio a ripetere a mia figlia le stesse cose che i miei dicevano a me.
Ergo, io sono la persona grande. Io sono finalmente cresciuta. Io posso fare/andare dove voglio.
Tutti quei lunghissimi anni che mi ero immaginata dovessero passare prima di raggiungere la meta, evidentemente sono passati.
La sensazione di fastidio infantile è stata sostituita da una buona dose di preoccupazione.
Quale sarà la prossima meta? Quanti anni ci vorranno prima di raggiungerla?
"Non fare questo"
"Non fare quello"
"Non toccare questo"
"Non andare là"
il tutto finiva sempre con una frase
"Non è un gioco/posto per bambini. E' roba per grandi".
Io ricordo ancora molto bene il senso di fastidio che provavo puntualmente. Trovavo la cosa veramente ingiusta, tenermi lontana dalle cose che mi interessavano solo perchè ero bambina.
Di solito protestavo, venivo brontolata e, dopo un pò, mi mettevo il cuore in pace. Mi rassegnavo: per poter fare quella determinata cosa bisognava aspettare di essere grandi.
Diventare grandi la vedevo come una cosa molto lontana nel tempo e io avevo fretta di crescere. Non capivo mai perchè mia nonna ogni tanto mi chiedesse "Perchè hai tanta voglia di diventar grande?", come se dietro ci si nascondesse chissà quale tranello.
Oggi ho passato tutto il pomeriggio a ripetere a mia figlia le stesse cose che i miei dicevano a me.
Ergo, io sono la persona grande. Io sono finalmente cresciuta. Io posso fare/andare dove voglio.
Tutti quei lunghissimi anni che mi ero immaginata dovessero passare prima di raggiungere la meta, evidentemente sono passati.
La sensazione di fastidio infantile è stata sostituita da una buona dose di preoccupazione.
Quale sarà la prossima meta? Quanti anni ci vorranno prima di raggiungerla?
venerdì 5 ottobre 2012
Schiamazzi notturni
Suono assordante di batteria e chitarra elettrica suonate contemporaneamente piuttosto male.
X: Finitela voi due!!
Y lancia un'occhiata all'amico senza capire e continua a suonare. Z non lo calcola nemmeno.
X comincia ad urlare
"VOLETE FARE SILENZIO!!!!"
La musica si interrompe
Y: "Scusa, hai detto qualcosa??"
X: "Sì, che dovete smetterla con questo casino!!"
Z: "Perchè? Non ti piace la nostra canzone?"
X: "NO. E comunque sono le sei di mattina e i vicini sono venuti a lamentarsi già un paio di volte!"
Z: "I vicini sono solo degli spocchiosi arroganti"
Y: "Concordo. Solo perchè stanno al piano di sopra, nella "stanza dei bottoni", si credono dei vip."
X: "E questo cosa c'entra?! Hanno tutto il diritto di protestare visto il fracasso che state facendo!"
Z: "Non apprezzano l'arte, razza di palloni gonfiati...e....uno...due...tre...."
La musica riparte più forte e scoordinata che mai.
X: "NON AVETE CAPITO NIENTE ALLORA!!!"
Y: "Uffa! Ma cos'hai ancora da interromperci? Proprio adesso che stavamo provando questo passaggio
difficile"
X: "Razza di idioti, non avete pensato che se si sveglia la capocasa qui finisce come l'ultima volta?"
Z: "Oh no. Y ti ricordi come è andata l'altra volta?!!"
Y: "E come faccio a dimenticarlo? Ho ancora i lividi...ma questa volta è diverso! Se arrivano quei prepotenti vestiti tutti di bianco a farci sloggiare, noi ci difenderemo!! Giusto Z?
Z: "Se lo dici tu...."
X: "Ehi cuor di leone, guarda che sarà meglio che cominci ad affilare le armi perchè la capo casa si è svegliata"
Y: "Ah. Ma sei proprio sicuro? Magari è solo andata in bagno"
X: " Sono proprio sicuro! E' appena entrata in cucina e stà per versarsi nel bicchiere quella polverina bianca piena di principi attivi che, entro mezz'ora, arriveranno qui e vi faranno sbaraccare. Poi non dite che non vi avevo avvisato."
Z: "In nome della musica...io me la squaglio. addio!"
Z raccoglie le sue cose e se la fila in velocità.
X: "Resti solo tu. Cosa pensi si fare?? Difenderti a colpi di assolo di chitarra? Stanno arrivando!"
Y: "D'accordo, d'accordo hanno vinto di nuovo loro. Adesso me ne vado anche io. Non si può fare un pò di musica in pace nemmeno a casa propria!"
Ho sempre detto che l'asprina e i suoi colleghi anti infiammatori sono un'ottimo rimedio contro il mal di testa martellante notturno.
X: Finitela voi due!!
Y lancia un'occhiata all'amico senza capire e continua a suonare. Z non lo calcola nemmeno.
X comincia ad urlare
"VOLETE FARE SILENZIO!!!!"
La musica si interrompe
Y: "Scusa, hai detto qualcosa??"
X: "Sì, che dovete smetterla con questo casino!!"
Z: "Perchè? Non ti piace la nostra canzone?"
X: "NO. E comunque sono le sei di mattina e i vicini sono venuti a lamentarsi già un paio di volte!"
Z: "I vicini sono solo degli spocchiosi arroganti"
Y: "Concordo. Solo perchè stanno al piano di sopra, nella "stanza dei bottoni", si credono dei vip."
X: "E questo cosa c'entra?! Hanno tutto il diritto di protestare visto il fracasso che state facendo!"
Z: "Non apprezzano l'arte, razza di palloni gonfiati...e....uno...due...tre...."
La musica riparte più forte e scoordinata che mai.
X: "NON AVETE CAPITO NIENTE ALLORA!!!"
Y: "Uffa! Ma cos'hai ancora da interromperci? Proprio adesso che stavamo provando questo passaggio
difficile"
X: "Razza di idioti, non avete pensato che se si sveglia la capocasa qui finisce come l'ultima volta?"
Z: "Oh no. Y ti ricordi come è andata l'altra volta?!!"
Y: "E come faccio a dimenticarlo? Ho ancora i lividi...ma questa volta è diverso! Se arrivano quei prepotenti vestiti tutti di bianco a farci sloggiare, noi ci difenderemo!! Giusto Z?
Z: "Se lo dici tu...."
X: "Ehi cuor di leone, guarda che sarà meglio che cominci ad affilare le armi perchè la capo casa si è svegliata"
Y: "Ah. Ma sei proprio sicuro? Magari è solo andata in bagno"
X: " Sono proprio sicuro! E' appena entrata in cucina e stà per versarsi nel bicchiere quella polverina bianca piena di principi attivi che, entro mezz'ora, arriveranno qui e vi faranno sbaraccare. Poi non dite che non vi avevo avvisato."
Z: "In nome della musica...io me la squaglio. addio!"
Z raccoglie le sue cose e se la fila in velocità.
X: "Resti solo tu. Cosa pensi si fare?? Difenderti a colpi di assolo di chitarra? Stanno arrivando!"
Y: "D'accordo, d'accordo hanno vinto di nuovo loro. Adesso me ne vado anche io. Non si può fare un pò di musica in pace nemmeno a casa propria!"
Ho sempre detto che l'asprina e i suoi colleghi anti infiammatori sono un'ottimo rimedio contro il mal di testa martellante notturno.
mercoledì 3 ottobre 2012
Cambi di stagione
Come avrete notato ho cambiato l'immagine di sfondo.
Il tramonto sulla spiaggia aveva cominciato a stufare, almeno me.
No. Non è che il blog è diventato strafigo e quindi lo leggono tutte le persone segnate sul contatore, sono tutti gli aggiornamenti fatti prima di trovare un'immagine decente da mettere che ha fatto lievitare il numero.
Quando riuscirò ad avere veramente tutti quei lettori in un solo giorno, probabilmente non sarò più io a scrivere il blog.
Ringrazio comunque quelle quindici, venti persone che lo leggono sempre e comunque nonostante le stupidaggini che riesco a pubblicarci sopra.
Il tramonto sulla spiaggia aveva cominciato a stufare, almeno me.
No. Non è che il blog è diventato strafigo e quindi lo leggono tutte le persone segnate sul contatore, sono tutti gli aggiornamenti fatti prima di trovare un'immagine decente da mettere che ha fatto lievitare il numero.
Quando riuscirò ad avere veramente tutti quei lettori in un solo giorno, probabilmente non sarò più io a scrivere il blog.
Ringrazio comunque quelle quindici, venti persone che lo leggono sempre e comunque nonostante le stupidaggini che riesco a pubblicarci sopra.
martedì 2 ottobre 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XXIII puntata
FESTEGGIAMENTI
Fa caldo. Anche se fuori piove qui dentro fa caldo e io sono sudata.
Intorno a me tutti si agitano. Mani che volano in aria, piedi che saltano, gambe in continuo movimento, i colletti delle camicie si allentano, le giacche vengono abbandonate sulle poltrone, il rossetto delle signore comincia a perdere d'intensità.
Tutti hanno caldo ma nessuno sembra avere intenzione di fermarsi.
La musica continua a risuonarmi nelle orecchie. Il cantante è una macchina da guerra, ormai sono ore che suona e canta senza sosta.
Per un attimo smetto di fissare la folla in agitazione e davanti a me passano LORO, ovvero LUI e LEI, i festeggiati.
LEI è vestita con un grande abito bianco pieno di perline che brillano sotto la luce.
La mamma continua a dire che è bellissima, a me LEI, ricorda quelle principesse che vedo nelle favole di cui ogni tanto addento la copertina o strappo qualche pagina.
Balla ormai da ore in mezzo alla pista ma sembra meno stanca degli altri e, il colore che ha sugli occhi e i capelli, colano meno respetto alle altre.
Anche la mamma ha gli occhi colorati oggi.
Stamattina, dopo che ci siamo vestiti tutti a festa, è arrivata la zia, che ha messo seduta la mamma e ha cominciato a spalmarle sulla faccia strane polverine di colori diversi.
La cosa mi è sembrata strana ma poi, ho notato che qui tutte hanno il viso piedi di...di....truppo? No aspetta come si dice....Tappo?No, quello sà cos'è... Trucco!Ecco come si chiama!!
Poi si lamentano se io mi sporco le mani con i pennarelli....
LUI è vestito elegantemente, non ha trucco sul viso e i capelli sono corti, quindi stanno come vogliono loro.
LUI è da quando siamo arrivati qui che gira per i tavoli e tutti vogliono parlarci.
Come LEI, anche LUI, sembra proprio contento di quello che gli stà succedendo attorno, ma forse ora che si stà sbaciucchiando con LEI al centro della sala, è anche più contento.
Comunque LORO stamattina non erano così rialassati e neanche tutta la gente che ora è qui vicino a me.
Stamattina LORO hanno passato parecchio tempo in chiesa in prima fila, anche la mamma era lì davanti assieme ad altre persone e, mentre un omone parlava da un microfono guardando e sorridendogli, le persone sedute nei banchi dietro, avevano le reazioni più strane: c'era chi batteva le mani, chi rideva, chi piangeva, chi tossiva, chi tirava sù con il naso, chi si sistemava i capelli.
Il tutto mentre LORO si scambiavano anelli e strane promesse.
Io ho alzato e abbassato inginocchiatoi per un'ora e mezza e non è che mi sia proprio venuto da piangere.
Questi adulti, ridono, piangono, si arrabbiano senza motivo. Non riesci mai a capire cosa gli passa per la testa.
La musica continua a riempire la stanza e io, con il mio vestitino a fiori e le mie scarpette bianche, solo al centro della sala a ballare ormai da ore. Tutti mi guardano, mi sorridono, mi filmano ma io ho caldo e adesso mi è venuta pure fame. Chissà se c'è ancora un pezzo di torta?
E' la torta più grande che io abbia mai visto!
Cerco la mamma o il papà ma non li vedo. Chissà dietro quale colonna sono andati a nascondersi pur di non ballare!
Poi all'improvviso sento qualcuno che mi solleva da terra. E' papà, sembra che bisogna proprio tornare a casa. Peccato, adesso che mi stavo divertendo!
Fa caldo. Anche se fuori piove qui dentro fa caldo e io sono sudata.
