DALL' ALBA AL TRAMONTO
Ieri giornata molto impegnativa per me.
Non che di solito me ne stia tutto il giorno con le mani in mano, ma ieri fra una cosa e l'altra, non ho avuto un attimo di tregua.
La mattina sveglia presto e inizio delle attività di routine: fare colazione cercando di sporcarsi e sporcare il più possibile tutt'intorno, svuotare l'armadietto del bagno e abbandonarne il contenuto in giro per il corridoio, partire all'inseguimento dello straccio per la polvere.
Portati a termine tutti questi doveri, scopro che dobbiamo uscire.
Come faccio a capirlo? La mmmammma comincia a rincorrermi con il mio cappotto in mano.
Non è che uscire non mi piaccia, anzi, solo infilarmi quell'affare addosso che mi fa assomigliare all' omino Michelin (che non sò neanche chi sia), mi dà parecchio fastidio.
Ad ogni modo vengo imbragata, arrivano i nonni a prenderci e ce ne andiamo. Sembra che si pranzerà fuori casa.
La supposizione si rivela esatta perchè mezz'ora dopo ci ritroviamo davanti ad un ristornate, lì ad aspettarci ci sono gli zii, gli altri nonni, e un paio di persone che ho già visto ma non ricordo dove. Con mio sommo dispiacere nessuno si è ricordato di portare le gatte. Poverette, chissà come soffrono a casa da sole.
Pazienza dovrò accontentarmi degli zii per giocare.
Non sò quanto tempo siamo rimasti nel locale. Sò solo che ho avuto tutto il tempo, oltre che per mangiare, per correre dietro a gli zii, ad altri bambini che navigavano per le sale (in particolare uno che continuava a rubarmi il ciuccio) e fare un paio di giri sulle altalene del piazzale esterno. Sono arrivata a casa veramente stanca.
Ma neanche il tempo di distendersi sul divano che suona il campanello. Chi cavolo è adesso?
La mmmammma vuole a tutti i costi che mi alzi da dove sono per andare alla porta a salutare. Non ne ho molta voglia ma lei insiste, allora l'accontento e mi dirigo verso l'entrata, dove pare sia arrivato qualcuno di particolarmente gradito visti gli affettuosi saluti. Chi sarà mai??
Finalmente i grandi si tolgono dalla visuale e riesco a riconoscere i nostri ospiti. Raffaele e la sua mmmammma.
Raffaele è un bambino e, da quello che ho capito, abbiamo la stessa età. Ma Raffaele ha qualcosa di diverso rispetto ai bambini che incontro di solito.
No. Non ha tre gambe.
No. Non sà toccarsi il naso con la lingua
No....non si.....ehi! Mi fate spiegare per favore???!!!!!!
E' una cosa molto più semplice ma, per chi è abituato a frequentare parchi giochi, non è così scontata.
Al parco ci sono due categorie di bambini: quelli che il compagno di giochi se lo portano da casa (li chiamano fratelli o sorelle) e di solito passano la mattinata a litigarci o insultarlo/a, e quelli che invece devono scegliere fra la fauna presente, come la sottoscritta. Ogni volta ti ritrovi a giocare con qualcuno di diverso. Una volta è Matteo biondo, occhi azzurri, la volta dopo è Chiara che ha le bambole, la volta dopo ancora è Alessandro. Insomma, non è una cosa molto usuale trovarsi davanti un bambino per più volte di seguito, che sia abbastanza uguale a come te lo ricordavi, e di cui tu non debba sentire lo spelling del nome venti volte in una mattina. Che tanto il giorno dopo cambierà.
Raffaele invece ha sempre incredibilmente lo stesso nome e gli stessi occhi scuri. Un vantaggio no?
Con il mio ospite ho giocato per un paio d'ore, gli ho fatto fare in giro della casa (bagno compreso), abbiamo deciso che i biberon erano un'ottima merce di scambio per eventuali favori futuri, papà ha fatto le bolle di sapone e ci ha perfino fatto giocare a basket.
Alla fine del pomeriggio Raffaele era stanco, io distrutta.
Che dire, le giornate così sono molto belle, hanno solo una controindicazone....che io svengo dalla stanchezza ad un orario veramente infame. Ieri penso di essere crollata verso le nove di sera, neanche la nonna và a dormire così presto!
lunedì 26 novembre 2012
giovedì 22 novembre 2012
Per il resto del viaggio ho sparato agli indiani.
