lunedì 26 novembre 2012

Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XXVII puntata

DALL' ALBA AL TRAMONTO

Ieri giornata molto impegnativa per me.
Non che di solito me ne stia tutto il giorno con le mani in mano, ma ieri fra una cosa e l'altra, non ho avuto un attimo di tregua.

La mattina sveglia presto e inizio delle attività di routine: fare colazione cercando di sporcarsi e sporcare il più possibile tutt'intorno, svuotare l'armadietto del bagno e abbandonarne il contenuto in giro per il corridoio, partire all'inseguimento dello straccio per la polvere.
Portati a termine tutti questi doveri, scopro che dobbiamo uscire.
Come faccio a capirlo? La mmmammma comincia a rincorrermi con il mio cappotto in mano.
Non è che uscire non mi piaccia, anzi, solo infilarmi quell'affare addosso che mi fa assomigliare all' omino Michelin (che non sò neanche chi sia), mi dà parecchio fastidio.
Ad ogni modo vengo  imbragata, arrivano i nonni a prenderci e ce ne andiamo. Sembra che si pranzerà fuori casa.

La supposizione si rivela esatta perchè mezz'ora dopo ci ritroviamo davanti ad un ristornate, lì ad aspettarci ci sono gli zii, gli altri nonni, e un paio di persone che ho già visto ma non ricordo dove. Con mio sommo dispiacere nessuno si è ricordato di portare le gatte. Poverette, chissà come soffrono a casa da sole.
Pazienza dovrò accontentarmi degli zii per giocare.

Non sò quanto tempo siamo rimasti nel locale. Sò solo che ho avuto tutto il tempo, oltre che per mangiare, per correre dietro a gli zii, ad altri bambini che navigavano per le sale (in particolare uno che continuava a rubarmi il ciuccio) e fare un paio di giri sulle altalene del piazzale esterno. Sono arrivata a casa veramente stanca.
Ma neanche il tempo di distendersi sul divano che suona il campanello. Chi cavolo è adesso?

La mmmammma vuole a tutti i costi che mi alzi da dove sono per andare alla porta a salutare. Non ne ho molta voglia ma lei insiste, allora l'accontento e mi dirigo verso l'entrata, dove pare sia arrivato qualcuno di particolarmente gradito visti gli affettuosi saluti. Chi sarà mai??

Finalmente i grandi si tolgono dalla visuale e riesco a riconoscere i nostri ospiti. Raffaele e la sua mmmammma.
Raffaele è un bambino e, da quello che ho capito, abbiamo la stessa età. Ma Raffaele ha qualcosa di diverso rispetto ai bambini che incontro di solito.
No. Non ha tre gambe.
No. Non sà toccarsi il naso con la lingua
No....non si.....ehi! Mi fate spiegare per favore???!!!!!!
E' una cosa molto più semplice ma, per chi è abituato a frequentare parchi giochi, non è così scontata.

Al parco ci sono due categorie di bambini: quelli che il compagno di giochi se lo portano  da casa (li chiamano fratelli o sorelle) e di solito passano la mattinata a litigarci o insultarlo/a, e quelli che invece devono scegliere fra la fauna presente, come la sottoscritta. Ogni volta ti ritrovi a giocare con qualcuno di diverso. Una volta è Matteo biondo, occhi azzurri, la volta dopo è Chiara che ha le bambole, la volta dopo ancora è Alessandro. Insomma, non è una cosa molto usuale trovarsi davanti un bambino per più volte di seguito, che sia abbastanza uguale a come te lo ricordavi, e di cui tu non debba sentire lo spelling del nome venti volte in una mattina. Che tanto il giorno dopo cambierà.
Raffaele invece ha sempre incredibilmente lo stesso nome e gli stessi occhi scuri. Un vantaggio no?

Con il mio ospite ho giocato per un paio d'ore, gli ho fatto fare in giro della casa (bagno compreso), abbiamo deciso che i biberon erano un'ottima merce di scambio per eventuali favori futuri, papà ha fatto le bolle di sapone e ci ha perfino fatto giocare a basket.
Alla fine del pomeriggio Raffaele era stanco, io distrutta.


Che dire, le giornate così sono molto belle, hanno solo una controindicazone....che io svengo dalla stanchezza ad un orario veramente infame. Ieri penso di essere crollata verso le nove di sera, neanche la nonna và a dormire così presto!






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