Intorno a me tutti si agitano. Mani che volano in aria, piedi che saltano, gambe in continuo movimento, i colletti delle camicie si allentano, le giacche vengono abbandonate sulle poltrone, il rossetto delle signore comincia a perdere d'intensità.
Tutti hanno caldo ma nessuno sembra avere intenzione di fermarsi.
La musica continua a risuonarmi nelle orecchie. Il cantante è una macchina da guerra, ormai sono ore che suona e canta senza sosta.
Per un attimo smetto di fissare la folla in agitazione e davanti a me passano LORO, ovvero LUI e LEI, i festeggiati.
LEI è vestita con un grande abito bianco pieno di perline che brillano sotto la luce.
La mamma continua a dire che è bellissima, a me LEI, ricorda quelle principesse che vedo nelle favole di cui ogni tanto addento la copertina o strappo qualche pagina.
Balla ormai da ore in mezzo alla pista ma sembra meno stanca degli altri e, il colore che ha sugli occhi e i capelli, colano meno respetto alle altre.
Anche la mamma ha gli occhi colorati oggi.
Stamattina, dopo che ci siamo vestiti tutti a festa, è arrivata la zia, che ha messo seduta la mamma e ha cominciato a spalmarle sulla faccia strane polverine di colori diversi.
La cosa mi è sembrata strana ma poi, ho notato che qui tutte hanno il viso piedi di...di....truppo? No aspetta come si dice....Tappo?No, quello sà cos'è... Trucco!Ecco come si chiama!!
Poi si lamentano se io mi sporco le mani con i pennarelli....
LUI è vestito elegantemente, non ha trucco sul viso e i capelli sono corti, quindi stanno come vogliono loro.
LUI è da quando siamo arrivati qui che gira per i tavoli e tutti vogliono parlarci.
Come LEI, anche LUI, sembra proprio contento di quello che gli stà succedendo attorno, ma forse ora che si stà sbaciucchiando con LEI al centro della sala, è anche più contento.
Comunque LORO stamattina non erano così rialassati e neanche tutta la gente che ora è qui vicino a me.
Stamattina LORO hanno passato parecchio tempo in chiesa in prima fila, anche la mamma era lì davanti assieme ad altre persone e, mentre un omone parlava da un microfono guardando e sorridendogli, le persone sedute nei banchi dietro, avevano le reazioni più strane: c'era chi batteva le mani, chi rideva, chi piangeva, chi tossiva, chi tirava sù con il naso, chi si sistemava i capelli.
Il tutto mentre LORO si scambiavano anelli e strane promesse.
Io ho alzato e abbassato inginocchiatoi per un'ora e mezza e non è che mi sia proprio venuto da piangere.
Questi adulti, ridono, piangono, si arrabbiano senza motivo. Non riesci mai a capire cosa gli passa per la testa.
La musica continua a riempire la stanza e io, con il mio vestitino a fiori e le mie scarpette bianche, solo al centro della sala a ballare ormai da ore. Tutti mi guardano, mi sorridono, mi filmano ma io ho caldo e adesso mi è venuta pure fame. Chissà se c'è ancora un pezzo di torta?
E' la torta più grande che io abbia mai visto!
Cerco la mamma o il papà ma non li vedo. Chissà dietro quale colonna sono andati a nascondersi pur di non ballare!
Poi all'improvviso sento qualcuno che mi solleva da terra. E' papà, sembra che bisogna proprio tornare a casa. Peccato, adesso che mi stavo divertendo!
martedì 25 settembre 2012
Mattinata caotica
Il nano si sveglia stranamente tardi: nove e mezza. E' come se mi svegliassi all'ora di pranzo.
Io invece sono in piedi dalle sette e mezza e ho un sonno bestia, ma questo alla creatura non interessa affatto.
Dopo aver fatto colazione comincia a scorrazzare per casa.
- tira fuori i vestiti dai cassetti
- sparpaglia cd e dvd per tutta la casa
- si beve la soluzione fisiologica la cui confezione ho incautamente lasciato a portata di nano- sempre meglio di quella volta che si è leccata il tappo del detersivo per lavatrice, o dell'altro giorno che ha tentato di tirarsi in testa una scala di ferro. Sì lo so, non ricordatemelo, sono una pessima madre.
Ovviamente necessita almeno di due cambi di pannolino in questo breve lasso di tempo.
Nel frattempo la inseguo, argino i danni, provo a vestirmi e a vestirla. Alla fine ce la faccio e riesco anche ad infilarle quelle maledette scarpe.
Parebbe che siamo pronte per uscire, infilo il biberon in borsa e via.....verso la scarpiera. Stavo per uscire in ciabatte.
Con il trasloco sono finita ad abitare nella via più in pendenza della città. Quando te ne vai di casa a piedi è tutto facile e in discesa, quando torni è tutto in salita, una brutta salita.
Metto il nano in passeggino e mi avvio, per il ritorno prenderò il bus al caso.
Circa alla fine di questa impervia strada apro la borsa e scopro che il nano ha tirato fuori il biberon prima che uscissimo (probabilmente mentre mi mettevo le scarpe).
Cosa faccio? Torno indietro? No.
Vado dai miei a prendere quello che hanno loro? No. Perchè ce l'ho a casa io e mi sono dimenticata di riportarglielo.
Maledico il nano? Sì, quello sì, non servirà a risolvere il problema ma almeno mi sento meglio.
Decido che la cosa migliore da fare è cercare una farmacia/negozio/buco di posto che venda biberon.
Vi ricordate il famoso detto "Ti accorgi delle cose solo quando ti mancano"?
Ecco io stamattina ho scoperto un sacco di cose: non ci sono nelle vicinanze posti che vendano il suddetto articolo. Non tutte le farmacie vendono biberon e quelle che li vendono sono piene di vecchiette scostanti e maleducate.
Ma ce la facciamo a trovare un posto che mi offra questo genere di prima necessità e, ovviamente, lo pago a caro prezzo.
Di soldi ne spendo parecchi nel corso della mattinata, quindici euro da una parte, venti dall'altra, dieci dalla terze e così via.
Tutto fatto ovviamente litigando con il nano per farla star ferma dentro il passeggino, tenendola in braccio quando proprio non ne posso più e quando bisogna salire ai piani superiori dei negozi senza ascensore.
In qualche modo arriva l'ora di tornare a casa e di salire sul bus che mi riporterà in zona abitazione.
Salire su un mezzo pubblico implica tutta una serie di manovre, totalmente sconosciute a chi non si è trovato obbligato a cimentarsi in tale disciplina.
1. mettere il passeggino chiuso sul mezzo ovviamente sprovvisto di qualsiasi pedana
2. timbrare il biglietto tenendo in braccio il nano da una parte e il passeggino fermo con l'altra. Di solito timbri con il biglietto in bocca.
3. trovare un posto dove il passeggino non intralci.
4. impietosire qualcuno perchè ti lasci il posto libero, mentre la iena fa ginnastica stile ballerina di lap dance con i pali che servono per tenersi durante la corsa.
Riesco a fare tutto, sono finalmente seduta al mio posto con la figlia che dà spettacolo per i vicini entusiasti. Solo dopo ricordo che è l'una e che la scuola è ricominciata.
Così un paio di fermate dopo, l'autobus si riempie di ragazzini vocianti e armati di zaino, io mi ritrovo bloccata senza possibilità di arrivare all'uscita. Mancano due fermate alla mia.
E in quello entra.....rullo di tamburi....il controllore!!
Comincio a cercare affannosamente il biglietto. Ravano in borsa ma non c'è.
Affido la figlia in braccio ad una perfetta sconosciuta e comincio a tastare le tasche dei pantaloni, fortunatamente lo trovo e lo mostro al controllore.
Mi accorgo che dovrò scendere di lì a poco e sono ancora ferma in fondo al bus. Quando il cassone pubblico arriva in prossimità della fermata,
provo a chiedere ad alta voce all'autista di aprire le porte posteriori.
Il vociare dei ragazzini copre la mia voce. E adesso? Caccio un urlo, impongo un qualcosa
simile al silenzio e riesco a farmi capire dall'altra parte dell'abitacolo.
Scendo con nano in braccio e passeggino in mano, aiutata da un gentile signore.
E' l'una passata, non fa caldo ma io sono stranamente sudata.
Io invece sono in piedi dalle sette e mezza e ho un sonno bestia, ma questo alla creatura non interessa affatto.
Dopo aver fatto colazione comincia a scorrazzare per casa.
- tira fuori i vestiti dai cassetti
- sparpaglia cd e dvd per tutta la casa
- si beve la soluzione fisiologica la cui confezione ho incautamente lasciato a portata di nano- sempre meglio di quella volta che si è leccata il tappo del detersivo per lavatrice, o dell'altro giorno che ha tentato di tirarsi in testa una scala di ferro. Sì lo so, non ricordatemelo, sono una pessima madre.
Ovviamente necessita almeno di due cambi di pannolino in questo breve lasso di tempo.
Nel frattempo la inseguo, argino i danni, provo a vestirmi e a vestirla. Alla fine ce la faccio e riesco anche ad infilarle quelle maledette scarpe.
Parebbe che siamo pronte per uscire, infilo il biberon in borsa e via.....verso la scarpiera. Stavo per uscire in ciabatte.
Con il trasloco sono finita ad abitare nella via più in pendenza della città. Quando te ne vai di casa a piedi è tutto facile e in discesa, quando torni è tutto in salita, una brutta salita.
Metto il nano in passeggino e mi avvio, per il ritorno prenderò il bus al caso.
Circa alla fine di questa impervia strada apro la borsa e scopro che il nano ha tirato fuori il biberon prima che uscissimo (probabilmente mentre mi mettevo le scarpe).
Cosa faccio? Torno indietro? No.
Vado dai miei a prendere quello che hanno loro? No. Perchè ce l'ho a casa io e mi sono dimenticata di riportarglielo.
Maledico il nano? Sì, quello sì, non servirà a risolvere il problema ma almeno mi sento meglio.
Decido che la cosa migliore da fare è cercare una farmacia/negozio/buco di posto che venda biberon.
Vi ricordate il famoso detto "Ti accorgi delle cose solo quando ti mancano"?
Ecco io stamattina ho scoperto un sacco di cose: non ci sono nelle vicinanze posti che vendano il suddetto articolo. Non tutte le farmacie vendono biberon e quelle che li vendono sono piene di vecchiette scostanti e maleducate.
Ma ce la facciamo a trovare un posto che mi offra questo genere di prima necessità e, ovviamente, lo pago a caro prezzo.
Di soldi ne spendo parecchi nel corso della mattinata, quindici euro da una parte, venti dall'altra, dieci dalla terze e così via.
Tutto fatto ovviamente litigando con il nano per farla star ferma dentro il passeggino, tenendola in braccio quando proprio non ne posso più e quando bisogna salire ai piani superiori dei negozi senza ascensore.
In qualche modo arriva l'ora di tornare a casa e di salire sul bus che mi riporterà in zona abitazione.
Salire su un mezzo pubblico implica tutta una serie di manovre, totalmente sconosciute a chi non si è trovato obbligato a cimentarsi in tale disciplina.
1. mettere il passeggino chiuso sul mezzo ovviamente sprovvisto di qualsiasi pedana
2. timbrare il biglietto tenendo in braccio il nano da una parte e il passeggino fermo con l'altra. Di solito timbri con il biglietto in bocca.
3. trovare un posto dove il passeggino non intralci.
4. impietosire qualcuno perchè ti lasci il posto libero, mentre la iena fa ginnastica stile ballerina di lap dance con i pali che servono per tenersi durante la corsa.
Riesco a fare tutto, sono finalmente seduta al mio posto con la figlia che dà spettacolo per i vicini entusiasti. Solo dopo ricordo che è l'una e che la scuola è ricominciata.
Così un paio di fermate dopo, l'autobus si riempie di ragazzini vocianti e armati di zaino, io mi ritrovo bloccata senza possibilità di arrivare all'uscita. Mancano due fermate alla mia.
E in quello entra.....rullo di tamburi....il controllore!!
Comincio a cercare affannosamente il biglietto. Ravano in borsa ma non c'è.
