Non mi sono mai piaciuti i commiati o gli adii. Mai.
Li evito sempre, di solito sminuendo i momenti clou con una buona dose di sarcasmo, quando possibile.
Questa volta non ho potuto essere sarcastica e non ho potuto sottrarmi all'incombenza. Quindi mi è rimasto l'amaro in bocca.
E cosa sarà mai successo vi chiederete, ma forse anche no.
Non mi è morto il gatto che non ho.
Non ho salutato nessun amico in partenza per qualche meta fantastica.
Non mi sono dovuta liberare di nessun oggetto inutilmente conservato negli anni.
E allora?
E allora ho semplicemente cambiato la pediatra alle mie figlie.
La dottoressa scelta da me a suo tempo, se ne va in pensione e, come lei, tanti altri specialisti. Amen.
Il cambio della guardia però, da queste parti sta avendo degli effetti inquietanti.
La psicosi da posti liberi da accaparrarsi nelle liste dei medici disponibili, trasforma i genitori in creature bizzarre, che sembrano sotto l'effetto di sostanze eccitanti.
Gente che si accampa all'alba davanti a gli sportelli dei distretti sanitari.
Moltiplicazione, tendente all'infinito, di post sui social dove si chiede:
- modalità di svolgimento pratiche per il trasferimento da uno specialista all'altro.
-consigli/pareri/curriculum vitae/fedina penale dei medici al momento in forza.
-imprecazioni verso il sistema sanitario.
- panico generale.
Personalmente ho fatto fare l'ultima visita ad entrambe le iene, ho comunicato alla dottoressa che avrei cambiato medico e ci siamo salutate.
Tutto molto formale, ma in verità a me è dispiaciuto.
Benché a volte non fossi d'accordo con i suoi metodi, devo riconoscere che è stata un ottimo pediatra.
Solitamente la sua contrarietà a somministrare antibiotici dopo giorni e giorni di tosse incessante, cozzava con il mio bisogno disperato di dormire.
Alla fine aveva ragione lei, visto che per ora, siamo sopravvissuti tutti.
D'altro canto, capisco anche che dopo una certa età, di bambini smoccolanti, genitori ansiosi, forse si vorrebbe poter fare a meno, per potersi dedicare ad altro.
Probabilmente tra due giorni sarò già immersa in tutt'altro e non ci penserò più. Starò smadonnando sull'ennesimo problema. Ma, adesso, ho questa fastidiosa sensazione di aver dovuto salutare una persona che, in verità, non avevo nessuna intenzione di lasciare.
Il nuovo medico non so chi sia, non ho chiesto informazioni.
Conosco solo nome, cognome e indirizzo, ma devo ancora capire dove sia esattamente lo studio.
Chiunque sia e, indipendentemente dalla sua preparazione, spero comunque di non averne bisogno così presto.
Li evito sempre, di solito sminuendo i momenti clou con una buona dose di sarcasmo, quando possibile.
Questa volta non ho potuto essere sarcastica e non ho potuto sottrarmi all'incombenza. Quindi mi è rimasto l'amaro in bocca.
E cosa sarà mai successo vi chiederete, ma forse anche no.
Non mi è morto il gatto che non ho.
Non ho salutato nessun amico in partenza per qualche meta fantastica.
Non mi sono dovuta liberare di nessun oggetto inutilmente conservato negli anni.
E allora?
E allora ho semplicemente cambiato la pediatra alle mie figlie.
La dottoressa scelta da me a suo tempo, se ne va in pensione e, come lei, tanti altri specialisti. Amen.
Il cambio della guardia però, da queste parti sta avendo degli effetti inquietanti.
La psicosi da posti liberi da accaparrarsi nelle liste dei medici disponibili, trasforma i genitori in creature bizzarre, che sembrano sotto l'effetto di sostanze eccitanti.
Gente che si accampa all'alba davanti a gli sportelli dei distretti sanitari.
Moltiplicazione, tendente all'infinito, di post sui social dove si chiede:
- modalità di svolgimento pratiche per il trasferimento da uno specialista all'altro.
-consigli/pareri/curriculum vitae/fedina penale dei medici al momento in forza.
-imprecazioni verso il sistema sanitario.
- panico generale.
Personalmente ho fatto fare l'ultima visita ad entrambe le iene, ho comunicato alla dottoressa che avrei cambiato medico e ci siamo salutate.
Tutto molto formale, ma in verità a me è dispiaciuto.
Benché a volte non fossi d'accordo con i suoi metodi, devo riconoscere che è stata un ottimo pediatra.
Solitamente la sua contrarietà a somministrare antibiotici dopo giorni e giorni di tosse incessante, cozzava con il mio bisogno disperato di dormire.
Alla fine aveva ragione lei, visto che per ora, siamo sopravvissuti tutti.
D'altro canto, capisco anche che dopo una certa età, di bambini smoccolanti, genitori ansiosi, forse si vorrebbe poter fare a meno, per potersi dedicare ad altro.
Probabilmente tra due giorni sarò già immersa in tutt'altro e non ci penserò più. Starò smadonnando sull'ennesimo problema. Ma, adesso, ho questa fastidiosa sensazione di aver dovuto salutare una persona che, in verità, non avevo nessuna intenzione di lasciare.
Il nuovo medico non so chi sia, non ho chiesto informazioni.
Conosco solo nome, cognome e indirizzo, ma devo ancora capire dove sia esattamente lo studio.
Chiunque sia e, indipendentemente dalla sua preparazione, spero comunque di non averne bisogno così presto.