martedì 25 settembre 2012

Mattinata caotica

Il nano si sveglia stranamente tardi: nove e mezza. E' come se mi svegliassi all'ora di pranzo.
Io invece sono in piedi dalle sette e mezza e ho un sonno bestia, ma questo alla creatura non interessa affatto.
Dopo aver fatto colazione comincia a scorrazzare per casa.
- tira fuori i vestiti dai cassetti
- sparpaglia cd e dvd per tutta la casa
- si beve la soluzione fisiologica la cui confezione ho incautamente lasciato a portata di nano- sempre meglio di quella volta che si è leccata il tappo del detersivo per lavatrice, o dell'altro giorno che ha tentato di tirarsi in testa una scala di ferro. Sì lo so, non ricordatemelo, sono una pessima madre.
Ovviamente necessita almeno di due cambi di pannolino in questo breve lasso di tempo.

Nel frattempo la inseguo, argino i danni, provo a vestirmi e a vestirla. Alla fine ce la faccio e riesco anche ad infilarle quelle maledette scarpe.
Parebbe che siamo pronte per uscire, infilo il biberon in borsa e via.....verso la scarpiera. Stavo per uscire in ciabatte.
Con il trasloco sono finita ad abitare nella via più in pendenza della città. Quando te ne vai di casa a piedi è tutto facile e in discesa, quando torni è tutto in salita, una brutta salita.
Metto il nano in passeggino e mi avvio, per il  ritorno prenderò il bus al caso.

Circa alla fine di questa impervia strada apro la borsa e scopro che il nano ha tirato fuori il biberon prima che uscissimo (probabilmente mentre mi mettevo le scarpe).
Cosa faccio? Torno indietro? No.
Vado dai miei a prendere quello che hanno loro? No. Perchè ce l'ho a casa io e mi sono dimenticata di riportarglielo.
Maledico il nano? Sì, quello sì, non servirà a risolvere il problema ma almeno mi sento meglio.
Decido che la cosa migliore da fare è cercare una farmacia/negozio/buco di posto che venda biberon.

Vi ricordate il famoso detto "Ti accorgi delle cose solo quando ti mancano"?
Ecco io stamattina ho scoperto un sacco di cose: non ci sono nelle vicinanze posti che vendano il suddetto articolo. Non tutte le farmacie vendono biberon e quelle che li vendono sono piene di vecchiette scostanti e maleducate.
Ma ce la facciamo a trovare un posto che mi offra questo genere di prima necessità e, ovviamente,  lo pago a caro prezzo.

Di soldi ne spendo parecchi nel corso della mattinata, quindici euro da una parte, venti dall'altra, dieci dalla terze e così via.
Tutto fatto ovviamente litigando con il nano per farla star ferma dentro il passeggino, tenendola in braccio quando proprio non ne posso più e quando bisogna salire ai piani superiori dei negozi senza ascensore.

In qualche modo arriva l'ora di tornare a casa e di salire sul bus che mi riporterà in zona abitazione.
Salire su un mezzo pubblico implica tutta una serie di manovre, totalmente sconosciute a chi non si è trovato obbligato a cimentarsi in tale disciplina.
1. mettere il passeggino chiuso sul mezzo ovviamente sprovvisto di qualsiasi pedana
2. timbrare il biglietto tenendo in braccio il nano da una parte e il passeggino fermo con l'altra. Di solito timbri con il biglietto in bocca.
3. trovare un posto dove il passeggino non intralci.
4. impietosire qualcuno perchè ti lasci il posto libero, mentre la iena fa ginnastica stile ballerina di lap dance con i pali che servono per tenersi durante la corsa.

Riesco a fare tutto, sono finalmente seduta al mio posto con la figlia che dà spettacolo per i vicini entusiasti. Solo dopo ricordo che è l'una e che la scuola è ricominciata.
Così un paio di fermate dopo, l'autobus si riempie di ragazzini vocianti e armati di zaino, io mi ritrovo bloccata senza possibilità di arrivare all'uscita. Mancano due fermate alla mia.
E in quello entra.....rullo di tamburi....il controllore!!

Comincio a cercare affannosamente il biglietto. Ravano in borsa ma non c'è.
Affido la figlia in braccio ad una perfetta sconosciuta e comincio a tastare le tasche dei pantaloni, fortunatamente lo trovo e lo mostro al controllore.

Mi accorgo che dovrò scendere di lì a poco e sono ancora ferma in fondo al bus. Quando il cassone pubblico arriva in prossimità della fermata,
provo a chiedere ad alta voce all'autista di aprire le porte posteriori.
Il vociare dei ragazzini copre la mia voce. E adesso? Caccio un urlo, impongo un qualcosa
 simile al silenzio e riesco a farmi capire dall'altra parte dell'abitacolo.
Scendo con nano in braccio e passeggino in mano, aiutata da un gentile signore.
E' l'una passata, non fa caldo ma io sono stranamente sudata.







2 commenti:

  1. descrizione appassionata e frizzante della vostra mattinata! Lo credo che alla fine eri sudata, lo ero quasi anche io a leggetti :) Bravissima, ciao

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