Giovedì sera
“Senti, perché non facciamo la festa per Ilaria?”
“E chi vorresti invitare?”
“Qualche amico. Facciamo una torta, ci mettiamo due candeline…e ddaaiiii…non fare il solito orso!”
“Va bene, va bene. Per quando?”
“Questa domenica.”
Guardo il tavolo del salotto sul quale si sarebbe dovuta svolgere la cena: pc acceso, puzzle di Ilaria composto ma senza cornice, vari bucati piegati in attesa di essere sistemati in armadio, carte e oggetti vari.
Comincio a pensare a qual è la stagione del letargo per l’orso, sfortunatamente mi pare non sia questa.
“Ok. Facciamo la festa!”
Comincia un intenso scambio di mail/sms/picconi viaggiatori per raggruppare “un paio di amici”.
Nei giorni successivi (DUE) riusciamo a stillare una lista delle cose da fare, ma solo teorica ovviamente.
A due ore dall’arrivo degli invitati non sappiamo il numero esatto di persone che si presenteranno; l’impasto dei tiramisù che dovrebbero fungere da torta di compleanno, hanno la consistenza del minestrone; la casa è ancora da pulire.
Ma una certezza l’abbiamo: non ci sono abbastanza sedie per tutti.
Perché nella vita l’importante è essere organizzati!
Provo a bussare alla vicina per vedere se ce ne presta un paio.
Ovviamente non è in casa.
In alternativa possiamo fare il gioco della sedia, così chi resta in piedi al termine della musica, lascia il regalo e se ne va.
No. Non è carino.
Decidiamo di elemosinare due sedie pieghevoli a due gentilissimi invitati che ce le forniscono senza badare allo scarsissimo preavviso.
Nonostante tutto questo, la serata in qualche modo è riuscita.
Ilaria si è divertita. Gli ospiti pure che, per la cronaca, alla fine erano 14.
I tiramisù non hanno fagocitato le candeline
La casa aveva, tutto sommato, un aspetto decente.
Mi auguro solo che nessuno sia stato fermato dalla polizia sulla strada del ritorno.
Rispondere “Ero alla festa di compleanno di una bambina di due anni! Lo Giuro!” dopo l’eventuale prova del palloncino, credo avrebbe costituito un buon movente per l’incarcerazione immediata!