Quando ero piccola i miei genitori mi ripetevano di continuo:
"Non fare questo"
"Non fare quello"
"Non toccare questo"
"Non andare là"
il tutto finiva sempre con una frase
"Non è un gioco/posto per bambini. E' roba per grandi".
Io ricordo ancora molto bene il senso di fastidio che provavo puntualmente. Trovavo la cosa veramente ingiusta, tenermi lontana dalle cose che mi interessavano solo perchè ero bambina.
Di solito protestavo, venivo brontolata e, dopo un pò, mi mettevo il cuore in pace. Mi rassegnavo: per poter fare quella determinata cosa bisognava aspettare di essere grandi.
Diventare grandi la vedevo come una cosa molto lontana nel tempo e io avevo fretta di crescere. Non capivo mai perchè mia nonna ogni tanto mi chiedesse "Perchè hai tanta voglia di diventar grande?", come se dietro ci si nascondesse chissà quale tranello.
Oggi ho passato tutto il pomeriggio a ripetere a mia figlia le stesse cose che i miei dicevano a me.
Ergo, io sono la persona grande. Io sono finalmente cresciuta. Io posso fare/andare dove voglio.
Tutti quei lunghissimi anni che mi ero immaginata dovessero passare prima di raggiungere la meta, evidentemente sono passati.
La sensazione di fastidio infantile è stata sostituita da una buona dose di preoccupazione.
Quale sarà la prossima meta? Quanti anni ci vorranno prima di raggiungerla?
la prossima meta... è di fronte a te ogni mattina: amare ogni giorno la tua bimba, il resto della tua famiglia, non credo ci sia al mondo una meta più bella :)
RispondiEliminaNon credo si possa definire esattamente una meta. La definizione più esatta credo sia "cammino". E no, non c'è cosa più bella e impegnativa.
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