Ultimamente solo brutte notizie e, siccome io sono io, riesco a star male anche per le disavventure di persone che in verità non conosco benissimo.
Lo sò, non farò mai il dottore.
Le brutte notizie mi rattristano e mi fanno sempre, e dico SEMPRE, riflettere.
Riflettere su quella cosa chiamata religione che serve, dicono, a superare anche momenti come questi. Solo che alla mia "veneranda" età, non ho ancora capito chi sono i buoni e chi sono i cattivi.
Dicono che il buono da queste parti si chiami Dio, da altre parti lo chiamano in altri modi, ma in sostanza lui è il BUONO della situazione. O almeno così ti fanno capire.
Quando hai l'età giusta per apprendere certe cose ti insegnano anche chi è il cattivo: qui si chiama Lucifero, Diavolo e in altri ottocento modi.
Ti dicono che per causa sua succedono un sacco di cose brutte e che, se non ti comporti bene, quelle cose potrebbero accadere anche a te.
Allora tu, da bravo bambino, fai in modo di comportarti bene (nel limite del possibile) così Lucifero non si accorgerà di te e Dio sarà orgoglioso del suo bimbo.
Tutto questo viene riassunto in un'unica parola: Fede.
Poi cresci e ti accorgi che queste verità assolute fanno acqua da tutte le parti: persone che si comportano bene devono combattere con problemi più grandi di loro, perdite di persone care, malattie etc. Persone dal comportamento quanto meno discutibile se la cavano egregiamente.
Forse la religione è la più grande balla inventata dall'uomo, solo per avere qualcuno da incolpare quando le cose fanno male o avere qualcuno a cui affidasi per sentirsi meno solo.
O forse no. Forse Dio esiste veramente. Forse le disgrazie accadono a chiunque anche se fai volontariato e preghi tutte le sere. Forse bisogna imparare a convivere con tutto questo e buoni e cattivi non esistono o, per o meno, si confondono.
Siamo solo di passaggio, dicono. Ma se il passaggio avvenisse su comode auto di lusso invece che su vecchie diligenze, dalle quali devi essere pronto a difenderti dagli attacchi degli indiani, sarebbe meglio.
Lo sò, non farò mai il dottore.
Le brutte notizie mi rattristano e mi fanno sempre, e dico SEMPRE, riflettere.
Riflettere su quella cosa chiamata religione che serve, dicono, a superare anche momenti come questi. Solo che alla mia "veneranda" età, non ho ancora capito chi sono i buoni e chi sono i cattivi.
Dicono che il buono da queste parti si chiami Dio, da altre parti lo chiamano in altri modi, ma in sostanza lui è il BUONO della situazione. O almeno così ti fanno capire.
Quando hai l'età giusta per apprendere certe cose ti insegnano anche chi è il cattivo: qui si chiama Lucifero, Diavolo e in altri ottocento modi.
Ti dicono che per causa sua succedono un sacco di cose brutte e che, se non ti comporti bene, quelle cose potrebbero accadere anche a te.
Allora tu, da bravo bambino, fai in modo di comportarti bene (nel limite del possibile) così Lucifero non si accorgerà di te e Dio sarà orgoglioso del suo bimbo.
Tutto questo viene riassunto in un'unica parola: Fede.
Poi cresci e ti accorgi che queste verità assolute fanno acqua da tutte le parti: persone che si comportano bene devono combattere con problemi più grandi di loro, perdite di persone care, malattie etc. Persone dal comportamento quanto meno discutibile se la cavano egregiamente.
Forse la religione è la più grande balla inventata dall'uomo, solo per avere qualcuno da incolpare quando le cose fanno male o avere qualcuno a cui affidasi per sentirsi meno solo.
O forse no. Forse Dio esiste veramente. Forse le disgrazie accadono a chiunque anche se fai volontariato e preghi tutte le sere. Forse bisogna imparare a convivere con tutto questo e buoni e cattivi non esistono o, per o meno, si confondono.
Siamo solo di passaggio, dicono. Ma se il passaggio avvenisse su comode auto di lusso invece che su vecchie diligenze, dalle quali devi essere pronto a difenderti dagli attacchi degli indiani, sarebbe meglio.
martedì 13 novembre 2012
Il "meraviglioso" mondo di Ilaria - XXVI puntata
AMICI O NEMICI?