Affido la figlia in braccio ad una perfetta sconosciuta e comincio a tastare le tasche dei pantaloni, fortunatamente lo trovo e lo mostro al controllore.
Mi accorgo che dovrò scendere di lì a poco e sono ancora ferma in fondo al bus. Quando il cassone pubblico arriva in prossimità della fermata,
provo a chiedere ad alta voce all'autista di aprire le porte posteriori.
Il vociare dei ragazzini copre la mia voce. E adesso? Caccio un urlo, impongo un qualcosa
simile al silenzio e riesco a farmi capire dall'altra parte dell'abitacolo.
Scendo con nano in braccio e passeggino in mano, aiutata da un gentile signore.
E' l'una passata, non fa caldo ma io sono stranamente sudata.
lunedì 24 settembre 2012
In ordine sparso
E' lunedì e piove, questo non è il modo migliore per cominciare la settimana. Ma c'è di peggio.
La mia mail non è portatrice di buone notizie, se per questo neache troppo brutte, quindi meglio non lamentarsi.
Sabato c'è il matrimonio dell'anno dove mi presenterò in veste di testimone della sposa, ma non ho neanche cominciato a guardare le letture che dovrò leggere in chiesa.
Speriamo che anni di letture davanti ad un pubblico over 60, nella piccola chiesa del minuscolo paese di campagna nel quale ho abitato per un pò, arrivino in mio soccorso.
Diversamente mi impappinerò ogni due parole e, visto il considerevole numero di vocaboli che devrò enunciare in pubblico, l'agonia si prolungherà all'infinto.
Giovedì scorso ho partecipato ad un'interessantissima riunione aziendale, che mi ha permesso di rivedere gran parte dei colleghi, nella quale l'alta dirigenza ci chiedeva idee e supporto per riuscire a salvare la ditta per la quale lavoro.
Non credo sia un buon segnale.
Ci sono due libri sul mio comodino che non riesco, nell'ordine, a comiciare e a finire per mancanza di tempo.
C'è un puzzle sul tavolo del soggiorno che aspetta pazientemente di essere completato, sempre che Ilaria non se ne mangi i pezzi.
C'è ancora uno scatolone di cianfrusaglie da svuotare dai tempi del trasloco. Ormai roba di due mesi e mezzo fa.
Ci sono un sacco di cose in sospeso nella mia vita, quindi è meglio se continuo a scrivere di mia figlia e del suo modo bizzarro di approcciarsi alla vita.
Voi che ne dite?
La mia mail non è portatrice di buone notizie, se per questo neache troppo brutte, quindi meglio non lamentarsi.
Sabato c'è il matrimonio dell'anno dove mi presenterò in veste di testimone della sposa, ma non ho neanche cominciato a guardare le letture che dovrò leggere in chiesa.
Speriamo che anni di letture davanti ad un pubblico over 60, nella piccola chiesa del minuscolo paese di campagna nel quale ho abitato per un pò, arrivino in mio soccorso.
Diversamente mi impappinerò ogni due parole e, visto il considerevole numero di vocaboli che devrò enunciare in pubblico, l'agonia si prolungherà all'infinto.
Giovedì scorso ho partecipato ad un'interessantissima riunione aziendale, che mi ha permesso di rivedere gran parte dei colleghi, nella quale l'alta dirigenza ci chiedeva idee e supporto per riuscire a salvare la ditta per la quale lavoro.
Non credo sia un buon segnale.
Ci sono due libri sul mio comodino che non riesco, nell'ordine, a comiciare e a finire per mancanza di tempo.
C'è un puzzle sul tavolo del soggiorno che aspetta pazientemente di essere completato, sempre che Ilaria non se ne mangi i pezzi.
C'è ancora uno scatolone di cianfrusaglie da svuotare dai tempi del trasloco. Ormai roba di due mesi e mezzo fa.
Ci sono un sacco di cose in sospeso nella mia vita, quindi è meglio se continuo a scrivere di mia figlia e del suo modo bizzarro di approcciarsi alla vita.
Voi che ne dite?
venerdì 21 settembre 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XXII puntata
CUBISTA
Lo sapevate che amo tantissimo ballare??!!
Ballo dovunque e con qualsiasi musica o suono vagamente melodico: dalle campane delle chiesa, alla disco dance, passando per il rock e la musica classica.
Ma, condividerete con me, ballare da soli in un angolo è proprio una cosa triste. O hai attorno almeno tre o quattro persone che ti seguono, oppure devi trovare un modo per essere almeno al centro dell'attenzione e poter dar prova delle tue capacità.
Io ne ho escogitato uno quasi infallibile.
Tempo fa mi hanno regalato una sedia.
Una sedia dell'altezza giusta per permettermi di sedermici sopra, una sedia tutta azzurra.
Una bella sedia niente da dire.
Ma dopo che ti ci sei poggiata sopra un paio di volte, che hai sentito tutti i parenti esclamare "OOOHH che brava!! seduta come i grandi!", il gioco è più o meno finito lì. Un peccato per un oggetto così colorato.
Dovevo trovare un modo per riutilizzarla.
Ci sono voluti un paio di giorni di prove tecniche, cadute, qualche livido, un paio di pianti isterici ma alla fine ce l'ho fatta! Ho capito come si sale in piedi su una sedia.
Non è fra le cose più semplici che si possano provare a fare, è tutta una questione di equilibrio, ma vi assicuro che è bellissimo. Si vede tutto da un'altra prospettiva. Riesci a raggiungere piani prima preclusi a causa dell'altezza!!
Ma cosa c'entra tutto questo con il ballo?? vi domanderete.
Ecco... l'altra sera ero sola in soggiorno, la mamma era in cucina a fare non sò cosa.
Ho acceso la tv (altra cosa che ho imparato ultimamente) e c'erano delle ragazze che ballavano a turno a suon di musica.
E io posso essere da meno?? certo che no!!
Ho cominciato a dimenarmi anche io ma poi l'occhio è caduto sulla mia sedia, là tutta sola in un angolo....e ho avuto l'illuminazione!!
Ho preso la sedia, l'ho messa al centro della stanza, ci sono salita sopra e ho cominciato a ballare.
Quando la mamma è arrivata a controllare cosa stavo facendo è scoppiata a ridere. Chissà cosa c'era tanto da ridere.
Lo sapevate che amo tantissimo ballare??!!
Ballo dovunque e con qualsiasi musica o suono vagamente melodico: dalle campane delle chiesa, alla disco dance, passando per il rock e la musica classica.
Ma, condividerete con me, ballare da soli in un angolo è proprio una cosa triste. O hai attorno almeno tre o quattro persone che ti seguono, oppure devi trovare un modo per essere almeno al centro dell'attenzione e poter dar prova delle tue capacità.
Io ne ho escogitato uno quasi infallibile.
Tempo fa mi hanno regalato una sedia.
Una sedia dell'altezza giusta per permettermi di sedermici sopra, una sedia tutta azzurra.
Una bella sedia niente da dire.
Ma dopo che ti ci sei poggiata sopra un paio di volte, che hai sentito tutti i parenti esclamare "OOOHH che brava!! seduta come i grandi!", il gioco è più o meno finito lì. Un peccato per un oggetto così colorato.
Dovevo trovare un modo per riutilizzarla.
Ci sono voluti un paio di giorni di prove tecniche, cadute, qualche livido, un paio di pianti isterici ma alla fine ce l'ho fatta! Ho capito come si sale in piedi su una sedia.
Non è fra le cose più semplici che si possano provare a fare, è tutta una questione di equilibrio, ma vi assicuro che è bellissimo. Si vede tutto da un'altra prospettiva. Riesci a raggiungere piani prima preclusi a causa dell'altezza!!
Ma cosa c'entra tutto questo con il ballo?? vi domanderete.
Ecco... l'altra sera ero sola in soggiorno, la mamma era in cucina a fare non sò cosa.
Ho acceso la tv (altra cosa che ho imparato ultimamente) e c'erano delle ragazze che ballavano a turno a suon di musica.
E io posso essere da meno?? certo che no!!
Ho cominciato a dimenarmi anche io ma poi l'occhio è caduto sulla mia sedia, là tutta sola in un angolo....e ho avuto l'illuminazione!!
Ho preso la sedia, l'ho messa al centro della stanza, ci sono salita sopra e ho cominciato a ballare.
Quando la mamma è arrivata a controllare cosa stavo facendo è scoppiata a ridere. Chissà cosa c'era tanto da ridere.
mercoledì 12 settembre 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XXI puntata
SE IL CIELO PIANGE
Se il cielo si mette a piangere sono guai.
Oggi piangeva forte. Non lo avevo mai visto piangere così.
Quando è trieste fa più o meno come noi. Comincia rabbuiandosi e brontolando sotto voce, poi sempre più forte e ad un certo punto scoppia in lacrime.
Oggi, lassù oltre le nuvole, deve essere successo qualcosa di grave. Qualcosa che lo ha ferito proprio tanto. Chissà, forse qualche dio ha litigato con un suo simile, oppure qualcuno lo ha offeso o lo ha trattato in malo modo.
Non sò esattamente cosa sia successo, sò solo che ad un certo punto sono cadute tante, tantissime lacrime tutte insieme!!
All'improvviso si è fatto tutto buio e il cielo ha cominciato ad arrabbiarsi a modo suo, ad un tratto ogni cosa è stata ricoperta da una cascata d'acqua.
Acqua sulle persone, sulle auto, sulle case, sui tetti, la strada di fronte è diventata un grosso fiume e io mi sono ritrovata a guardare estasiata questo stranissimo spettacolo.
La mamma mi ha detto che, a volte, può piangere anche per dei giorni interi.
Non pensavo potesse avere tutte quelle lacrime.
Io, anche se mi arrabbiassi prioprio tanto, sono sicura che non riuscirei a versarne così tante in una volta sola!!
Spreriamo che tutto questo malumore gli passi presto.
Se il cielo si mette a piangere sono guai.
Oggi piangeva forte. Non lo avevo mai visto piangere così.
Quando è trieste fa più o meno come noi. Comincia rabbuiandosi e brontolando sotto voce, poi sempre più forte e ad un certo punto scoppia in lacrime.
Oggi, lassù oltre le nuvole, deve essere successo qualcosa di grave. Qualcosa che lo ha ferito proprio tanto. Chissà, forse qualche dio ha litigato con un suo simile, oppure qualcuno lo ha offeso o lo ha trattato in malo modo.
Non sò esattamente cosa sia successo, sò solo che ad un certo punto sono cadute tante, tantissime lacrime tutte insieme!!
All'improvviso si è fatto tutto buio e il cielo ha cominciato ad arrabbiarsi a modo suo, ad un tratto ogni cosa è stata ricoperta da una cascata d'acqua.
Acqua sulle persone, sulle auto, sulle case, sui tetti, la strada di fronte è diventata un grosso fiume e io mi sono ritrovata a guardare estasiata questo stranissimo spettacolo.
La mamma mi ha detto che, a volte, può piangere anche per dei giorni interi.
Non pensavo potesse avere tutte quelle lacrime.
Io, anche se mi arrabbiassi prioprio tanto, sono sicura che non riuscirei a versarne così tante in una volta sola!!
Spreriamo che tutto questo malumore gli passi presto.
lunedì 10 settembre 2012
28+1.
Oggi è il mio compleanno.
E chi se ne frega! dirà qualcuno.
Sì è vero, nemmeno io sono amante dei festeggiamenti annuali causa invecchiamento costante e inarrestabile.
Gli anni sono quelli scritti sul titolo. Segnati volutamente così perchè, l'ho notato anche io cosa credete, manca un anno esatto al conto tondo!
Ma scritto così fa tutta un'altra impressione!!!!!
E chi se ne frega! dirà qualcuno.
Sì è vero, nemmeno io sono amante dei festeggiamenti annuali causa invecchiamento costante e inarrestabile.
Gli anni sono quelli scritti sul titolo. Segnati volutamente così perchè, l'ho notato anche io cosa credete, manca un anno esatto al conto tondo!
Ma scritto così fa tutta un'altra impressione!!!!!
domenica 9 settembre 2012
Soggiorno montano
L'incognita di questa breve vacanza si palesa subito, appena arrivati nella casa che ci deve ospitare: la corrente elettrica non c'è!
Due secoli fa questo non sarebbe stato un problema ma, nell'era moderna, diventa una mezza tragedia.
