sabato 31 ottobre 2015

Goodbye Expo

Se non ve ne foste accorti l'Expo si è concluso.

Tutto il giorno  a ripetercelo con servizi speciali, trasmissioni dedicate, interviste a grandi capi, interviste a volontari, interviste a visitatori, interviste ad ignari passanti...
Insomma oggi tutti dovevano dire la loro sull'esposizione universale appena conclusa.
A me nessuno ha chiesto niente ma, siccome ci sono stata, vi racconto la mia versione dei fatti.

Il tutto risale a metà settembre.
In verità io rompevo le palle  già dall'estate con questa storia dell'Expo.
Ho cominciato dicendo: "Che bello c'è l'esposizione universale! Chi viene con me?"
Dopo un paio di "Sì vedremo", "Non so devo chiedere alla mia agenda" e "Scordatelo, non mi interessa!", la musica è cambiata in:"Che bello c'è l'esposizione universale! IO VADO."
Poi il marito preso da pietà ha deciso di accompagnarmi, probabilmente per evitare che mi perdessi fra Cardo e Decumano.
Così in una assolata mattina io, il marito ed il nano siamo partiti per Milano.

Sì, ci siamo andati con il nano, anche se ce lo avevano sconsigliato perché troppo piccola a detta di alcuni.
Non contenti, ci siamo pure andati in treno.
Quattro ore all'andata e quattro ore al ritorno, a cercare di tenere occupata una quattrenne senza nessuna intenzione di dormire, su uno splendido FecciaRossa che però questa volta è stato meno feccia del solito.

Dall'ultima volta che sono stata a Milano è passato parecchio tempo, ma si è riconfermata una città in cui non mi piacerebbe vivere. Troppo caotica.
L'unica cosa buona, per me, è stata la libreria Feltrinelli in piazza Duomo. Quella mi è piaciuta un sacco!
Ma non divaghiamo, siamo qui per Expo, ed Expo sia!

Sapevamo che c'era la possibilità di avere un passeggino a noleggio per chi aveva al seguito un bambino piccolo.
Da totali sprovveduti, pensavamo che bastasse presentarsi all'entrata dell'esposizione e un addetto ci avrebbe fornito il fantastico trabiccolo e invece...
Abbiamo scoperto, ovviamente la sera del nostro arrivo, che bisognava prenotarli attraverso il sito della Chicco, noi abbiamo fatto richiesta troppo tardi e quindi Expo lo abbiamo con il nano in spalla.
16 kg di puro divertimento!

Ma, una volta lì, meno male che il nano c'era!
Sì perché sarà anche come fare il giro del mondo in otto ore, ma solo se hai un nano (tuo o rapito per l'occasione), o ti sei trascinato dietro la nonna morente.
In mancanza di queste due figure, l'unico modo di saltare le file chilometriche era farsi venire un infarto.
Neanche a dirlo, il giorno della nostra visita, è coinciso con il giorno di maggior affluenza dall'inizio dell'evento.
Quindi, nano a tracolla, ci siamo lanciati in questa avventura.

I padiglioni inarrivabili come Cina, Giappone, Emirati Arabi sono rimasti tali. C'erano file dalle quattro alle otto ore.
Gli altri, con Ilaria al seguito, siamo riusciti a visitarli abbastanza velocemente e comunque non li abbiamo visti tutti.

Il tema cardine era sul cibo e su come nutrire il pianeta e, devo dire, che mia figlia l'ha capito benissimo. Ha passato tutto il giorno a dirmi "Ho fame" (forse non aveva tutti i torti abbiamo camminato dalle 10 di mattina alle 22.00...)
A mio avviso però l'attrazione principale di questo expo non è stato il cibo o le risorse della Terra, quanto l'architettura dei vari padiglioni.
Alcuni grandi come palazzi di due piani, altri sembravano negozi di suovernis.
E' vero, alcuni Paesi hanno cercato effettivamente di sottoporre il problema di come nutrire il pianeta negli anni avvenire, altri facevano pura e semplice promozione turistica a mio modesto avviso.
Ma tant'è.

Expo è stata una bellissima esperienza molto mal organizzata.
Sarebbe bello poter visitare la prossima esposizione universale e fare i dovuti confronti.
Concludo con la frase di un visitatore in attesa della cena davanti a noi, che riassume molto bene il problema dell'organizzazione.

"Expo. Non ci torno piu'! Servito male e in fretta.
Sono qui da stamattina e ho fatto solo file. Che coglione.
E ho pure pagato!
Due volte coglione!"