Dopo aver raggiunto e superato la soglia dei sedici mesi, dopo aver sperimentato, visto e fatto un sacco di cose, è tempo di porsi qualche domanda.
Domande all'apparenza insignificanti per voi umani ormai consumati dalla routine e dalla ripetitività delle vostre azioni.
Domande senza senso per chi non è costretto, come la sottoscritta, a guardare il mondo un'angolazione diversa dalla vostra. Per ora dal basso verso l'alto.
Ebbene, dopo varie discussioni con i diretti interessati che non hanno portato a nessun risultato concreto (c'è poco da fare i soggetti in questione non si sanno spiegare per chiarire i miei dubbi amletici), il mio dilemma lo pongo a voi:
Perchè i cassetti e le mensole sono oggetti così....così....come definirli....STRfkjafjaljfalfjalfjalfjI?
Lo sò a sedici mesi non dovrei neanche sospettare l'esistenza di certi vocaboli, ma frequento brutta gente. Ho due zii in piena fase adolescenziale e dicono che non sia un bel periodo, forse è per questo che passano le giornate a urlarsi di tutto.
Ma torniamo a noi.
I cassetti e le mensole sono come lo scrigno dei tesori, dentro ci puoi trovare di tutto: cose pesanti, cose leggere, colorate o in bianco nero, morbide o ruvide. A volte, se sai dove cercare, ci trovi pure cose da mangiare.
Come nelle favole però ci sono i buoni e i cattivi e, in questo caso, bisogna stare molto attenti perchè i cattivi non si riconoscono subito.
In apparenza sembrano tutti uguali, in base alla stanza in cui ti trovi, mensole e cassetti hanno tutti lo stesso colore, la stessa forma.
Ognuno di loro ti invita a scoprire cosa si cela dietro quel vetro o quell'insignificante pomello pronto ad essere tirato.
Le mensole e i cassetti buoni si lasciano aprire senza fare storie e sono sempre ben contenti di mettere a tua disposizione la loro merce megliore. Il problema arriva quando ne incontri uno cattivo.
Quelli cattivi non si aprono o, se lo fanno, poi ti giocano dei brutti scherzi: ti illudono di poter prendere gli oggetti al loro interno ma si chiudono all'improvviso. A volte fra te e loro resta un dito della tua mano incastrato in mezzo.
Una volta ho provato ad avvicinarmi con calma, le ho parlato prima di provare ad aprire quella maledetta mensola ma lei, incurante delle mie buone intenzioni, mi ha morso richiudendosi di botto sul mio povero dito.
E con i cassetti è anche peggio. Se decidono di morderti fanno anche più male delle mensole.
Mi spiegate come si fa ad andare d'accordo con questi controversi oggetti?!
C'è una parola magica da dire prima di tentare la sorte e sperare di non perdere nessuna falnge?!
Io ancora non l'ho scoperto. E voi??
Dopo aver raggiunto e superato la soglia dei sedici mesi, dopo aver sperimentato, visto e fatto un sacco di cose, è tempo di porsi qualche domanda.
Domande all'apparenza insignificanti per voi umani ormai consumati dalla routine e dalla ripetitività delle vostre azioni.
Domande senza senso per chi non è costretto, come la sottoscritta, a guardare il mondo un'angolazione diversa dalla vostra. Per ora dal basso verso l'alto.
Ebbene, dopo varie discussioni con i diretti interessati che non hanno portato a nessun risultato concreto (c'è poco da fare i soggetti in questione non si sanno spiegare per chiarire i miei dubbi amletici), il mio dilemma lo pongo a voi:
Perchè i cassetti e le mensole sono oggetti così....così....come definirli....STRfkjafjaljfalfjalfjalfjI?
Lo sò a sedici mesi non dovrei neanche sospettare l'esistenza di certi vocaboli, ma frequento brutta gente. Ho due zii in piena fase adolescenziale e dicono che non sia un bel periodo, forse è per questo che passano le giornate a urlarsi di tutto.
Ma torniamo a noi.
I cassetti e le mensole sono come lo scrigno dei tesori, dentro ci puoi trovare di tutto: cose pesanti, cose leggere, colorate o in bianco nero, morbide o ruvide. A volte, se sai dove cercare, ci trovi pure cose da mangiare.
Come nelle favole però ci sono i buoni e i cattivi e, in questo caso, bisogna stare molto attenti perchè i cattivi non si riconoscono subito.