Come sopravvivere a quattro giorni senza frigo, acqua calda e luce??
Dopo aver premuto inutilmente tutti i bottoni possibili ed immaginabili, chiamiamo il pronto intervento e chiediamo umilmente soccorso.
Arrivano tre omini dopo un'oretta circa.
Con una sequenza quasi perfetta di una parola e tre bestemmie, cambiano il contatore esterno e in meno di mezz'ora se ne vanno.
Sentirli parlare mi ha riportato indietro di quindici anni, quando i miei compagni di scuola parlavano lo stesso dialetto, con la stessa alternanza di vocaboli e insulti al buon Dio.
Incognita scovata e risolta.
Nei giorni successivi ci scanniamo per stancare il nano: andiamo a fare camminate, la portiamo a giocare nel piccolo campo sportivo del paese, la facciamo rotolare per i prati.
Risultato: tutto inutile. Il nano prima delle 22.30 non crolla e durante la notte ci fa compagnia, ma questa ormai è storia vecchia.
Un pomeriggio nuvoloso, non sapendo cosa fare, decidiamo di concederci qualche ora di relax alle terme di Warmbad nella ridente Carinzia.
Sogno sfumato alla reception dello stabilimento dopo aver letto il listino prezzi. Il costo per tre ore di permanenza è veramente esorbitante!!
Ci accontentiamo del parco là vicino, dove Ilaria intraprende un interessantissimo scambio di opinioni con la giardiniera. Una in tedesco, l'altra in nippo-congolese.
Ripartiamo dopo quattro giorni di aria buona e cibo scaduto. Gran parte delle provviste presenti nella casa, essendo vuota spesso e volentieri, risulta scaduto almeno da un paio d'anni.
Ci siamo sfamati lo stesso, eccezion fatta per il tonno in scatola scaduto nel 2009, che è stato buttato all'istante. Probabilmente a poggiarlo a terra camminava solo.
Due secoli fa questo non sarebbe stato un problema ma, nell'era moderna, diventa una mezza tragedia.
Come sopravvivere a quattro giorni senza frigo, acqua calda e luce??
Dopo aver premuto inutilmente tutti i bottoni possibili ed immaginabili, chiamiamo il pronto intervento e chiediamo umilmente soccorso.
Arrivano tre omini dopo un'oretta circa.
Con una sequenza quasi perfetta di una parola e tre bestemmie, cambiano il contatore esterno e in meno di mezz'ora se ne vanno.
Sentirli parlare mi ha riportato indietro di quindici anni, quando i miei compagni di scuola parlavano lo stesso dialetto, con la stessa alternanza di vocaboli e insulti al buon Dio.
Incognita scovata e risolta.
Nei giorni successivi ci scanniamo per stancare il nano: andiamo a fare camminate, la portiamo a giocare nel piccolo campo sportivo del paese, la facciamo rotolare per i prati.
Risultato: tutto inutile. Il nano prima delle 22.30 non crolla e durante la notte ci fa compagnia, ma questa ormai è storia vecchia.
Un pomeriggio nuvoloso, non sapendo cosa fare, decidiamo di concederci qualche ora di relax alle terme di Warmbad nella ridente Carinzia.
Sogno sfumato alla reception dello stabilimento dopo aver letto il listino prezzi. Il costo per tre ore di permanenza è veramente esorbitante!!
Ci accontentiamo del parco là vicino, dove Ilaria intraprende un interessantissimo scambio di opinioni con la giardiniera. Una in tedesco, l'altra in nippo-congolese.
Ripartiamo dopo quattro giorni di aria buona e cibo scaduto. Gran parte delle provviste presenti nella casa, essendo vuota spesso e volentieri, risulta scaduto almeno da un paio d'anni.
Ci siamo sfamati lo stesso, eccezion fatta per il tonno in scatola scaduto nel 2009, che è stato buttato all'istante. Probabilmente a poggiarlo a terra camminava solo.
domenica 2 settembre 2012
Goodbye.
Ce ne andiamo di nuovo a zonzo per quattro giorni.
Questa volta la nostra meta non è il mare ma bensì la montagna. Il meteo non sembra essere dalla nostra parte la prossima settimana, ma noi non ci faremo fermare da un pò di pioggia!
Se entro un settimana non avrete nostre notizie, vi autorizzo a chiamare la guardia forestale...
Salvo imprevisti quindi, vi aggiornerò come al solito al mio ritorno!
Buona settimana a tutti
Questa volta la nostra meta non è il mare ma bensì la montagna. Il meteo non sembra essere dalla nostra parte la prossima settimana, ma noi non ci faremo fermare da un pò di pioggia!
Se entro un settimana non avrete nostre notizie, vi autorizzo a chiamare la guardia forestale...
Salvo imprevisti quindi, vi aggiornerò come al solito al mio ritorno!
Buona settimana a tutti
venerdì 31 agosto 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XX puntata
LA STANZA SEGRETA.
Ci sono posti, nella casa dove abitiamo ora, che sono pieni di mistero perchè non mi ci lasciano entrare quasi mai. Una di queste stanze è particolarmente intrigante.
E' tutta rosa e mi è permesso entrarci solo in determinate circostanze o sotto stretta soveglianza, questo accresce la mia curiosità.
Papà e mamma entrano ed escono parecchie volte da lì, cercando sempre di non farmi entrare e chiudendomi puntualmente la porta in faccia.
Da quel che ho potuto constatere, in questo posto ci sono un sacco di armadietti con dentro molte cose interessanti.
Ogni tanto riesco ad intrufolarmici da sola, apro qualche sportello basso ad arraffo la prima cosa che mi capita sotto mano. Di solito non sò a cosa servano le cose che sottraggo e non saprei nemmeno come usarle, ma il gusto del proibito rende tutto molto interessante.
Il divertimento, ad ogni modo, dura poco. La mamma è sempre sufficentemente attenta per riuscire a togliermi quasi subito di mano la refurtiva e spedirmi via.
Ho ancora molti dubbi sull'uso di questa stanza.
Durante il giorno fanno di tutto per tenermi alla larga da lì dicendo che non c'è niente per me là dentro, poi però la sera mi ci portano quasi a forza.
In più papà e mamma ci entrano sempre da soli, uno alla volta e non si sà mai quando ne usciranno. A volte dopo poco, a volte dopo un'eternità.
Con papà, ogni tanto, ci divertiamo a fare gli scherzi alla mamma quando è là dentro.
Quando papà dice " Oh guarda, la mamma ha chiuso male la porta!" noi due entriamo all'improvviso e lei si arrabbia e ci fa uscire di corsa.
E' divertentissimo vedere la sua faccia quando ci vede arrivare.
Di solito la becchiamo seduta su una strana sedia che legge. Che sia la biblioteca questa??
Come dicevo prima, ad ogni modo, l'unico momento della giornata in cui mi è permesso stare all'interno di questo strano ambiente, è la sera.
Prima di cena o la mamma o il papà mi sveste e mi porta là dentro, dove l'altro di solito, riempie d'acqua una grande tinozza e cominciano a lavarmi.
La cosa è tutto sommato piacevole finchè non prendono in mano uno strano aggeggio che spara acqua da ogni parte. Io quest'affare lo odio!!
E'un lungo serpentone annega-bambini che, nonostante i miei lanenti, mi fa cadere secchiate d'acqua sulla testa. E tu ti ritrovi con l'acqua che ti entra nel naso e non ti lascia respirare e gli occhi che bruciano perchè il sapone è scivolato un pò dovunque.
Il fetente continua il tuo ignobile lavoro finchè mamma o papà non lo fanno smettere!
Fortunatamente quest'operazione non dura molto. Dopo di che mi asciugano e fino alla sera dopo bisogna combattere per riuscire a rientrare là dentro.
Chi lo sà, forse quando sarò più grande, potrò anche io chiudermi in questo posto un'eternità. E sarà allora che riuscirò ad aprire tutti gli sportelli e guardare dentro anche la più piccola insignificante delle mensole.!!
Ci sono posti, nella casa dove abitiamo ora, che sono pieni di mistero perchè non mi ci lasciano entrare quasi mai. Una di queste stanze è particolarmente intrigante.
E' tutta rosa e mi è permesso entrarci solo in determinate circostanze o sotto stretta soveglianza, questo accresce la mia curiosità.
Papà e mamma entrano ed escono parecchie volte da lì, cercando sempre di non farmi entrare e chiudendomi puntualmente la porta in faccia.
Da quel che ho potuto constatere, in questo posto ci sono un sacco di armadietti con dentro molte cose interessanti.
Ogni tanto riesco ad intrufolarmici da sola, apro qualche sportello basso ad arraffo la prima cosa che mi capita sotto mano. Di solito non sò a cosa servano le cose che sottraggo e non saprei nemmeno come usarle, ma il gusto del proibito rende tutto molto interessante.
Il divertimento, ad ogni modo, dura poco. La mamma è sempre sufficentemente attenta per riuscire a togliermi quasi subito di mano la refurtiva e spedirmi via.
Ho ancora molti dubbi sull'uso di questa stanza.
Durante il giorno fanno di tutto per tenermi alla larga da lì dicendo che non c'è niente per me là dentro, poi però la sera mi ci portano quasi a forza.
In più papà e mamma ci entrano sempre da soli, uno alla volta e non si sà mai quando ne usciranno. A volte dopo poco, a volte dopo un'eternità.
Con papà, ogni tanto, ci divertiamo a fare gli scherzi alla mamma quando è là dentro.
Quando papà dice " Oh guarda, la mamma ha chiuso male la porta!" noi due entriamo all'improvviso e lei si arrabbia e ci fa uscire di corsa.
E' divertentissimo vedere la sua faccia quando ci vede arrivare.
Di solito la becchiamo seduta su una strana sedia che legge. Che sia la biblioteca questa??
Come dicevo prima, ad ogni modo, l'unico momento della giornata in cui mi è permesso stare all'interno di questo strano ambiente, è la sera.
Prima di cena o la mamma o il papà mi sveste e mi porta là dentro, dove l'altro di solito, riempie d'acqua una grande tinozza e cominciano a lavarmi.
La cosa è tutto sommato piacevole finchè non prendono in mano uno strano aggeggio che spara acqua da ogni parte. Io quest'affare lo odio!!
E'un lungo serpentone annega-bambini che, nonostante i miei lanenti, mi fa cadere secchiate d'acqua sulla testa. E tu ti ritrovi con l'acqua che ti entra nel naso e non ti lascia respirare e gli occhi che bruciano perchè il sapone è scivolato un pò dovunque.
Il fetente continua il tuo ignobile lavoro finchè mamma o papà non lo fanno smettere!
Fortunatamente quest'operazione non dura molto. Dopo di che mi asciugano e fino alla sera dopo bisogna combattere per riuscire a rientrare là dentro.
Chi lo sà, forse quando sarò più grande, potrò anche io chiudermi in questo posto un'eternità. E sarà allora che riuscirò ad aprire tutti gli sportelli e guardare dentro anche la più piccola insignificante delle mensole.!!
martedì 28 agosto 2012
Sulla strada di casa...
Sono bastati quattro giorni per renderci conto che una vita sociale intensa non è più cosa per noi.
Questa breve vacanza è servita a capire che uscire tutte le sere, fare le ore piccole, strapazzarsi in spiaggia durante il giorno, gestire i ritmi naneschi...No, non ce la possiamo fare!!
Per stanchezza fisica decliniamo l'invito ad una grigliata sulla spiaggia prevista per quella sera e ripartiamo nel primo pomeriggio di venerdì.
Come al solito i bagagli fanno parrecchia fatica a chiudersi e pesano molto più che all'andata, ma grazie ad anni e anni di allenamento a Tetris, riusciamo a far stare tutto.
Il Dio delle autostrade, Sant'Anas (lontano parente del famoso chitarrista), ci pone in stato di grazia condendoci un viaggio tutto sommato tranquillo.
Fuori, alle cinque del pomeriggio, ci sono 39° ma noi, incuranti della gola che gratta, riusciamo ad ottenere una temperatura accettabile all'interno dell'auto, grazie ad una dose massiccia di aria condizionata.
Un caloroso ringraziamento va all'inventore di tale marchingegno e, soprattutto, le mie scuse per anni e anni passati a maledirlo e a curarmi i mal di gola.
Il nano dorme ben tre ore su sei di viaggio.
Di questa visita a Savona ci restano: un sacco di bei ricordi, un kg di foccia ligure che nuota nell'olio portata fino a casa, tonnellate di sabbia dentro ogni cosa, una timida parvenza di abbronzatura (almeno nel mio caso) e parecchie ore di sonno da recuperare...ma per quelle facciamo conto unico con quelle mancanti dell'ultimo anno.
Questa breve vacanza è servita a capire che uscire tutte le sere, fare le ore piccole, strapazzarsi in spiaggia durante il giorno, gestire i ritmi naneschi...No, non ce la possiamo fare!!
Per stanchezza fisica decliniamo l'invito ad una grigliata sulla spiaggia prevista per quella sera e ripartiamo nel primo pomeriggio di venerdì.
Come al solito i bagagli fanno parrecchia fatica a chiudersi e pesano molto più che all'andata, ma grazie ad anni e anni di allenamento a Tetris, riusciamo a far stare tutto.
Il Dio delle autostrade, Sant'Anas (lontano parente del famoso chitarrista), ci pone in stato di grazia condendoci un viaggio tutto sommato tranquillo.
Fuori, alle cinque del pomeriggio, ci sono 39° ma noi, incuranti della gola che gratta, riusciamo ad ottenere una temperatura accettabile all'interno dell'auto, grazie ad una dose massiccia di aria condizionata.
Un caloroso ringraziamento va all'inventore di tale marchingegno e, soprattutto, le mie scuse per anni e anni passati a maledirlo e a curarmi i mal di gola.
Il nano dorme ben tre ore su sei di viaggio.
Di questa visita a Savona ci restano: un sacco di bei ricordi, un kg di foccia ligure che nuota nell'olio portata fino a casa, tonnellate di sabbia dentro ogni cosa, una timida parvenza di abbronzatura (almeno nel mio caso) e parecchie ore di sonno da recuperare...ma per quelle facciamo conto unico con quelle mancanti dell'ultimo anno.
lunedì 27 agosto 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XIX puntata
JE M'APPELLE ILARIA'.
Altro giorno altro viaggio.
Dopo lunghe ore passate in auto siamo finiti in un posto dove mi sembra parlino in maniera diversa da noi...almeno credo.
In questo posto (Mentone - Francia) c'è una spiaggia bellissima fatta di sassolini piccoli e grandi, una vera delizia per me. Riuscire ad assaggiarli tutti sarà dura ma farò del mio meglio!!
Dopo che papà e mamma hanno steso gli asciugamani a terra, mi lancio nell'impresa e comincio a degustare i primi sassi là intorno.
Assaggio il primo: salato. Provo il secondo: salato anche quello, mentre il terzo risulta leggermente più insipido.
Ma se vado avanti di questo passo mi sà che per provarli tutti ci metto una vita. Cambiamo tattica.
Provo a prenderne di più in una volta sola.
L'idea sembra buona ma i sapori sono tanti e si confondono in bocca dando origine ad un solo, unico retrogusto amaro. Bleah!!
Interviene la mamma a porre fine ai miei esprimenti, mi fa sputare i residui di ghiaia e mi porta in acqua.
Il mare è bellissimo, l'acqua non è troppo fredda, ci sono un sacco di sassi anche sul fondo, magari questi li lancio.
Per un pò mi diverto così, poi però diventa tutto troppo ripetitivo e decido di cambiare qualcosa.
Esco dall'acqua, vado poco più sù e comincio a scavare nella ghiaia. Mentre scavo mi ritrovo vicino una bambina che mi guarda incuriosita, le propongo di darmi una mano e lei accetta subito con entusiasmo.
Intanto si avvicina la mmamma e comincia a fare le solite richieste strane.
Un esempio?
"Dai Ilaria fai Cara alla bambina" E tu devi accarezzarle la guancia neanche fosse un barboncino.
Si avvicinano anche un signore e una signora che sorridono e, in una lingua strana, pretendono che la mia compagna di scavi faccia più o meno la stessa cosa con me.
Espletate le riverenze di rito possiamo ricominciare a giocare in santa pace.
Intanto gli adulti cercano di conversare fra loro.
I due signori parlano con la mmamma ma lei non ha esattamento la faccia di una che capisce quello che le stanno dicendo.
Questi due parlano strascicando le parole, dando uno strano effetto quando pronunciano certe lettere, la mamma sembra in difficoltà e risponde a monosillabi.
In questo casino fonetico capisco che la mia nuova amica si chiama Alissià e che è più piccola di me di qualche mese.
Io e lei ci intendiamo al volo mentre i grandi annaspano nel loro brodo linguistico.
Sembra che parlare e farsi capire dagli altri sia molto più complicato di quanto credessi.
Dopo questa esperienza penso che, prima di cominciare a parlare come gli adulti, aspetterò ancora un bel pò... non si sà mai!
Altro giorno altro viaggio.
Dopo lunghe ore passate in auto siamo finiti in un posto dove mi sembra parlino in maniera diversa da noi...almeno credo.
In questo posto (Mentone - Francia) c'è una spiaggia bellissima fatta di sassolini piccoli e grandi, una vera delizia per me. Riuscire ad assaggiarli tutti sarà dura ma farò del mio meglio!!
Dopo che papà e mamma hanno steso gli asciugamani a terra, mi lancio nell'impresa e comincio a degustare i primi sassi là intorno.
Assaggio il primo: salato. Provo il secondo: salato anche quello, mentre il terzo risulta leggermente più insipido.
Ma se vado avanti di questo passo mi sà che per provarli tutti ci metto una vita. Cambiamo tattica.
Provo a prenderne di più in una volta sola.
L'idea sembra buona ma i sapori sono tanti e si confondono in bocca dando origine ad un solo, unico retrogusto amaro. Bleah!!
Interviene la mamma a porre fine ai miei esprimenti, mi fa sputare i residui di ghiaia e mi porta in acqua.
Il mare è bellissimo, l'acqua non è troppo fredda, ci sono un sacco di sassi anche sul fondo, magari questi li lancio.
Per un pò mi diverto così, poi però diventa tutto troppo ripetitivo e decido di cambiare qualcosa.
Esco dall'acqua, vado poco più sù e comincio a scavare nella ghiaia. Mentre scavo mi ritrovo vicino una bambina che mi guarda incuriosita, le propongo di darmi una mano e lei accetta subito con entusiasmo.
Intanto si avvicina la mmamma e comincia a fare le solite richieste strane.
Un esempio?
"Dai Ilaria fai Cara alla bambina" E tu devi accarezzarle la guancia neanche fosse un barboncino.
Si avvicinano anche un signore e una signora che sorridono e, in una lingua strana, pretendono che la mia compagna di scavi faccia più o meno la stessa cosa con me.
Espletate le riverenze di rito possiamo ricominciare a giocare in santa pace.
Intanto gli adulti cercano di conversare fra loro.
I due signori parlano con la mmamma ma lei non ha esattamento la faccia di una che capisce quello che le stanno dicendo.
Questi due parlano strascicando le parole, dando uno strano effetto quando pronunciano certe lettere, la mamma sembra in difficoltà e risponde a monosillabi.
In questo casino fonetico capisco che la mia nuova amica si chiama Alissià e che è più piccola di me di qualche mese.
Io e lei ci intendiamo al volo mentre i grandi annaspano nel loro brodo linguistico.
Sembra che parlare e farsi capire dagli altri sia molto più complicato di quanto credessi.
Dopo questa esperienza penso che, prima di cominciare a parlare come gli adulti, aspetterò ancora un bel pò... non si sà mai!
domenica 26 agosto 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XVIII puntata
IN VIAGGIO.
Mi cacciano in auto una mattina come tante altre. Chissà dove si va?
Il bagagliaio è insolitamente pieno e, cosa ancora più strana, la mmmammma si siede accanto a me sul sedile posteriore.
Si parte.
Non sembra un viaggio come gli altri: papà sul sedile davanti litiga fra volante, cd, cuffie del cellulare. La mmmammma si impegna al massimo per non farmi piangere, gioca con me e si preoccupa ad ogni mio lamento. Ma detro l'auto, man mano che passa il tempo, fa sempre più caldo.
Io ignoro dove stiamo andando e quanto tempo ancora ci voglia prima di arrivare, nel dubbio mi faccio una dormitina.
Quando mi sveglio siamo fermi in un posto veramente triste.
Solo cemento intorno a noi, una casa rossa e bianca enorme ma apparentemente vuota, auto ferme come noi con altri bambini, mmammma e papà mi impediscono di correre in giro.
Speriamo non sia questa la nostra meta!
Fortunatemente non lo è. Dopo poco ripartiamo ma ho tutto il tempo di andare a fare amicizia con gli altri nani, che però, sembrano interessati più al loro panino che a me.
Si riparte.
Passano diverse ore senza che succeda niente, il panorama è sempre ugale, la temperatura sempre più bollente.
Ad un certo punto però papà comincia ad imprecare per qualcosa che ha sbagliato e la mamma si mette a ridere.
Io non capisco cosa sia successo e preferisco riaddormentarmi.
Arriviamo finalmente alla meta.
Entriamo in una casa che non ho mai visto, mi mettono in tenuta da mare e torniamo fuori.
Arriviamo dopo poco in riva al mare. Niente di nuovo, il mare lo conosco....già il mare sò com'è...ma quella roba fine e gialla tutt'intorno no!
Scopro che si chiama SABBIA.
E' una cosa morbida al tatto ma veramente fastidiosa. Ti si infila dovunque e, se per caso sei bagnata, ti si attacca sulle mani e non se ne và facilmente!
Si insidia perfino nella roba da mangiare e ha uno strano gusto quando la assaggi. In più, se provi a camminarci sopra, sembra che la terra ti ceda sotto i piedi e non si riesce a stare dritti come si deve.
Dopo un pò, nonostante tutti i tuoi sforzi, finisci con il sedere per terra anche se non vuoi.
I bambini intorno a me però sembrano divertirsi tantissimo a tirarsela dietro.
Forse ho sbagliato approccio con questa sabbia, domani provo a lanciarla addosso a mamma e papà e magari mi diverto anche io!!
Mi cacciano in auto una mattina come tante altre. Chissà dove si va?
Il bagagliaio è insolitamente pieno e, cosa ancora più strana, la mmmammma si siede accanto a me sul sedile posteriore.
Si parte.
Non sembra un viaggio come gli altri: papà sul sedile davanti litiga fra volante, cd, cuffie del cellulare. La mmmammma si impegna al massimo per non farmi piangere, gioca con me e si preoccupa ad ogni mio lamento. Ma detro l'auto, man mano che passa il tempo, fa sempre più caldo.
Io ignoro dove stiamo andando e quanto tempo ancora ci voglia prima di arrivare, nel dubbio mi faccio una dormitina.
Quando mi sveglio siamo fermi in un posto veramente triste.
Solo cemento intorno a noi, una casa rossa e bianca enorme ma apparentemente vuota, auto ferme come noi con altri bambini, mmammma e papà mi impediscono di correre in giro.
Speriamo non sia questa la nostra meta!
Fortunatemente non lo è. Dopo poco ripartiamo ma ho tutto il tempo di andare a fare amicizia con gli altri nani, che però, sembrano interessati più al loro panino che a me.
Si riparte.
Passano diverse ore senza che succeda niente, il panorama è sempre ugale, la temperatura sempre più bollente.
Ad un certo punto però papà comincia ad imprecare per qualcosa che ha sbagliato e la mamma si mette a ridere.
Io non capisco cosa sia successo e preferisco riaddormentarmi.
Arriviamo finalmente alla meta.
Entriamo in una casa che non ho mai visto, mi mettono in tenuta da mare e torniamo fuori.
Arriviamo dopo poco in riva al mare. Niente di nuovo, il mare lo conosco....già il mare sò com'è...ma quella roba fine e gialla tutt'intorno no!
Scopro che si chiama SABBIA.
E' una cosa morbida al tatto ma veramente fastidiosa. Ti si infila dovunque e, se per caso sei bagnata, ti si attacca sulle mani e non se ne và facilmente!