In apparenza sembrano tutti uguali, in base alla stanza in cui ti trovi, mensole e cassetti hanno tutti lo stesso colore, la stessa forma.
Ognuno di loro ti invita a scoprire cosa si cela dietro quel vetro o quell'insignificante pomello pronto ad essere tirato.
Le mensole e i cassetti buoni si lasciano aprire senza fare storie e sono sempre ben contenti di mettere a tua disposizione la loro merce megliore. Il problema arriva quando ne incontri uno cattivo.
Quelli cattivi non si aprono o, se lo fanno, poi ti giocano dei brutti scherzi: ti illudono di poter prendere gli oggetti al loro interno ma si chiudono all'improvviso. A volte fra te e loro resta un dito della tua mano incastrato in mezzo.
Una volta ho provato ad avvicinarmi con calma, le ho parlato prima di provare ad aprire quella maledetta mensola ma lei, incurante delle mie buone intenzioni, mi ha morso richiudendosi di botto sul mio povero dito.
E con i cassetti è anche peggio. Se decidono di morderti fanno anche più male delle mensole.
Mi spiegate come si fa ad andare d'accordo con questi controversi oggetti?!
C'è una parola magica da dire prima di tentare la sorte e sperare di non perdere nessuna falnge?!
Io ancora non l'ho scoperto. E voi??
lunedì 12 novembre 2012
Revolutionary road
Mi pare di aver capito che, l'unico modo per sopravvivere a questa crisi che sembra interminabile, è reinventarsi.
Reinventarsi un lavoro, reinventarsi la propria vita, reinventarsi i propri hobbies.
La scorsa settimana ho avuto l'ennesimo incontro sul posto di lavoro con la dirigenza. Nessuna buona notizia, anzi, solo orizzonti dai contorni molto sfocati o addirittura tendenti al nero.
Trovare un altro lavoro è molto difficile al momento, almeno per me. Avere una bimba piccola da gestire ed essere sposata fa di te il candidato ideale per la comunissima prassi del "Va bene, le faremo sapere ".
Sarebbe meglio ribattezzarla in "Va bene. Grazie di essere venuta (ma anche no), non ci interessi minimamente. E togliti quel mezzo sorriso dalla faccia che tanto avevamo deciso che non eri adatta prima ancora di cominciare il colloquio".
Ecco io di momenti così ne ho passati più di uno ultimamente.
Quindi visto che il prossimo anno, lavorativamente parlando, rischia di essere esattamente come quello che si avvia al termine, ho deciso che mi iscriverò a due corsi su due cose che non pensavo potessero interessarmi o servirmi.
Il primo corso non dovrebbe essere a pagamento, ma sovvenzionato da qualche organo statale/regionale/provinciale e mi serve per ampliare le conoscenze riguardo una mansione del mio "precedente" (al momento ancora attuale) lavoro.
Mansione affibbiatami per caso ai bei tempi, che ho portato avanti abbastanza bene senza sapere esattamente come funzionassero le cose. Adesso ho deciso di imparare seriamente come si fa, e poi chissà che non salti fuori qualcosa di buono a riguardo, magari da qualche altra parte.
Il secondo corso invece è a pagamento. Non sò neanche se quello che andrò a fare mi piacerà veramente ma dicono che, al momento, ci sia parecchia richiesta.
Io ci provo, prometto che mi ci impegno pure e poi staremo a vedere.
E poi qualcuno diceva chi vivrà vedrà....
Reinventarsi un lavoro, reinventarsi la propria vita, reinventarsi i propri hobbies.
La scorsa settimana ho avuto l'ennesimo incontro sul posto di lavoro con la dirigenza. Nessuna buona notizia, anzi, solo orizzonti dai contorni molto sfocati o addirittura tendenti al nero.
Trovare un altro lavoro è molto difficile al momento, almeno per me. Avere una bimba piccola da gestire ed essere sposata fa di te il candidato ideale per la comunissima prassi del "Va bene, le faremo sapere ".
Sarebbe meglio ribattezzarla in "Va bene. Grazie di essere venuta (ma anche no), non ci interessi minimamente. E togliti quel mezzo sorriso dalla faccia che tanto avevamo deciso che non eri adatta prima ancora di cominciare il colloquio".
Ecco io di momenti così ne ho passati più di uno ultimamente.
Quindi visto che il prossimo anno, lavorativamente parlando, rischia di essere esattamente come quello che si avvia al termine, ho deciso che mi iscriverò a due corsi su due cose che non pensavo potessero interessarmi o servirmi.