Si insidia perfino nella roba da mangiare e ha uno strano gusto quando la assaggi. In più, se provi a camminarci sopra, sembra che la terra ti ceda sotto i piedi e non si riesce a stare dritti come si deve.
Dopo un pò, nonostante tutti i tuoi sforzi, finisci con il sedere per terra anche se non vuoi.
I bambini intorno a me però sembrano divertirsi tantissimo a tirarsela dietro.
Forse ho sbagliato approccio con questa sabbia, domani provo a lanciarla addosso a mamma e papà e magari mi diverto anche io!!
sabato 25 agosto 2012
Verso la meta
Partenza notevolmente intelligente: il 20 agosto, all'inizio della settimana più calda dell'anno a detta di tutti i metereologhi.
Avviamento del motore ovviamente con calma alle 10 del mattino, e il bagagliaio talmente pieno, che neanche quando andavano in guerra si portavano dietro tutta quella roba per soli quattro giorni.
Il nano sembra gradire l'idea di una gita fuori porta quindi, dopo un paio d'ore passate a giocare con la mamma sul sedile posteriore dell'auto, incredibilmente si addormenta.
La sosta per il pranzo ci vede fermi in un'area di servizio dimenticata da Dio, in un punto non ben precisato della Lombardia.
Il posteggio, a quanto dicono i cartelli, è riservato solo ai clienti dell'hotel-ristorante che occupa tutta l'area. Peccato che lo stesso sia completamente abbandonato da anni.
Ma noi, da brava neo-famiglia in vacanza, ci siamo portati il pranzo da casa. Occupiamo le uniche due panchine esistenti nel raggio di chilometri e tentiamo di mangiare attorniati dalle mosche.
Il nano intanto socializza con i bambini delle altre auto ferme in sosta e con i cancelletti girevoli dell'albergo fantasma.
Come nella migliore tradizione, in ogni nostro viaggio c'è l'incognita in agguato.
Quella di quest'anno si chiama Casale Monferrato, ridente località piemontese immersa nella campagna, che abbiamo avuto il piacere di visitare dopo aver sbagliato strada.
Alle cinque del pomeriggio finalmente la meta diventa cosa tangibile grazie ad un cartello con la scritta Savona.
Dopo una rapida sistemazione dei bagagli a casa dell'amico ingegnere, decidiamo di andare a fare un tuffo alla spiaggia di fronte casa. Il cielo pensa bene di annuvolarsi per l'occasione!
Ridendo e scherzando arriva l'ora di cena....ma non la cena, per la quale abbiamo dovuto attendere le 22.00.
Bisogna sapere che in Liguria la crisi ecomica gli fa una pippa, e tutti negozianti si possono concedere il lusso di chiudere ben dopo ferragosto le proprie attività commerciali. Buon per loro.
L'amico ingegnere però, voleva farci assaggiare una specialità ligure, ma non c'è stato verso di trovare un buco di locale aperto che la fornisse.
Cena risolta con una pizza sotto casa. Il nano ha avuto da ridire sull'orario.
Come concludere una giornata così intensa se non con una bella notte in bianco!!
Il nano dorme a letto con noi. Lei dorme. Noi sopravviviamo ai suoi continui spostamenti, calci, mugolii perchè ha sete, ha caldo e ancora qualcosa che non ho capito bene.
A rendere ancora più interessante la nottata ci sono i treni della vicina stazione ferroviaria, che passano ad ore improponibili, sottolineando il loro arrivo suonando!!
Chissà come proseguirà la vacanza.....
Avviamento del motore ovviamente con calma alle 10 del mattino, e il bagagliaio talmente pieno, che neanche quando andavano in guerra si portavano dietro tutta quella roba per soli quattro giorni.
Il nano sembra gradire l'idea di una gita fuori porta quindi, dopo un paio d'ore passate a giocare con la mamma sul sedile posteriore dell'auto, incredibilmente si addormenta.
La sosta per il pranzo ci vede fermi in un'area di servizio dimenticata da Dio, in un punto non ben precisato della Lombardia.
Il posteggio, a quanto dicono i cartelli, è riservato solo ai clienti dell'hotel-ristorante che occupa tutta l'area. Peccato che lo stesso sia completamente abbandonato da anni.
Ma noi, da brava neo-famiglia in vacanza, ci siamo portati il pranzo da casa. Occupiamo le uniche due panchine esistenti nel raggio di chilometri e tentiamo di mangiare attorniati dalle mosche.
Il nano intanto socializza con i bambini delle altre auto ferme in sosta e con i cancelletti girevoli dell'albergo fantasma.
Come nella migliore tradizione, in ogni nostro viaggio c'è l'incognita in agguato.
Quella di quest'anno si chiama Casale Monferrato, ridente località piemontese immersa nella campagna, che abbiamo avuto il piacere di visitare dopo aver sbagliato strada.
Alle cinque del pomeriggio finalmente la meta diventa cosa tangibile grazie ad un cartello con la scritta Savona.
Dopo una rapida sistemazione dei bagagli a casa dell'amico ingegnere, decidiamo di andare a fare un tuffo alla spiaggia di fronte casa. Il cielo pensa bene di annuvolarsi per l'occasione!
Ridendo e scherzando arriva l'ora di cena....ma non la cena, per la quale abbiamo dovuto attendere le 22.00.
Bisogna sapere che in Liguria la crisi ecomica gli fa una pippa, e tutti negozianti si possono concedere il lusso di chiudere ben dopo ferragosto le proprie attività commerciali. Buon per loro.
L'amico ingegnere però, voleva farci assaggiare una specialità ligure, ma non c'è stato verso di trovare un buco di locale aperto che la fornisse.
Cena risolta con una pizza sotto casa. Il nano ha avuto da ridire sull'orario.
Come concludere una giornata così intensa se non con una bella notte in bianco!!
Il nano dorme a letto con noi. Lei dorme. Noi sopravviviamo ai suoi continui spostamenti, calci, mugolii perchè ha sete, ha caldo e ancora qualcosa che non ho capito bene.
A rendere ancora più interessante la nottata ci sono i treni della vicina stazione ferroviaria, che passano ad ore improponibili, sottolineando il loro arrivo suonando!!
Chissà come proseguirà la vacanza.....
domenica 19 agosto 2012
Departures...
Questo blog se ne va in vacanza per ben cinque giorni.
Domani si parte. Ci trasferiamo in quel di Savona dall'amico ingeniere che gentilemente ci ospita.
I preparativi incalzano. Stiamo valutando se portare con noi il passeggino per il nano e partire in mutande, visto che abbiamo un'auto e non un caravan, o portare qualche cambio in più e scarrozzarci in giro la belva nello zaino-porta nano.
Vabbè vi aggiornerò sicuramente al mio ritorno.
Buona settimana a tutti
Domani si parte. Ci trasferiamo in quel di Savona dall'amico ingeniere che gentilemente ci ospita.
I preparativi incalzano. Stiamo valutando se portare con noi il passeggino per il nano e partire in mutande, visto che abbiamo un'auto e non un caravan, o portare qualche cambio in più e scarrozzarci in giro la belva nello zaino-porta nano.
Vabbè vi aggiornerò sicuramente al mio ritorno.
Buona settimana a tutti
sabato 18 agosto 2012
Close the door....
Conosco a memoria gli scricchiolii del pavimento in legno sotto i miei piedi.
Sò qual'è la piastrella ballerina fra il bagno e la cucina e riconosco ad occhio nudo quelle sollevate dal tempo, che impediscono alla porta in vetro pressato di chiudersi come si deve.
In quella casa, il cambio delle stagioni, è dettato dal mutare di colore e quantità delle foglie sull'albero dall'altra parte della strada.
Il rumore del vento che soffia impetuoso e fa sbattere gli scuri delle finestre e dondolare la lampada giù in strada, annuncia sempre l'arrivo del freddo.
Le rondini che sfrecciano fra le corti dei palazzi, disegnando strane traiettorie nel cielo, stabiliscono l'arrivo della primavera, o di una stagione vagamente somigliante.
In quella casa c'è il vicino chiacchierone ma sempre disponibile ad aiutare.
La signora del piano di sopra che ti "tiene d'occhio" come farebbe con sua figlia e ti porta il pane quando fuori è troppo freddo e tu non puoi uscire con la bambina.
La ragazza che passa le giornate portando a spasso il cane e, quando la incroci per le scale, ti blocca con una raffica di chiacchiere.
E poi ci sono i miei ricordi. Ci sono cinque lunghi, bellissimi ed intensi anni della mia vita racchiusi in quello stabile. No mi correggo: in quell'appartamento.
L'arrivo da "ragazza che vuole provare a vivere da sola".
Lasciata la famiglia, mi sono imbaracata in questa strana avventura che mi ha portato in cinque anni a cambiare completamente il mio modo di vivere. Il mio trampolino di lancio è stato quel posto.
Le cene con gli amici.
Essendo una fra le prime ad andare a vivere da sola, per tutto il primo anno di residenza ho sempre avuto a cena un sacco di gente. Alcuni invitati, altri no.
Ricordo lo stupore della gente in strada, quando mi vedevano uscire dal portone la mattina dopo, con una borsa piena zeppa di bottiglie di birra che, ovviamente, secondo loro mi ero bevuta da sola.
L'inizio stravagante di una convivenza.
L'arrivo totalmente inaspettato sulla soglia della dolce metà, una domenica mattina cominciata male per altri motivi, con la valigia in mano e le più serie intenzioni di vivere con te.
La stressante organizzazione del matrimonio e il ritorno a casa da donna sposata.
Il test di gravidanza fatto poche settimane dopo in un bagno sempre troppo piccolo.
Il mio sbriciare incuriosito una pancia che cresceva pian piano nella mia immagine riflessa allo specchio.
Il rientro da....MAMMA dopo un parto difficile e una settimana di ospedale.
L'inizio traumatizzante della vita a tre.
Ricordo i momenti belli ma anche quellli brutti, bruttissimi, tutti passati là dentro.
L'altro giorno ho chiuso definitivamente la porta di quell'appartamento con la consapevolezza che non ci tornerò più. Con la consapevolezza che una parte di me è rimasta là dentro.
sabato 11 agosto 2012
Un pomeriggio in relax
E' sabato.
Sabato si fanno tutte quelle cose che durante la settimana ti sono praticamente impossibili per mancanza di tempo e di....voglia!
Quindi perchè non lavare i vetri delle finestre? Ma sì dai!
Non dovrai neanche farlo tu personalmente perchè la dolce metà oggi comincia le ferie, quindi l'ingrato compito se lo sobbarca lui.
Ma la bimba, incurante del giorno prefestivo, è noiosa e non vuole dormire. Questo compito invece te lo cucchi tu e senza troppe storie.
Provi a farla dormire, ti distendi sul letto con lei e chiudi gli occhi, lei ne approfitta per scendere e correre via. La riacchiappi al volo, la ricacci nel letto e le imponi il silenzio.
Tutto inutile. Lei si lamenta, si stropiccia gli occhi, piange, si agita e...riesce a sgattaiolare di nuovo fuori dalla stanza.
Lasci perdere, ma hai la sensazione che la tua "mamma-autostima" abbia avuto un improvviso calo.
Se non riesci a farla dormire ad un anno, quando ne avrà quindici e vorrà uscire la sera come farai???
Ingoi il rospo, ricacci indietro il pensiero e parti all'inseguimento del piccolo nano insonne.
Intanto sono arrivate le tre del pomeriggio.
Sei nervosa, stanca e vorresti tanto poter passare qualche ora da sola al mare con un bel libro, magari quello in inglese che hai comprato già da un pò e non hai ancora aperto.
Poi improvvisamente un flash...aspetta un momento....MA SIAMO IN ESTATE!
E in estate nei caldi pomeriggi si va al mare, soprattutto se abiti in una città di mare e, da casa al lungo mare hai meno di mezz'ora di strada.
Prendi la solenne decisione: appena la nana si addormenta, la lasci con il papà, arraffi la borsa con gli asciugamani e le ciabatte e scappi!
Sembra tutto perfetto!!
Controlli la temperatura esterna: il termometro segna 30°. C'è qualche nuvola sparsa ma è un mese che non piove e, a parte qualche rovescio notturno, non ha mai fatto nulla di più.
Alle tre e mezza la belva sembra sedata, lasci le consegne al papà, metti in borsa libri, lettore mp3, asciugamani e te ne vai.
Da lì a mezz'ora sarai sdraiata sul cemento (e vabbè non possiamo pretendere anche la sabbia) in riva al mare e il tuo nervosismo sarà solo un lontano ricordo.
Ma, neanche a dirsi, quando arrivi lì i nuvoloni lontani sono arrivati esattamente sopra di te e comincia a schizzare acqua dal cielo.
"Non saranno due gocce d'acqua a fermarmi!" pensi ingenuamente, intanto cerchi un metro quadro su cui distendere i tuoi asciugamani.
Ma le gocce da due diventano tre, poi quattro, poi cinque, poi perdi il conto perchè sono sempre di più e sempre più insistenti.
Tutti si alzano, raccolgono le proprie cose, si vestono in velocità e cercano un riparo.
E tu, che non hai neanche avuto il tempo di tirar fuori la roba dalla tua borsa, continui a camminare ma a questo punto non verso il mare, bensì in direzione della fermata del bus che ti riporterà a casa.
"Che sfiga!! per un pomeriggio che speravo di rilassarmi. Accidenti!!!"
Inutile lamentarsi, meglio mettersi in fila alla fermata con un asciugamano sulla testa come riparo (almeno per qualcosa l'hai portato).
Passa il primo bus.
Trasuda esseri umani da ogni angolo e nessuno dei tuoi compagni di sventura si sogna di provare a salire. Bene, sembra che aspetteremo tutti il prossimo.
E intanto continua a piovere.......
Passa, dopo un tempo interminabile, il secondo bus.
Peggio del precedente, ma questa volta la paura di restare lì in eterno ad inumidirsi ha preso il sopravvento! Una categoria su tutte, le vecchiette, quando vedono il mezzo pubblico avvicinarsi si lanciano in mezzo alla strada per essere sicure che si fermi (o che l'autista ponga fine alle loro sofferenze investendole).
Quando si aprono le porte succede il finimondo!
Gente che si spinge, che si insulta, che tenta con biechi sotterfugi, di farsi largo fra la folla per riuscire a scavare lo spazio vitale necessario per restare all'interno dell'abitacolo.
Il bus riparte pieno fino allo sfinimento. Neanche i nazisti sui carri bestiame riuscivano a stivare così tante persone.
E intanto diluvia.....
Ti tocca aspettare il TERZO autobus, visto che non hai partecipato all'incontro di rugby che si è appena svolto sotto i tuoi occhi.
Decidi però di spostarti alla fermata successiva. Forse lì c'è una pensilina.
Arrivi alla pensilina sotto l'asciugamano ormai zuppo d'acqua.
Sotto il riparo di fortuna c'è già un gruppetto assiepato ma riesci a trovare un angolo libero e ti rassegni ad aspettare. E' arrivato anche il vento a tenerti compagnia.
Ma non c'è solo il vento ad impegnare quei lunghi minuti.
Anche un ragazzo incurante degli anelli che porti al dito si prodiga per rendere più piacevole la tua permanenza là sotto.
"Sei brasiliana? Ah no. Perchè mia mamma è di Rio e tu sembravi di là. Come ti chiami?"
Ti ricacci in testa l'asciugamano ed esci ad aspettare sotto la pioggia.
Fortunatamente arriva una telefonata da casa.
"Dove sei? Sei almeno sotto una tettoia?"
"Sono a xy sotto il mio asciugamano"
"Vengo a prenderti. Bella l'idea di andare al mare oggi!"
E così si conclude il mio pomeriggio di relax, ovviamente neanche dieci minuti dopo il mio rientro a casa è tornato a splendere il sole!
Sabato si fanno tutte quelle cose che durante la settimana ti sono praticamente impossibili per mancanza di tempo e di....voglia!
Quindi perchè non lavare i vetri delle finestre? Ma sì dai!
Non dovrai neanche farlo tu personalmente perchè la dolce metà oggi comincia le ferie, quindi l'ingrato compito se lo sobbarca lui.
Ma la bimba, incurante del giorno prefestivo, è noiosa e non vuole dormire. Questo compito invece te lo cucchi tu e senza troppe storie.
Provi a farla dormire, ti distendi sul letto con lei e chiudi gli occhi, lei ne approfitta per scendere e correre via. La riacchiappi al volo, la ricacci nel letto e le imponi il silenzio.
Tutto inutile. Lei si lamenta, si stropiccia gli occhi, piange, si agita e...riesce a sgattaiolare di nuovo fuori dalla stanza.
Lasci perdere, ma hai la sensazione che la tua "mamma-autostima" abbia avuto un improvviso calo.
Se non riesci a farla dormire ad un anno, quando ne avrà quindici e vorrà uscire la sera come farai???
Ingoi il rospo, ricacci indietro il pensiero e parti all'inseguimento del piccolo nano insonne.
Intanto sono arrivate le tre del pomeriggio.
Sei nervosa, stanca e vorresti tanto poter passare qualche ora da sola al mare con un bel libro, magari quello in inglese che hai comprato già da un pò e non hai ancora aperto.
Poi improvvisamente un flash...aspetta un momento....MA SIAMO IN ESTATE!
E in estate nei caldi pomeriggi si va al mare, soprattutto se abiti in una città di mare e, da casa al lungo mare hai meno di mezz'ora di strada.
Prendi la solenne decisione: appena la nana si addormenta, la lasci con il papà, arraffi la borsa con gli asciugamani e le ciabatte e scappi!
Sembra tutto perfetto!!
Controlli la temperatura esterna: il termometro segna 30°. C'è qualche nuvola sparsa ma è un mese che non piove e, a parte qualche rovescio notturno, non ha mai fatto nulla di più.
Alle tre e mezza la belva sembra sedata, lasci le consegne al papà, metti in borsa libri, lettore mp3, asciugamani e te ne vai.
Da lì a mezz'ora sarai sdraiata sul cemento (e vabbè non possiamo pretendere anche la sabbia) in riva al mare e il tuo nervosismo sarà solo un lontano ricordo.
Ma, neanche a dirsi, quando arrivi lì i nuvoloni lontani sono arrivati esattamente sopra di te e comincia a schizzare acqua dal cielo.
"Non saranno due gocce d'acqua a fermarmi!" pensi ingenuamente, intanto cerchi un metro quadro su cui distendere i tuoi asciugamani.
Ma le gocce da due diventano tre, poi quattro, poi cinque, poi perdi il conto perchè sono sempre di più e sempre più insistenti.
Tutti si alzano, raccolgono le proprie cose, si vestono in velocità e cercano un riparo.
E tu, che non hai neanche avuto il tempo di tirar fuori la roba dalla tua borsa, continui a camminare ma a questo punto non verso il mare, bensì in direzione della fermata del bus che ti riporterà a casa.
"Che sfiga!! per un pomeriggio che speravo di rilassarmi. Accidenti!!!"
Inutile lamentarsi, meglio mettersi in fila alla fermata con un asciugamano sulla testa come riparo (almeno per qualcosa l'hai portato).
Passa il primo bus.
Trasuda esseri umani da ogni angolo e nessuno dei tuoi compagni di sventura si sogna di provare a salire. Bene, sembra che aspetteremo tutti il prossimo.
E intanto continua a piovere.......
Passa, dopo un tempo interminabile, il secondo bus.
Peggio del precedente, ma questa volta la paura di restare lì in eterno ad inumidirsi ha preso il sopravvento! Una categoria su tutte, le vecchiette, quando vedono il mezzo pubblico avvicinarsi si lanciano in mezzo alla strada per essere sicure che si fermi (o che l'autista ponga fine alle loro sofferenze investendole).
Quando si aprono le porte succede il finimondo!
Gente che si spinge, che si insulta, che tenta con biechi sotterfugi, di farsi largo fra la folla per riuscire a scavare lo spazio vitale necessario per restare all'interno dell'abitacolo.
Il bus riparte pieno fino allo sfinimento. Neanche i nazisti sui carri bestiame riuscivano a stivare così tante persone.
E intanto diluvia.....
Ti tocca aspettare il TERZO autobus, visto che non hai partecipato all'incontro di rugby che si è appena svolto sotto i tuoi occhi.
Decidi però di spostarti alla fermata successiva. Forse lì c'è una pensilina.
Arrivi alla pensilina sotto l'asciugamano ormai zuppo d'acqua.
Sotto il riparo di fortuna c'è già un gruppetto assiepato ma riesci a trovare un angolo libero e ti rassegni ad aspettare. E' arrivato anche il vento a tenerti compagnia.
Ma non c'è solo il vento ad impegnare quei lunghi minuti.
Anche un ragazzo incurante degli anelli che porti al dito si prodiga per rendere più piacevole la tua permanenza là sotto.
"Sei brasiliana? Ah no. Perchè mia mamma è di Rio e tu sembravi di là. Come ti chiami?"
Ti ricacci in testa l'asciugamano ed esci ad aspettare sotto la pioggia.
Fortunatamente arriva una telefonata da casa.
"Dove sei? Sei almeno sotto una tettoia?"
"Sono a xy sotto il mio asciugamano"
"Vengo a prenderti. Bella l'idea di andare al mare oggi!"
E così si conclude il mio pomeriggio di relax, ovviamente neanche dieci minuti dopo il mio rientro a casa è tornato a splendere il sole!
giovedì 9 agosto 2012
Il "meravigioso" mondo di Ilaria - XVII puntata
CAMBI DI PROSPETTIVA
Cara Mamma di Ilaria,
"scriviamo" questo breve messaggio per far conoscere al pubblico la nostra condizione.
Non ci fraintenda, non vogliamo criticare, speriamo solo che dopo questo appello qualcosa cambi in meglio nella nostra ehmmm...routine quotidiana.
Sì perchè, ammettiamolo, non sono proprio rose e fiori.
Siamo molto felici che abbia una figlia così in gamba, dopo solo un anno di vita sà già fare tantissime cose e si fa capire anche usando solo i gesti. Onore al merito, noi non siamo così capaci.
Abbiamo notato già da qualche tempo che la piccola cammina benissimo sulle sue gambe, anche se continuamo a chiederci come cavolo si fa a spostarsi in quello strano modo.
Non facciamo fatica a credere che un cucciolo così sia l'orgoglio di casa!
Ma il cucciolo di casa ha anche dei piccoli, piccolissimi difettucci che noi cominciamo a non sopportare.
Qualche esempio??
Ogni volta che ci vede ci rincorre e cerca di abbracciarci a modo suo, se non peggio. Non siamo contrarie alle dimostrazioni d'affetto nei nostri confronti, ma in questo modo proprio non ci piace, per questo ci diamo sistematicamente alla fuga.
Se malauguratamente una di noi si intromette in qualche sua attività, di solito ci interessa il gioco con le mollette, lei invece di invitarci a giocare ci prende a manate.
Le sembra modo di comportarsi?? E poi è inutile che il guardiano di turno si avvicini dicendole "No! non si fa!" perchè sembra che come tattica educativa non abbia grandi effetti. La preghiamo di provare qualcosa di più convincente.
Quando poi ci insegue cercando di comunicare con noi in quel suo modo strano, lì proprio non sappiamo più cosa fare.
Speriamo vivamente che con questo messaggio le vostre visite in casa risultino per noi, da oggi in poi, più piacevoli e meno stressanti
Firmato....
Le gatte della nonna
Cara Mamma di Ilaria,
"scriviamo" questo breve messaggio per far conoscere al pubblico la nostra condizione.
Non ci fraintenda, non vogliamo criticare, speriamo solo che dopo questo appello qualcosa cambi in meglio nella nostra ehmmm...routine quotidiana.
Sì perchè, ammettiamolo, non sono proprio rose e fiori.
Siamo molto felici che abbia una figlia così in gamba, dopo solo un anno di vita sà già fare tantissime cose e si fa capire anche usando solo i gesti. Onore al merito, noi non siamo così capaci.
Abbiamo notato già da qualche tempo che la piccola cammina benissimo sulle sue gambe, anche se continuamo a chiederci come cavolo si fa a spostarsi in quello strano modo.
Non facciamo fatica a credere che un cucciolo così sia l'orgoglio di casa!