Il primo corso non dovrebbe essere a pagamento, ma sovvenzionato da qualche organo statale/regionale/provinciale e mi serve per ampliare le conoscenze riguardo una mansione del mio "precedente" (al momento ancora attuale) lavoro.
Mansione affibbiatami per caso ai bei tempi, che ho portato avanti abbastanza bene senza sapere esattamente come funzionassero le cose. Adesso ho deciso di imparare seriamente come si fa, e poi chissà che non salti fuori qualcosa di buono a riguardo, magari da qualche altra parte.
Il secondo corso invece è a pagamento. Non sò neanche se quello che andrò a fare mi piacerà veramente ma dicono che, al momento, ci sia parecchia richiesta.
Io ci provo, prometto che mi ci impegno pure e poi staremo a vedere.
E poi qualcuno diceva chi vivrà vedrà....
lunedì 5 novembre 2012
Numbers
Non ho granchè da raccontare di quest'ultimo periodo.
O forse sono successe anche troppe cose ma nessuna per cui abbia veramente voglia di raccontare.
Faccio un rapido elenco degli eventi salienti
1 pomeriggio alla terme in Slovenia con la iena e gli amici
2 le narici intasate del mio naso risultato del rilassante pomeriggio alle terme. Hvala Lepa.
3 Novembre. Il sabato che io, la iena e la dolce metà siamo stati fregati per l'ennesima volta dal Sig. Ikea: entrati per comprare una semplice asta appendi abiti, siamo usciti con l'asta appendi abiti e...un porta borse in plastica rosa, lampadine di vario genere, una mensola e una vetrina da salotto in vetro da 50kg. Vetrina che poi abbiamo rischiato di rompere in fase di montaggio.
4 le uova usate per fare una torta al cocco e nutella. Lo confesso, fare dolci non è la mia specialità preferisco cimentarmi con il salato. Con le torte per ora riesco solo a CEMENTARMI.
Anche questa è risultata mangiabile ma troppo pesante. Mi si è pure fuso lo sbattitore.....
5 le ore di un pomeriggio della scorsa settimana, perse in ufficio dopo un richiamo volante che non sò neppure se mi pagheranno alla fine del mese.
6 i copri presa che devo rimettere al proprio posto quasi ogni giorno. Ilaria non ha capito a cosa serva una presa, ma come togliere quei piccoli affari bianchi che le impediscono di metterci le dita dentro, quello l'ha intuito al volo.
7 il numero medio di persone che ho avuto o con cui sono andata a cena ultimamente il sabato sera.
8 i minuti impiegati a scrivere questo post
9 e 10 aggiungeteli voi se volete.
O forse sono successe anche troppe cose ma nessuna per cui abbia veramente voglia di raccontare.
Faccio un rapido elenco degli eventi salienti
1 pomeriggio alla terme in Slovenia con la iena e gli amici
2 le narici intasate del mio naso risultato del rilassante pomeriggio alle terme. Hvala Lepa.
3 Novembre. Il sabato che io, la iena e la dolce metà siamo stati fregati per l'ennesima volta dal Sig. Ikea: entrati per comprare una semplice asta appendi abiti, siamo usciti con l'asta appendi abiti e...un porta borse in plastica rosa, lampadine di vario genere, una mensola e una vetrina da salotto in vetro da 50kg. Vetrina che poi abbiamo rischiato di rompere in fase di montaggio.
4 le uova usate per fare una torta al cocco e nutella. Lo confesso, fare dolci non è la mia specialità preferisco cimentarmi con il salato. Con le torte per ora riesco solo a CEMENTARMI.
Anche questa è risultata mangiabile ma troppo pesante. Mi si è pure fuso lo sbattitore.....
5 le ore di un pomeriggio della scorsa settimana, perse in ufficio dopo un richiamo volante che non sò neppure se mi pagheranno alla fine del mese.
6 i copri presa che devo rimettere al proprio posto quasi ogni giorno. Ilaria non ha capito a cosa serva una presa, ma come togliere quei piccoli affari bianchi che le impediscono di metterci le dita dentro, quello l'ha intuito al volo.
7 il numero medio di persone che ho avuto o con cui sono andata a cena ultimamente il sabato sera.
8 i minuti impiegati a scrivere questo post
9 e 10 aggiungeteli voi se volete.
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