Ma il cucciolo di casa ha anche dei piccoli, piccolissimi difettucci che noi cominciamo a non sopportare.
Qualche esempio??
Ogni volta che ci vede ci rincorre e cerca di abbracciarci a modo suo, se non peggio. Non siamo contrarie alle dimostrazioni d'affetto nei nostri confronti, ma in questo modo proprio non ci piace, per questo ci diamo sistematicamente alla fuga.
Se malauguratamente una di noi si intromette in qualche sua attività, di solito ci interessa il gioco con le mollette, lei invece di invitarci a giocare ci prende a manate.
Le sembra modo di comportarsi?? E poi è inutile che il guardiano di turno si avvicini dicendole "No! non si fa!" perchè sembra che come tattica educativa non abbia grandi effetti. La preghiamo di provare qualcosa di più convincente.
Quando poi ci insegue cercando di comunicare con noi in quel suo modo strano, lì proprio non sappiamo più cosa fare.
Speriamo vivamente che con questo messaggio le vostre visite in casa risultino per noi, da oggi in poi, più piacevoli e meno stressanti
Firmato....
Le gatte della nonna
venerdì 3 agosto 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XVI puntata
TO THE BEACH
Rapido riassunto di un pomeriggio in spiaggia:
Bevuto l'acqua di mare a graaaandi sorsate. Sembra buona.
Lanciato sassi in acqua e su bambini circostanti
Schiavizzato papà per farmi giocare in acqua.
Condivisa la merenda con un'altra bambina....solo che la merenda era la sua.
Camminato diverse volte sù e giù per il lungo mare. Numerose cadute durante il tragitto ma, come si dice, quel che non ti abbatte ti fortifica quindi......
Tentato di stringere amicizia con tutti i bambini che capitavano a tiro, dai più piccoli ai più grandi. C'era una bambina grande alla quale ho offerto per ben quattro volte il mio biscotto tutto ciucciato ma lei non l'ha voluto. Mah....è proprio vero che la generosità a volte non viene apprezzata.
Stretto amicizia con un sacco di vecchietti.
Tentato di dare bacini ai cani che passeggiavano lì in giro. La mamma non sembrava contenta di questa esternazione d'affetto verso gli amici animali.
Tentato di rubare una palla lasciata incustodita
Tentato di prendere dei braccioli coloratissimi anche questi lasciati al loro destino sopra un asciugamano.
Ma la cosa migliore?
Svegliato un signore che stava dormendo su una sdraio!!!
Si possono fare veramente un sacco di cose al mare!!
Rapido riassunto di un pomeriggio in spiaggia:
Bevuto l'acqua di mare a graaaandi sorsate. Sembra buona.
Lanciato sassi in acqua e su bambini circostanti
Schiavizzato papà per farmi giocare in acqua.
Condivisa la merenda con un'altra bambina....solo che la merenda era la sua.
Camminato diverse volte sù e giù per il lungo mare. Numerose cadute durante il tragitto ma, come si dice, quel che non ti abbatte ti fortifica quindi......
Tentato di stringere amicizia con tutti i bambini che capitavano a tiro, dai più piccoli ai più grandi. C'era una bambina grande alla quale ho offerto per ben quattro volte il mio biscotto tutto ciucciato ma lei non l'ha voluto. Mah....è proprio vero che la generosità a volte non viene apprezzata.
Stretto amicizia con un sacco di vecchietti.
Tentato di dare bacini ai cani che passeggiavano lì in giro. La mamma non sembrava contenta di questa esternazione d'affetto verso gli amici animali.
Tentato di rubare una palla lasciata incustodita
Tentato di prendere dei braccioli coloratissimi anche questi lasciati al loro destino sopra un asciugamano.
Ma la cosa migliore?
Svegliato un signore che stava dormendo su una sdraio!!!
Si possono fare veramente un sacco di cose al mare!!
martedì 31 luglio 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XV puntata
DOCTORS
La luce comincia a filatrare dalla finestra.
Capisco che è giorno e che ormai è ora di svegliarsi. Mi tiro sù afferrando le sbarre di legno del lettino.
E' già un pò di tempo che mi chiedo quand'è che comincerò a dormire in un letto normale e non in una gabbia.
Possono lamentarsi fino alla nausea mmmmammmma e papà perchè non dormo tutta la notte nel mio lettino, vorrei proprio conoscere chi sarebbe felice di passare tutta la notte dietro a delle sbarre e, per di più, in una stanza da sola.
Per ovviare al problema provo di continuo ad andare a dormire nel letto di mamma e papà. Mi sveglio nel pieno della notte e li chiamo sperando che vengano a prendermi e mi portino nella loro stanza.
A volte mi va bene, a volte no.
Questa notte non mi è andata bene, mi hanno tenuta un pò con loro e poi mi hanno ricacciato in gabbia. Niente di strano è già successo altre volte, ma questa volta c'era qualcosa che non mi tornava.
Qualcosa era cambiato.
Con la testa piena di questi frammentari ricordi di una notte agitata cerco di chiamare la mammmma per farmi uscire da là dentro.
Come apro la bocca realizzo cosa non torna!
LA MIA VOCE!!!! LA MIA VOCE NON C'E' PIU'!!!
O meglio.....c'è! Ma sembra il miagolio di un gatto col mal di pancia!!!!
E questo dolore in fondo alla gola è veramente fastidioso!
Non ci posso credere!! Non può essere questa la mia voce!!
Aspetta ci riprovo.......apro la bocca...provo a chiamare la mmmammmma....ma il risultato non cambia!
Ho una voce orribile!!! E adesso cosa faccio????
Non che abbia bisogno di fare monologhi per farmi capire dai grandi ma ho pur sempre una dignità da difendere. Con questo timbro vocale è veramente difficile pensare di avere ancora della dignità!!
Meno male è arrivata la mammmmma in camera.
Mi prende sù e si mette a ridere dicendo cose che non capisco. Nel dubbio stò zitta.
La mmmammma si lamenta con papà che è domenica e solo il giorno dopo potrà portarmi dal.....pedi...qualchecosa.
Del "pedi qualchecosa" ho un brutto ricordo e l'idea di doverci tornare proprio non mi entusiasma!
Questo "pedi qualcosa" è essenzialmente un gran rompiscatole: è un omone grande e grosso con la passione per i dispetti.
Quando vai da lui ti tocca stare in uno stanzino ad aspettare un tempo interminabile il tuo turno.
I più piccoli che sono inesperti, credono che l'attesa sia il preambolo di qualcosa di piacevole, ma noi veterani sappiamo che non è così.
I dubbi che non sia una passeggiata di salute, cominciano ad arrivare quando vedi i bambini prima di te che entrano con il sorriso ed escono in lacrime. Speri che piangano chissà per quale motivo e che tu non uscirai piangendo in quel modo...forse...
Noi veterani facciamo finta di niente e ci concentriamo sui giochi che troviamo in sala d'attesa.
Però alla fine arriva il tuo turno, la mammma ti prende in braccio e ti porta dentro la stanza dell'omone.
L'omone, che è furbo, ti sorride rassicurante, sembra quasi simpatico...
Poi però pretende che tu ti stacchi dal braccio della mmmammma e che ti metta seduta su un lettino.
Comincia a visitarti facendoti aprire la bocca, ti pesa, ti misura, anche se tu non ne hai proprio nessuna voglia e tenti di divincolarti in ogni modo.
Ma chi si crede di essere???
La cosa sconvolgente di tutto questo è che la mmmmammma invece di difenderti da questo bruto, diventa addirittura sua complice e ti tiene inchiodata al lettino nonostante tutte le tue rimostranze.
Quindi, questa mattina mi sono svegliata senza voce e la mmmammmma ha subito parlato dell'omone, solo l'idea di rivederlo mi mette i brividi......
Speriamo che, dovunque se ne sia andata, la mia voce torni in fretta da me! Magari più tardi provo a cercarla.....
Chissà perchè mi ha abbandonato?? Si sarà offesa??
O forse è finita e adesso bisogna andare dall'omone a prendermene altra, in questo caso mi auguro che la mmammma scelga un timbro vocale migliore di questo!!
La luce comincia a filatrare dalla finestra.
Capisco che è giorno e che ormai è ora di svegliarsi. Mi tiro sù afferrando le sbarre di legno del lettino.
E' già un pò di tempo che mi chiedo quand'è che comincerò a dormire in un letto normale e non in una gabbia.
Possono lamentarsi fino alla nausea mmmmammmma e papà perchè non dormo tutta la notte nel mio lettino, vorrei proprio conoscere chi sarebbe felice di passare tutta la notte dietro a delle sbarre e, per di più, in una stanza da sola.
Per ovviare al problema provo di continuo ad andare a dormire nel letto di mamma e papà. Mi sveglio nel pieno della notte e li chiamo sperando che vengano a prendermi e mi portino nella loro stanza.
A volte mi va bene, a volte no.
Questa notte non mi è andata bene, mi hanno tenuta un pò con loro e poi mi hanno ricacciato in gabbia. Niente di strano è già successo altre volte, ma questa volta c'era qualcosa che non mi tornava.
Qualcosa era cambiato.
Con la testa piena di questi frammentari ricordi di una notte agitata cerco di chiamare la mammmma per farmi uscire da là dentro.
Come apro la bocca realizzo cosa non torna!
LA MIA VOCE!!!! LA MIA VOCE NON C'E' PIU'!!!
O meglio.....c'è! Ma sembra il miagolio di un gatto col mal di pancia!!!!
E questo dolore in fondo alla gola è veramente fastidioso!
Non ci posso credere!! Non può essere questa la mia voce!!
Aspetta ci riprovo.......apro la bocca...provo a chiamare la mmmammmma....ma il risultato non cambia!
Ho una voce orribile!!! E adesso cosa faccio????
Non che abbia bisogno di fare monologhi per farmi capire dai grandi ma ho pur sempre una dignità da difendere. Con questo timbro vocale è veramente difficile pensare di avere ancora della dignità!!
Meno male è arrivata la mammmmma in camera.
Mi prende sù e si mette a ridere dicendo cose che non capisco. Nel dubbio stò zitta.
La mmmammma si lamenta con papà che è domenica e solo il giorno dopo potrà portarmi dal.....pedi...qualchecosa.
Del "pedi qualchecosa" ho un brutto ricordo e l'idea di doverci tornare proprio non mi entusiasma!
Questo "pedi qualcosa" è essenzialmente un gran rompiscatole: è un omone grande e grosso con la passione per i dispetti.
Quando vai da lui ti tocca stare in uno stanzino ad aspettare un tempo interminabile il tuo turno.
I più piccoli che sono inesperti, credono che l'attesa sia il preambolo di qualcosa di piacevole, ma noi veterani sappiamo che non è così.
I dubbi che non sia una passeggiata di salute, cominciano ad arrivare quando vedi i bambini prima di te che entrano con il sorriso ed escono in lacrime. Speri che piangano chissà per quale motivo e che tu non uscirai piangendo in quel modo...forse...
Noi veterani facciamo finta di niente e ci concentriamo sui giochi che troviamo in sala d'attesa.
Però alla fine arriva il tuo turno, la mammma ti prende in braccio e ti porta dentro la stanza dell'omone.
L'omone, che è furbo, ti sorride rassicurante, sembra quasi simpatico...
Poi però pretende che tu ti stacchi dal braccio della mmmammma e che ti metta seduta su un lettino.
Comincia a visitarti facendoti aprire la bocca, ti pesa, ti misura, anche se tu non ne hai proprio nessuna voglia e tenti di divincolarti in ogni modo.
Ma chi si crede di essere???
La cosa sconvolgente di tutto questo è che la mmmmammma invece di difenderti da questo bruto, diventa addirittura sua complice e ti tiene inchiodata al lettino nonostante tutte le tue rimostranze.
Quindi, questa mattina mi sono svegliata senza voce e la mmmammmma ha subito parlato dell'omone, solo l'idea di rivederlo mi mette i brividi......
Speriamo che, dovunque se ne sia andata, la mia voce torni in fretta da me! Magari più tardi provo a cercarla.....
Chissà perchè mi ha abbandonato?? Si sarà offesa??
O forse è finita e adesso bisogna andare dall'omone a prendermene altra, in questo caso mi auguro che la mmammma scelga un timbro vocale migliore di questo!!
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